Pubblicazione in Gazzetta entro questa o la prossima settimana, base d'asta di circa 90 milioni di euro, probabile conclusione entro l'estate. Il governo rende noti modalità e tempi dell'asta sulle frequenze del digitale terrestre, che dovrebbe aprire il mercato a nuovi soggetti consentendo di chiudere la procedura d'infrazione avviata dall'Ue.
Una gara arrivata dopo un lungo iter, ripercorso oggi dal viceministro allo Sviluppo Economico, Antonio Catricalà, in commissione Lavori Pubblici al Senato, e passato attraverso l'abolizione del contestatissimo beauty contest, che avrebbe assegnato gratuitamente le frequenze. Ora il governo spera - nonostante la congiuntura economica poco favorevole - che ci sia ampia partecipazione e l'introito per lo Stato sia più consistente della base d'asta.
«In questi giorni si stanno definendo con gli uffici della Commissione Ue gli ultimi dettagli - ha riferito Catricalà -. Stiamo aspettando ad horas la conferma del recepimento delle osservazioni per poter trasmettere il testo all'Agcom e alla Gazzetta Ufficiale».
La gara dovrebbe consentire di chiudere la procedura d'infrazione avviata dall'Ue nel 2006 per i limiti alla concorrenza ravvisati nel passaggio al digitale. Tra i punti sotto osservazione da parte della Commissione europea c'è ora l'obbligo di chi detiene molti ripetitori, come ad esempio Mediaset, di cedere ad altri operatori parte della capacità trasmissiva.
«Al fine di prevedere misure che garantiscano l'accesso al 40% del quinto mux detenuto - ha precisato Catricalà - è previsto che l'Agcom effettui un'apposita analisi di mercato della capacità trasmissiva».
I nuovi entranti o piccoli operatori - come stabilito dal disciplinare dell'Agcom - potranno concorrere per tutti e tre i lotti in gara, Sky Italia potrà concorrere per un solo lotto, mentre sono esclusi Rai, Mediaset e Telecom Italia Media.
Quest'ultima, dopo la cessione di La7 a Urbano Cairo, si appresta a chiudere la trattativa per la fusione tra Timb, proprietaria di tre multiplex per la trasmissione televisiva, e il Gruppo Espresso, che con Rete A detiene due multiplex.
«È imminente - ha confermato Catricalà - il consolidamento di un nuovo soggetto detentore di cinque multiplex».
In Commissione non sono mancate le voci critiche.
«Considerando che nel 2015 la convenzione di Ginevra diminuirà il numero di frequenze coordinate con gli altri Paesi europei, destinate alla televisione, è necessario fermare l'asta e capire come rimodulare tutta la ripartizione delle frequenze», ha detto il senatore di Scelta Civica, Maurizio Rossi. «È un vero e proprio film degli orrori, tra omissioni, rinunzie, cause giudiziarie e ritardi. Sono quasi otto anni che perdiamo tempo», ha aggiunto il collega del Pd, Salvatore Margiotta