Aumentano di 206 milioni di euro i ricavi della Lega Serie A dalla vendita all'estero dei diritti tv del campionato. I venti club hanno infatti confermato all'unanimità l'incarico all'advisor Mp&Silva, che ha superato la concorrenza proponendo un'offerta da 186 milioni di euro in media dal 2015 al 2018, migliorativa rispetto ai 117 milioni di euro garantiti nel triennio che volge al termine. Vendendo il proprio prodotto dal Sudamerica all'estremo Oriente, nelle prossime tre stagioni la Lega Serie A incasserà una cifra crescente: 172 milioni di euro, 185 e infine 200, grosso modo l'obiettivo che si erano prefissato le società stilando il nuovo bando. Ricevute una settimana fa le offerte in busta chiusa di Mp&Silva, B4 e Img, oggi in assemblea i dirigenti hanno impiegato poco per decidere. E dopo appena quaranta minuti (in cui è stato confermato il fondo di solidarietà per gli alluvionati di Genova, con 150mila euro della Lega Nazionale Dilettanti che si aggiungono ai 200mila stanziati dalla Lega Serie A), la questione è stata archiviata con soddisfazione.
«Abbiamo dimostrato di essere un'azienda distributiva molto importante che riesce ad offrire cifre superiori della concorrenza. Siamo soddisfatti anche dopo le polemiche in cui ci hanno tirato per la giacca tentando di attribuirci etichette che non abbiamo mai avuto: tutte le 20 squadre hanno votato per noi, c'è stata unanimità e speriamo che intorno a noi si sia creata quella coesione che servirebbe in ogni campo. La divisione danneggia tutto il calcio italiano e l'unione d'intenti deve essere la base per la rilancio». Così, con una dichiarazione all'ANSA Riccardo Silva, Founding Partner di MP & Silva, commenta l'esito dell'asta sui diritti internazionali della serie A, che la sua società si è aggiudicata oggi.
«Abbiamo scommesso ancora una volta sull'Italia con un aumento dell'offerta che non corrisponde ad un aumento del valore del calcio italiano - spiega ancora Silva - ma è possibile grazie al valore commerciale della nostra offerta complessiva». «Il calcio italiano - spiega ancora all'ANSA - è solo uno dei 67 pacchetti di diritti nella nostra disponibilità, il nostro è un discorso commerciale strategico di massa critica di prodotto che va dalla Premier League, alla Ligue 1, alla NBA, alla FIFA, alla Formula Uno e al Roland Garros. Alle varie tv del mondo ci proponiamo con tanta offerta, con cui noi riteniamo di fare aumenti importanti del valore in modo strategico e complessivo».
Mp&Silva sarà infatti l'advisor della Lega Serie A per i diritti internazionali del campionato per il triennio 2015-2018, la sua offerta è stata di 186 milioni di euro in media a stagione rispetto ai 117 nell'ultimo triennio: in pratica un aumento nel triennio di 207 milioni.
«In pratica c'è stato un aumento del 60% del valore - spiega ancora Silva - prima di tutto perchè sono passati tre anni e vale per tre anni, mentre l'altra volta l'aumento era stato del 30% in due anni. Aumenta il valore della nostra offerta commerciale per la massa critica di prodotto, per la nostra forza contrattuale nei confronti delle tv di tutto il mondo. Le tv di 200 paesi del mondo con cui abbiamo rapporti sono felici di fare un intero palinsesto sportivo con unico contratto. È questo il meccanismo della distribuzione che a molti non è chiaro». «Anche la durata temporale del pacchetto - aggiunge - ha una sua fondamentale importanza. Se, dico per paradosso, si potesse prendere per 10 anni il valore aumenterebbe ancora di più, sarebbe quindi utile aumentare la durata temporale, soprattutto per l'estero. Se cambiassero la legge in questo senso - dice Silva - sarebbe un elemento molto utile e mi risulta che si stia cercando di fare passi avanti in questo senso».
Quella di MP&Silva è una realtà dalla natura tutta italiana ma in Italia conosciuta molto poco, anzi quasi per niente. Una storia personale di successo, nata da un'azienda familiare che produce cose concrete come saponi, ma della quale mantiene solo il cognome, per viaggiare prima nel mondo esclusivamente del web e poi trovare corpo in quello altrettanto immateriale dei diritti sportivi. E' una scommessa riuscita che si conferma anche con questo ultimo risultato, la storia di Riccardo Silva, milanese, 44 anni, presidente di MP&Silva società con 100 dipendenti nel mondo, con 18 uffici che vanno dalla sede di Londra, a Pechino, Budapest, Dubai, Dublino, Hanoi, Parigi, Miami, Monaco, Montecarlo, New York, Tokyo, Varsavia, Madrid, Jakarta, Taiwan e Lussemburgo. E poi Singapore dove tutto è nato esattamente dieci anni fa per iniziativa di Silva - che vive tra Londra e Miami - e del socio storico Andrea Radrizzani.
Una società che fattura 650 milioni di euro l'anno e che opera nel campo dell'acquisizione dei diritti internazionali dello sport. Non solo calcio, ma oltre 50 sport per un totale di 10 mila ore di tv l'anno trasmesse da 200 broadcast nel mondo. Dall'italiana serie A, al Campionato francese, alla Premier League inglese, alla Bundesliga, a La Liga spagnola, fino al campionato brasiliano. "Ma non c'è solo il calcio e proprio questa è la nostra forza - spiega ancora Silva - ovvero la possibilità di offrire alle tv un pacchetto completo di sport. Il calcio è importante, ma sono molti gli sport che oramai attraggono i telespettatori ed è importante che l'offerta sia diversificata. Il campionato di calcio italiano, ad esempio, perde sempre più valore perché le squadre italiane non sono molto rappresentate nelle competizioni internazionali e anche perché la legge stabilisce una durata piuttosto ridotta, mentre altri campionati vendono pacchetti anche di dieci anni che garantiscono una solidità nell'offerta. Il valore aggiunto viene comunque dall'abbinamento che noi facciamo in pacchetti molto più vasti e completi".
Ad esempio, è di questi giorni l'acquisizione da parte di MP & Silva della National Basketball Association (NBA) per la distribuzione dei diritti televisivi della NBA in Centro America e Sud America. "Noi non abbiamo una grande visibilità in Italia - spiega Silva - e del resto, pur essendo italiani, non abbiamo neanche una sede. Non siamo legati a nessuno, né tantomeno vogliamo esserlo, eppure come accade spesso in Italia siamo stati catalogati per i rapporti che abbiamo avuto con il Milan Channel. Cosa che era nata, essendo io milanese, da pura tifoseria non certo per l'amicizia con Galliani, che appena conosco. Del resto abbiamo anche un accordo con il canale tv dell'Arsenal fino al 2019, e per loro produciamo anche programmi, e nessuno ha mai detto nulla".
In attesa che la Serie A venda anche i pacchetti per internet, per i diritti in chiaro, per la radio, gli highlights oltre ai diritti per coppa Italia e Supercoppa, i 186 milioni di euro di media a stagione vanno a sommarsi ai 945 garantiti dall'accordo con Sky e Mediaset stretto a fine giugno sotto la regia dell'advisor Infront. Infront, in accoppiata con Il Sole 24 ore, è in corsa nel rush finale per il ruolo di advisor pubblicitario della Federcalcio. Sono rimaste in lizza anche le proposte del gestore uscente, Rcs (con Img) e di Swissone (azienda con base a Londra che agisce in accoppiata con Wpp). Dovrebbe essere decisiva la riunione del comitato di presidenza di domani.
Sempre più a corto di fenomeni, il campionato di calcio italiano mantiene comunque un certo appeal televisivo e, fra diritti nazionali e internazionali, ricava meno solo rispetto all'inarrivabile Premier League. In attesa di cedere anche i pacchetti per internet, per i diritti in chiaro, per la radio, gli highlights oltre ai diritti per coppa Italia e Supercoppa, la Lega Serie A si è assicurata una media di 1.131 milioni di euro a stagione per il prossimo triennio, cifra superata solo dal campionato inglese che fra diritti nazionali e internazionali attualmente incassa il doppio, 2,2 miliardi nel secondo un report di TV Sports Markets.
La Liga spagnola arriva a circa 755 milioni di euro ma finora il sistema di vendita soggettiva garantisce le fette più grandi della torta alle due big, Real Madrid e Barcellona. Punta ad aumentare i ricavi (circa 698 milioni di euro fino al 2017) anche la Bundesliga, il campionato più virtuoso fra i cinque principali europei, considerando che - come ha evidenziato il report «Deloittès Annual Review of Football Finance» - gli incassi da diritti tv non rappresentano la maggior fonte di ricavo, costituita invece dalle entrate commerciali. La Ligue1 attualmente incassa 608 milioni di euro, destinati a crescere grazie agli accordi con Canal Plus e BeIn Sport che dovrebbero garantire ai club francesi circa 748,5 milioni di euro all'anno per il periodo 2016-2020