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Focus - Rai, in contratto servizio per nodo scadenza ipotesi rinnovo al 2016

Creato il 24 marzo 2014 da Digitalsat

Focus - Rai, in contratto servizio per nodo scadenza ipotesi rinnovo al 2016La concessione del servizio pubblico generale radiotelevisivo, in base alla legge Gasparri, e' affidata alla Rai fino al 6 maggio 2016. A bocce ferme, quindi, senza una nuova legge che integri la Gasparri, occorre una gara europea per affidare nuovamente la concessione. Una gara alla quale la Rai può partecipare ma che può anche perdere. Ecco il punto. Non a caso, infatti, il contratto di servizio si occupa della questione all'articolo 24, 'Entrata in vigore e scadenza', e non a caso c'e' gia' un emendamento, a firma di Gennaro Migliore (Sel), per sostituire la parola 'scadenza' con la parola 'rinnovo' cui il relatore Salvatore Margiotta (Pd) vuole dare parere favorevole.

La differenza e' sottile e certamente non e' giuridica. Come dire che parlare di rinnovo e' gia' un'indicazione politica, una direzione di marcia sulla volonta' che sia nuovamente la Rai a prendere in mano il servizio pubblico radiotelevisivo. Le dichiarazioni, prima del viceministro allo Sviluppo economico Antonio Catricala', poi del sottosegretario che ne ha preso il posto con il governo Renzi e cioe' Antonio Giacomelli (Pd), vanno nella stessa direzione quando sottolineano la necessita' di una legge per affidare la nuova concessione dopo il 6 maggio 2016. E il relatore del contratto di servizio Rai-Stato, Salvatore Margiotta, mostra la stessa sensibilita', pur ponendo l'accento sui cambiamenti da mettere in atto in Viale Mazzini. «Credo che il Pd debba assumere un'inziativa molto forte - evidenzia Margiotta conversando con l'Adnkronos - per presentare un disegno di legge che, non solo, stabilisca il rinnovo della concessione, ma che in qualche modo abbia l'ambizione di ridisegnare il servizio pubblico e l'organizzazione stessa della Rai a partire dagli organismi di governance, fino ad arrivare a tutte le misure necessarie per avere tanta qualita' al minor costo possibile».

La palla, dunque, dovrebbe passare al leader democratico Matteo Renzi che ha gia' dalla sua Giacomelli allo Sviluppo economico e Margiotta alla vicepresidenza della Vigilanza Rai, e che dovra' intervenire sul ridisegno di viale Mazzini.

Lo stesso Margiotta sottolinea che «sulla partita che riguarda il rinnovo, Matteo Renzi vorra' essere protagonista sul disegno della Rai». Intanto il contratto di servizio e' ancora in cammino in attesa del parere della Vigilanza che non arrivera' prima di due settimane, considerato che e' in forse anche la seduta di giovedì prossimo, per impegni dell'Aula, e che su 150 emendamenti ne sono stati esaminati solo 26 e su 24 articoli solo uno, il primo.

Giovedì o il primo giorno utile della settimana successiva, si riparte dunque dall'articolo 2 e, più in dettaglio, dall'emendamento relativo alle sedi regionali. Un altro tema importante, quest'ultimo, al quale il relatore tiene in particolar modo, tanto che presentera' una modifica (in questo caso però all'articolo 5, 'Qualita' dell'informazione') che punti a razionalizzare le spese delle sedi regionali ma con l'intento di rilanciarle e riqualificarle, migliorando la qualita' dell'informazione, e, in sostanza, anche con l'intento di scongiurare la chiusura delle sedi Rai voluta dal commissario alla spending review, Carlo Cottarelli («e' possibile fare qualche risparmio ulteriore, io ho un pò di suggerimenti: per legge deve avere sedi in tutte le Regioni, ma potrebbe benissimo coprire l'informazione regionale senza avere sedi», ha detto Cottarelli il 12 marzo scorso). Non mancano ulteriori ritocchi al contratto di servizio Rai-Stato. Il relatore, tra le altre proposte di modifica, vuole presentarne una all'articolo 2 e, in particolare, alla voce 'Istituzione di un canale di comunicazione istituzionale'.

Più in dettaglio, Margiotta ha firmato un emendamento per sostituire la parola 'comunicazione' con la parola 'informazione', che, questo e' il senso, suona meno come promozione dell'Azienda e più come effettiva informazione di servizio pubblico volta a far conoscere con un canale ad hoc le attivita' di Camera e Senato, consentendo anche al Parlamento di risparmiare, visto che ad oggi il canale che fa la diretta di Montecitorio e Palazzo Madama gia' esiste ma e' sulla piattaforma Sky, mentre con la modifica targata Margiotta andrebbe sul digitale terrestre, divenendo visibile a tutti.

Allo stato attuale la diretta sulla piattaforma Sky costa per la sola Camera, orientativamente, 417mila euro l'anno, come riporta il sito della Camera stessa nella sezione dedicata a 'Spese' e 'Trasparenza'. C'e' un altro punto critico che attende i commissari della Vigilanza, quello relativo alle opere audiovisive realizzate dai produttori indipendenti. Un emendamento a firma di Vinicio Peluffo (Pd), in particolare, stabilisce che anche i produttori abbiano diritti sugli incassi realizzati dalla Rai, avendo prodotto le opere in questione. Il relatore, però, sta pensando ad una riformulazione che fissi per i produttori indipendenti una percentuale di partecipazione agli utili commisurata alle spese. Margiotta ha a cuore anche un altro punto contenuto nell'articolo 11 che prevede la fruibilita' di molti programmi per i disabili attraverso la Liis e la sottotitolazione.

Non solo. Altra scelta del relatore e della commissione, gia' introdotta nel testo di Margiotta, e' quella di andare nella direzione della trasparenza rendendo pubblici i curricula e i compensi lordi di dirigenti, collaboratori e consulenti, in sostanza, quindi, anche degli ospiti. Infine il tema del divieto di pubblicita' nei programmi per bambini, sul quale il vicepresidente della Vigilanza e relatore del contratto di servizio ha preso una pausa di riflessione la scorsa settimana, per decidere se tale divieto debba riguardare solo Rai Yoyo o, invece, ogni programma per bambini anche sui canali generalisti.


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