Piove.
Ne sento il picchiettio regolare già da un po’.
Macchine che passano.
Rumore acquoso delle ruote che attraversano le pozzanghere.
Mi alzo per guardare fuori dalla finestra. Di fronte casa il viale alberato.
Alberi altissimi, dai rami lunghi che si protendono verso il cielo come braccia.
Le gocce, cadendo, trascinano giù anche le foglie che sono ancora unite ai rami, ma ormai morte.
Inesorabilmente si staccano, cadono..
Non so se fa lo stesso effetto a voi.. a me fanno una tristezza enorme.
Mi avvilisce vederle cadere per terra, insieme alla pioggia.
Appesantite dall’acqua non fluttuano quasi per nulla nell’aria.
Cadono giù pesantemente.
Senza alcuna leggerezza.
Senza grazia.
E le immagino arrabbiate con la pioggia, che le spoglia della loro ultima bellezza. Di quella eleganza affascinante che mi incanta a volte mentre le guardo galleggiare per lunghi istanti prima di finire al suolo.
Foglie morte, mi fanno pensare a tutto quello che la fine dell’estate comporta.
E non solo: mi sforzo di trovare qualcosa di buono, che mi dia un po’ più di energia positiva di così..
Ed in effetti, ora che ci penso, associo sempre alle foglie morte le parole (solo l’inizio eh) di una poesia straordinaria di Jacques Prévert, Les feuilles mortes, appunto.
E sono riuscita a scovare questo video per voi, in cui c’è anche la voce della meravigliosa Piaf.
Emozionatevi..