La vittoria della Roma contro una pur convincente Fiorentina ha scongiurato il pericolo che il massimo campionato italiano fosse già concluso con largo anticipo. Intendiamoci, la squadra di Garcia, ancora imbattuta, non si poteva certo definire in crisi, ma le dieci vittorie consecutive in serie nelle prime dieci gare di campionato non erano bastate a scoraggiare la Juventus, in grado di sopperire con punti, vittorie e un ritmo appena inferiore ai capitolini, ai presunti mal di pancia di alcuni giocatori. Così sono bastati pochi punti persi dai giallorossi per proiettare la squadra di Conte in cima alla graduatoria, posizione dalla quale sarà difficile spodestarla, visto l’attuale stato di forma di una squadra “abituata” a vincere, come si suol dire. Stridono invece alcune situazioni più sotto, a partire da quel Napoli tanto esaltato alla vigilia e giustamente elogiato nell’approccio sobrio ma convincente di Benitez (così lontano nella forma da quello del suo predecessore Mazzarri), e ora alle prese con una seria ricollocazione tecnica. L’allarme difesa, da sempre messa sotto torchio dal tecnico spagnolo sin dal ritiro estivo, quando nemmeno troppo velatamente aveva caldeggiato puntelli riconosciuti in quel reparto come il suo fidato ex giocatore al Liverpool Skrtel, è ormai deflagrato. Una stagione partita in modo scoppiettante rischia seriamente di essere compromessa prima delle feste natalizie, se consideriamo la distanza sempre più considerevole dalle prime e la poco fortunata apparizione in Champions, al cospetto di un girone che si sapeva presentare un sacco di insidie. Nulla è perduto, per carità, ma per i partenopei occorre invertire la rotta il prima possibile, perché nel calcio – ahimè o per fortuna – alla fine contano solo i risultati, in questo momento di certo non favorevoli.
Tutta la gioia sprigionata da Destro, al rientro dopo un lungo infortunio e subito artefice del gol vittoria della Roma contro la Fiorentina
Ed eclatanti sono pure le situazioni delle due milanesi, alle prese con un’annata di transizione, diciamo così (ennesimo tentativo di nascondere delle crisi tecniche e societarie evidenti?). Se all’Inter si può provare a guardare con ottimismo all’imminente futuro, visto l’ufficiale ingresso in società del magnate Thohir, e un campionato tutto sommato in ripresa dopo il disastro dell’anno scorso targato Stramaccioni, al Milan non si sono ancora del tutto sciolti i nodi di un presunto passaggio di consegne in società tra il “vecchio” ma vincente Galliani e la giovane rampante Barbara Berlusconi, “figlia di” cotanto presidente. Un passaggio di testimone che non può avere ripercussioni su una squadra comunque gravemente ridimensionata negli ultimi due anni e miracolosamente tenuta a livelli quanto meno di dignità dal cocciuto Allegri che continua ad andare avanti per la sua strada, nonostante la bussola ormai persa. Non fosse per un incostante Balotelli o per un redivivo ed encomiabile Kakà, non oso pensare dove sarebbero in classifica i rossoneri. Su Mario non so più che scrivere, è davvero uno di quei giocatori che non riesco a classificare, collocare, comprendere. Ha le potenzialità del fuoriclasse, ma un’indolenza, una personalità e un atteggiamento il più delle volte penalizzante per la squadra. E se è pur vero che l’anno scorso praticamente da solo (beh, mettiamoci pure qualche “aiutino”, ecco, ormai l’ho detto!) ha condotto il Milan a un insperato terzo posto con i suoi gol, quest’anno spesso ha fatto giocare la sua controfigura “cattiva”, quella che si fa espellere ogni due tre gare, quella che litiga con tutti e che si atteggia a star. Inutile girarci attorno, nonostante lui affermi a più riprese di voler essere trattato come un ragazzo normale di 23 anni, è evidente che il senso della realtà è ormai andato perso, e non per colpa sua, o solo sua. Se guadagni milioni, frequenti top model, ti fai paparazzare ovunque, twitti a getto continuo una marea di stronzate e cambi Ferrari così per ripicca, allora caro Mario, non so se tu davvero hai idea di come vivono i tuoi coetanei. Poi, andrebbe tutelato maggiormente dagli arbitri: è inaudito che venga sistematicamente insultato, provocato e offeso dagli avversari. Lui deve imparare a non reagire, è ovvio, ma certe cose farebbero andare in bestia chiunque, sulla questione razziale davvero non transigo e fossi l’arbitro ad esempio contro il Catania avrei certamente espulso Spolli dopo quello che ha gli ha detto.
ennesimo pareggio dell’Inter: 3 a 3 scoppiettante – e sofferto – contro un forte Parma
L’Inter non ha saputo approfittare del calo del Napoli ed è riuscito a fare peggio quasi degli avversari, pareggiando contro avversari alla portata come Sampdoria e Parma, rischiando anzi il tracollo con quest’ultima squadra, nonostante un Cassano ieri non all’altezza. Una squadra “in divenire” quella nerazzurra, con margini di crescita, ma con limiti ancora evidenti, specie in difesa. Dobbiamo infine registrare una crisi che pare irreversibile da parte della Lazio, alle prese col nodo Petkovic (fossi in lui lascerei la barca che affonda, credo abbia responsabilità molto limitate nella brutta stagione in corso) e le belle affermazioni di Torino, Verona (tornato a una faticosa vittoria dopo tre ko consecutivi e ora saldamente sesto con una classifica davvero sontuosa), Sampdoria e Chievo (3 vittorie nette consecutive per gli uomini di Corini), come a dire che il cambio di tecnico a volte serve eccome, come scritto in un mio recente post qui sul blog. In coda sempre più critica la situazione del Catania, dopo anni di boom calcistico: squadra troppo rinnovata – e alla resa dei conti indebolita, non avendo sostituito degnamente i vari Lodi, Gomez, Marchese e alle prese con i lunghi infortuni di uomini chiave come Bergessio o Izco – e involuta. A questo punto, era stata tutta colpa di Maran, lo stesso tecnico del “record dei punti” la partenza shock di quest’anno?