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Foggia. Ovvero, come ti abbatto la Torre

Creato il 08 novembre 2010 da Radicalelibero

Santarelli 7. Non occorre essere un marziano per risultare migliore di Ivanov. Un cacciatore di farfalle alle prime armi ne prenderebbe di più. Ma il Santa ingarra la partita. Non avesse intercettato la minolla di Carparelli- bumbum non ci sarebbe stata più ragione di giocare oltre. Oltre al culo c’è di più…

Candrina 6.5. A parte i capelli scandalosi, è l’unico, lì dietro, che si danna l’anima. Fa il capitano e, a vederlo giocare, è il perfetto esempio della filosofia di Zeman: non difende un gran che ma corre come un ossesso passato il centrocampo. (sost. Tomi sv.)

Regini 5. Stona il Blasco, questa volta. Stecca a tal punto che, a pochi secondi dal fischio del novantesimo, manda a rete un pisano per raccogliere 100 euro cadute a terra a qualche tifoso.

Salamon 6. Come il re ebreo, spacca sé stesso in due. C’è Sala, quello del primo tempo, senza cervello, senza muscoli, senza cuore, senza polmoni; è c’è Mon, che è totalmente diverso. Si piglia il centrocampo sul groppone ed arretra a randellare senza complimenti. Si può dare di più.

Rigione 5.5. Bravo a mettere spesso gli avversari in fuorigioco. Meno bravo a volerlo fare a tutti i costi. È un mulo. Ma l’asino casca in molte occasioni. Nel primo tempo fa il nano e il ballerino. Nel senso che lascia che la difesa balli bellamente. Si riprende nella ripresa.

Iozzia 5.5. Come sopra.

Agodirin 8. Kolawole sì, Kolewole a me mi fa impazzire… Corre come un furetto e segna come un ariete. Lui, un metro e due sputi stacca in area e fa pareggiare il Foggia. Un fenomeno a costo zero.

Kone 5. Pompato. Non ne azzecca una. Non corre, anche perché non è esattamente una scheggia. Rallenta il gioco, non riesce ad impostare il gioco, non fa assist, perde palloni in quantità industriale. A vedere Pazienza, viene da piangere… (sost: Palermo 6. Meglio di Kone, perlomeno corre dappertutto. È in attacco, è in difesa, è a centrocampo. Metterlo titolare, no?)

Sau 6.5. Non segna, ma fa segnare. Corre per tre, salta l’uomo, ci prova. Tanto avulso nel primo tempo (colpa anche di un campo che, a confronto, San Michele è l’Olimpico…) quanto determinante nella ripresa. Ciccio Baiano del Duemiladieci. (sost: Cortese 6. Entra, tira e colpisce l’incrocio dei pali. Però…)

Laribi 6. Anche lui contagiato dalla sindrome di Two face. Un primo tempo inguardabile, da nervi. Poi Zdenko man lo sconfigge e lo ridà al campo disintossicato della parte nera. Manca il gol, ma per poco. Lo stile non è acqua minerale. Una partita normale, dopo tante iperboli sportive, ci sta.

Insigne 7. È talquale a Sau. Tanto che, approfittando della somiglianza, la mette dentro e fa vincere i satanelli. Lui, napoletano, regala i tre punti forse più importanti della stagione del ritorno di Zeman.

Zeman 7. Lo fa apposta, non ci sono altre spiegazioni. Guardatelo in panca: perde e non si incazza, pareggia e non si scompone, vince e non esulta. Vietato ai deboli di cuore

 



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