Catania, luglio, afa. Uno spumante, una paella surgelata, posate di plastica e rasoi monolama usa e getta: “C’era un prendi due paghi uno, ma io credevo che una morte sola mi sarebbe bastata”. La protagonista muore, ma la vita continua. E va raccontata. Spiazzante? No, semplicemente Viola Di Grado: talento venticinquenne della letteratura italiana (e [...]
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