Il direttore di rete, Giancarlo Leone, è «strafelice«. «Per la prima volta Rai1 ha trasmesso in prima serata il film di un concerto. Il nostro pubblico si è ringiovanito di 10 anni con una media di 49,3», sottolinea, confessando di pensare adesso a un progetto con Claudio Baglioni. Dati alla mano, lo show ha raggiunto il 13.71% nel pubblico tra i 25 e i 54 anni: l'hanno visto in particolare i giovanissimi (17.46% sul target 15-24 anni), ma anche adulti (15% sui 45-54enni) e giovani (14.02% sulla fascia 25-34 anni).
Jovanotti ha fatto ballare davanti alla tv più il pubblico femminile (14.77%) che maschile (11.07%) ed è piaciuto a un target 'pregiatò, raccogliendo il 17.42% tra i laureati. Sul piano territoriale, ha prevalso il pubblico del Centro Nord (19.24%, seguito dal Sud con il 13.87%). Il picco è stato raggiunto alle 21.19, all'inizio dello show, con 4,3 milioni e il 17.48%. Circa 11,4 milioni i contatti. Rivedere il concerto è stato come «riviverlo per la prima volta», scrive oggi Jovanotti sulla sua pagina Facebook ringraziando i fan. «Si può fare meglio, sì sì, si può sempre fare meglio, e meno male che ci sarà occasione di farlo. Insieme, se sarete con me in questo viaggio». Ma il tam tam sulla rete si interroga sul risultato. C'è chi sottolinea che « lorenzojova ha avuto 32.641 tweet da 15.047 autori. Mi sembrano pochi considerando 1.700.000 follower».
Chi su diversi blog, rilanciati da Twitter, ipotizza che gli ascolti abbiano dimezzato quelli stimati da Rai Pubblicità («6 milioni di spettatori con uno share del 26%«). Anche Gad Lerner pensa che l'esito sia «la metà del previsto, a essere generosi. Con tutto il rispetto per il lavoro di Jovanotti, che ha tutto il talento necessario per continuare a riempire gli stadi, e anzi non si giova del profilo nazionalpopolare cucitogli inevitabilmente addosso da Rai1, la circostanza non va ignorata. Registriamo questo smottamento in corso nella cultura pop della nostra penisola», scrive sul suo blog, chiedendosi se non «stiamo per rivivere un tempo di controcultura alternativa«.
Opposto il parere di Riccardo Bocca sul sito dell'Espresso: «In questo avanzo di Italia depressa, avviluppata allo spleen del postvacanze e intimorita dalla prospettiva di mesi dolenti, il tour show ha avuto un effetto balsamico».