Le partite sul tavolo sono diverse, dalla possibile cessione di una quota nel Milan e successiva quotazione in Borsa alla costruzione di un polo delle torri televisive con Rai Way fino all'ipotesi di un'alleanza con Telecom nel quadruple play, che unisce contenuti tv, internet, telefonia mobile e fissa.
Il 'progetto Apollo', questo secondo le indiscrezioni del Sole 24 Ore il nome del progetto per la quotazione della società rossonera, si tinge di giallo. «Nessuna trattativa in corso con cordate cinesi» smentisce Silvio Berlusconi. Sul dossier, secondo indiscrezioni di stampa starebbero lavorando per ora gli advisor legali (studio Chiomenti e Gianni Origoni Grippo).
La cessione dovrebbe riguardare una quota inferiore al 50% per un valore che, secondo indiscrezioni, oscilla tra i 25 e i 30 milioni di euro. Poi l'Ipo, che dovrebbe portare a una ulteriore diluizione. L'attenzione è puntata anche su Mediaset in attesa di sviluppi sul dossier pay tv e sull'atteso arrivo di nuovi soci di minoranza. Si continua a guardare a Vivendi che, con la sua cassa di oltre 10 miliardi da impiegare, potrebbe - sono i rumors ricorrenti - fare un'offerta su Premium o sull'intera società.
In movimento anche il versante editoriale con Mondadori, pronta all'acquisto di Rcs libri per 120-150 milioni. Infine Ei Towers, che dopo aver rinunciato all'Opas su Rai Way non ha però rinunciato all'idea di un polo delle torri televisive. Rimane incerta la riduzione imposta da Bankitalia nella partecipazione in Mediolanum: a Fininvest non piace - c'è un ricorso pendente al Tar - ma se dovesse procedere alla vendita di azioni della banca avrebbe altre munizioni in tasca.
«Non è del tutto comprensibile - ha detto il presidente Fedele Confalonieri riferendosi allo sbarramento che l'operazione ha avuto - e quando le polemiche si saranno placate la questione di un'unica infrastruttura italiana tornerà in primo piano». E, se qualcuno non avesse capito, aggiunge: «Noi ci saremo con grande disponibilità: è una battaglia di retroguardia impedire l'integrazione ed è fuori dal tempo condannare i campioni della comunicazione a un nanismo industriale che porta solo ad essere preda di gruppi stranieri».