Focus - L'arte sul piccolo schermo: tanti canali ma poco budget

Creato il 11 marzo 2014 da Digitalsat

«L'offerta di arte in tv e' di nuovo ricca, ora manca 'solo' un budget adeguato». Con questa considerazione del vicedirettore di Rai5 Paolo Giaccio si e' chiusa nel pomeriggio alla Triennale di Milano la giornata di studi sul rapporto fra arte e tv, 'Modi di vedere', curata da Aldo Grasso e Vincenzo Trione.

A concludere le relazioni accademiche con una nota leggera e' intervenuto Pif, raccontando il suo viaggio nell'arte contemporanea condensato in una puntata de 'Il Testimone' su Mtv: «Viene facile l'ironia su questo tipo di arte, ma bisogna evitare di essere snob o populisti - ha detto l'ex Iena -. L'arte contemporanea funziona in tv perche' spinge a farsi domande, ma la scommessa e' portarla a tutti con la bravura di un Philippe Daverio».

Un incontro fra Roberto Pisoni (direttore di Sky Arte HD), Paolo Giaccio (vicedirettore Rai 5) e Giuseppe Feyles (direttore di Retequattro e Iris) ha affrontato infine lo stato odierno della comunicazione culturale in tv dalla parte degli operatori.

Per Pisoni l'obiettivo del nuovo canale Sky Arte nel suo primo anno e mezzo e' stato di includere tutto il pubblico contaminando i linguaggi televisivi: «I nostri documentari su Michelangelo e sui Musei Vaticani sono stati molto richiesti all'estero - dice Pisoni -: siamo orgogliosi del 30% di produzioni originali e siamo andati oltre commissionando una serie di opere di videoarte in arrivo fra maggio e giugno».

Accanto alle produzioni originali, per Giaccio di Rai5 e' importante anche lo sfruttamento degli archivi, specie in tempi di ristrettezze economiche: «Riprogrammare ogni giorno una puntata di Passepartout ha fatto scoprire Philippe Daverio a un certo pubblico che non lo seguiva di domenica su Rai3».

Per Feyles alcune arti possono essere valorizzate dallo schermo televisivo più di altre, «come l'architettura ripresa con i droni, i tesori nascosti che solo la tv puo' andare a mostrare, o il cinema troppo spesso trascurato», ma il problema delle risorse non cambia: «e' difficile trovare la collocazione giusta per l'arte in una rete generalista in assenza di budget adeguati».


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