Tale tendenza non accenna a rallentare. Smart TV, game console, tablet e altri apparati mobili continueranno ad alimentare la crescita della domanda. L'imminente commercializzazione su vasta scala di televisori Ultra HDTV rafforzerà tali tendenze. La crescita della domanda e del tempo di visione comporterà anche un incremento dei servizi non lineari, a cominciare dal Video on Demand (VOD), destinato a diventare un compagno non occasionale nella fruizione dei contenuti d'intrattenimento su internet.In questo scenario, ITMedia Consulting stima che il totale delle entrate da servizi VOD in Europa Occidentale raggiungerà €2,3 miliardi nel 2017.
A livello geografico, il Regno Unito continuerà a rappresentare la best practice nel settore, soprattutto per quanto riguarda i ricavi da SVOD. Germania (particolarmente attiva nel TVOD) e Francia seguiranno, con dinamiche di crescita molto interessanti nei prossimi anni. Più in ritardo i paesi deldel Sud Europa, tra cui l'Italia, dove le problematiche infrastrutturali e dunque di accessibilità ai contenuti online rappresentano uno dei maggiori colli di bottiglia.
In termini di attori, i broadcaster potranno giocare un ruolo importante in questo processo se sapranno adattarsi rapidamente alla nuova situazione, investendo in qualità e modificando rapidamente le loro politiche di prezzo, basate finora non su volumi ma su alte marginalità per unit.
Telcos e cablo-operaori cercheranno di monetizzare maggiormente I vantaggi derivanti dal loro posizionamento nella catena del valore, ma non favoriti in questo da una chiara e spesso altalenante definizione delle loro strategie.
I grandi distributori e OTT player internazionali (Netflix, Amazon e Apple) saranno comunque coloro che si spartiranno la maggiore porzione della torta, favoriti da modelli di business più aggressivi e meno legati alla necessità di non cannibalizzare il loro mercato core come avviene per i broadcaster. Operatori locali potranno competere in questo segmento, soprattutto nel comparto TVOD.