vladimir shipulin
FOEMINA
fallo fallo – ti grida — e pure ti sceglie nel tuo errore. chiara ti cade sulla fronte
e s’innamora. l’utero tempio disegnato in terra e tube che risuonano.
semen semen – chiama – e ti propaga xx xy
in figli cristallini, intatti (antigone, astianatte).
Sàziati del suo curvo mistero, svègliati dai ground-zero.
femina mi disse e scrisse la mia storia ora per ora
mentre muto il mio stupore s’abbarbicava al bianco sole
che mi squagliò le ali e precipitai in cavità infernali
cerco di venirne fuori d’inventarmi suoni di colori e sapori
ma la bocca roccia di stoppia dentro m’arrocca in poppa
una notte stanotte è fonema e isterica inonda
quasar sfalla tizzoni zampillante e orde azzurre dà
anti-gonade musica un’orchidea e onda di feromoni
e “Astianatte” gamete di tempesta semema il cavo dell’∞-zero
ça va sans dire clinamen innamora il round delle incognite
clinamen disegna corpi in coincidenze ellittiche
stupore di linee rette in mistiche volute -vita
foemina crepa nel muro del pudore
climax di un assoluto ardente in cicli in pepli
cóva di arancio e fuoco di squarci e lampi
… cerco una femmina non effemminata, una feminota sconosciuta
Da condurre nel non-luogo dove trapela l’amore
Volere volare insieme sul calcinculo col batticuore
Cara fœmina sbadata, sbandata, sbrandata, sbrindellata
Sai che c’è? Che mi sono tanto scapricciato con te …
Una femmina accaduta, una femmina pienamente respirata.
Il suo asse, come quello terrestre, è immaginario, il suo asse
come quello terrestre regala giorno e notte. Paradiso fiorito
dall’Inferno, il suo asse serrato nell’anello sentirà tutto il midollo.
Il bambino voglio e che mi accalappi la luna.
tra questi corpi in caduta deviata e traiettoria
all’infinito cerco l’abbraccio di spirale che avvolga
e superi questo corpo in assegnazione provvisoria cerco
un gorgo di piacere smemorato uno sgomento senza paura
dove scivolare fino al palmo di una mano aperta
Stendo le braccia, inspiro avida, e trovo le mani. Il legame elettrizza la fila.
Salgono antenate in colonne come rami al cielo, sotto di me si sfilano ,
bicchieri di carta, donne future, raggi verso il fondo lontanissimo, invisibile.
Ecco, sono punto del ricamo, polipo di barriera,
ondeggia il tempo come materasso di torba umida se saltiamo.
ci affatichiamo; m’insinuo dentro, forse ci sono, forse sono rinata a pezzi
così vergine da leccare un uomo appena nato, rifletto
inghiotto oggetti e figure, i nomi, le cerimonie della sabbia e troppa polvere
prendo casa nelle notti strette, nel fresco degli specchi
Corretti ci sediamo insieme: a fondo nella schiena senza mai coniugarti.
Dicevo corpo, ma pensavo all’anima –
dare corpo all’anima forse non si può dire
e invece io qui lo affermo: e dico che ogni corpo
s’incarna meglio se spirito l’infonde… Confricano
l’anima e il suo corpo, per sublimarsi essenza.
Ho camminato negli anni imperdonati. Lì – appesa
a un interrogativo vagosentire. E quarant’anni
di dormiveglia. Smisurata m’intendesti – e viva.
Ti sapevo tra le dita come i grani d’un rosario:
ti sapevo preghiera – privata attitudine allo stupefacente.
Noi Rebeldìa 2014. Notizia e regole
“Noi Rebeldía” è il nome di un soggetto collettivo poetico che si sperimenta nella costruzione di un testo collettivo poetico comune e in rete. Un’operazione costruttiva dove il soggetto e la soggettività del singolo poeta, chiamato a partecipare, si presenta come “io noi”, ovvero una voce che parla con la voce del gruppo. Un’intelligenza e una volontà collettiva che, allegoricamente attraversate e motivate da un “disinteresse-interessato” per il “bene comune” e la “poesia bene comune”, sono orientate a una produzione poetica in cui le scelte estetico-simboliche e/o linguistico-semiotiche siano “sema” etico-politico e antagonismo sociale, e la potenza d’uso della poesia, della lirica, non sia più deprivata dell’impegno.
Del fare poesia e “lirica” dell’impegno comune, il soggetto po(i)etico “Noi Rebeldía”, praticando due diverse procedure – la prima proponendo innesti a partire da un testo già compiuto; la seconda partendo dalla proposta di un incipit di 5 versi che altri 11 partecipanti, muovendosi all’interno del nucleo semico proposto come significanza pratica essenziale, proseguono con altri innesti di 5 versi ciascuno, ha dato prova di fattibilità con WE ARE WINNING WING (“Noi Rebeldìa 2010”: retididedalus.it) e L’ORA ZERO (http://www.retididedalus.it/Archivi/2013/maggio/LUOGO_COMUNE/4_multitesto.htm). L’ora zero, come è stato per We are winning wing, è messo online su http://www.retididedalus.it ed è stato proposto e accolto da altri siti e blog di poesia (italiani e non italiani).
Oggi, 2014, l’esperienza e la sperimentazione del “Noi Rebeldía” e del soggetto po(i)etico collettivo e anonimo continua a proporre l’impegno e la sfida, sia raccogliendo altre adesioni nella rete, sia trovando altri siti per mettere in video e ascolto il maturato di un’azione poetica “comune” e non pacificata. I testi collettivi anonimi, compreso l’incipit iniziale, saranno di 11 lasse ognuno.
Ogni gruppo che condivide l’esperimento e partecipa come “Noi Rebeldía” deve rispettare le regole seguenti: 1) la composizione deve coinvolgere 11 poeti diversi; 2) ogni lassa (delle 11 finali) deve avere solo 5 versi; 3) il poeta che prende l’iniziativa e contatta gli altri terrà in serbo i nomi di ciascuno e non li renderà pubblici; 4) ciascuna nuova composizione, laddove nasce una nuova iniziativa, può partire dal prelievo (ma non necessariamente) di una sola lassa di 5 versi dai testi già in rete e sviluppare un nuovo testo di 11 lasse (coinvolgendo naturalmente altri 10 poeti); 5) ogni pubblicazione deve essere firmata (cfr. eventualmente il sito di Nadia Cavalera http://www.nadiacavalera.it come segue: Noi Rebeldía 2014.0.1 seguito dall’indirizzo (url o blog) ospitante; 6) se lo stesso sito ospita un altro testo la numerazione deve essere progressiva: Noi Rebeldía 2014.0.2 + l’indirizzo (url o blog) ospitante. Ogni iniziativa è invitata al rispetto delle regole proposte. Si prevede anche la possibilità di un’edizione cartacea dei lavori, rendendo pubblici tutti i nomi (ma senza legarvi la paternità o maternità delle singole lasse; le versioni rimarranno sempre come testi collettivo-anonimi). Ogni poeta che prende l’iniziativa, nel contattare gli altri, è opportuno che dia informazione sulle regole da condividere.