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Folco Quilici: L'Italia Vista dal Cielo - Sicilia

Creato il 14 agosto 2013 da Italiabenetti @italiabenetti

LA SICILIA
Nel lungometraggio, dedicato alla Sicilia vista dal cielo, si rivela subito la complessa identità di questa regione; una terra che ha visto la presenza di numerosi popoli, di lingue e civiltà che qui si sono riversate ed incrociate. Sicani, siculi, greci, romani, cartaginesi, bizantini, arabi, normanni, francesi e spagnoli, la cui presenza è ampiamente documentata da templi e monumenti, proprio a testimoniare la loro sovrapposizione al centro del Mediterraneo in oltre quattromila anni di storia. Nel filmato "Sicilia" lo sguardo del grande regista scopre via via il mare incantevole dell'isola, le sue coste, il blu profondo del Tirreno, il tramonto tra Vulcano e Lipari, i tetti ordinati e le facciate delle case di Cefalù. Volare sulla parte monumentale delle città, dei paesi e delle zone archeologiche della Sicilia viene raccontata da Quilici come un'esperienza unica poiché l'isola si mostra senza più segreti in tutta la "sua docile semplicità". Ed ecco scorrere le immagini dei templi di Segesta, di Selinunte e di Agrigento, gli anfiteatri di Siracusa e di Taormina, i mosaici romani, le cattedrali di Palermo e Cefalù e ancora i castelli normanni, le ville barocche e i sontuosi palazzi in ogni città, provincia e paese. Immagini che racchiudono secoli di storia, di popoli e di cambiamenti. Immagini che raccontano di epoche, di civiltà e della loro evoluzione, come ben documenta la parte dedicata alla Magna Grecia in Sicilia, un'epoca grandiosa che ancora oggi si ritrova nelle rovine archeologiche e nei templi che riportano all'antico splendore. Ed ancora, lasciando scorrere le immagini, ci si ritrova in un'altra importante epoca storica, quella arabo-normanna, con il mercato della "vucciria" di Palermo, una sorta di soukh arabo, o la chiesa di San Giovanni degli Eremiti, uno dei più preziosi gioielli di Palermo, luogo di raccoglimento e di preghiera. La civiltà normanna si scorge, invece, nei palazzi, nelle chiese e nei castelli che di quei popoli conservano l'impronta, rimasta forte e viva nonostante il fluire del tempo. Come la cattedrale di Cefalù, cattedrale normanna che un tempo era stata moschea; "difficile cogliere il segreto di quella doppia essenza - commenta Quilici - di quella doppia natura, di quell'unica civiltà che veniva dalla somma aritmetica di due". E lontano dai grandi monumenti che hanno fatto la storia della Sicilia, l'isola si racconta attraverso la sua natura che parla di tempi lontani e di tradizioni popolari che sono lo specchio delle passate stratificazioni. E così il regista filma la più antica e complessa pesca nei mari della Sicilia, la tonnara, che nella sua ritualità e nella sua tecnica fa ritrovare l'eco delle stratificazioni culturali del bacino del Mediterraneo. A rivelarlo sono le parole che indicano i momenti ed i personaggi di questa battuta collettiva ai tonni, racconta Quilici, e così il capo-pesca viene chiamato "rais", dall'arabo, mentre il canto per l'arrivo delle prede è detto "scialoma". Un viaggio virtuale in cui la regione scopre i suoi mille volti, mostrandosi in tutti i suoi aspetti e nelle sue numerose contraddizioni, come ben descrivono le parole del grande scrittore siciliano Leonardo Sciascia tratte dal volume antologico "L'Italia vista dal cielo - 1966-1984" promosso dalla Esso Italiana ed edito nel 2002 al lancio del progetto di restauro dell'intera serie di filmati:
"...ma da questo nostro punto di vista aereo, la Sicilia è innanzitutto una terra che si slarga in pianure, ora aride ora feraci, che si raggruma in dure montagne e altipiani, una terra povera di corsi d'acqua, ma, a volte, repentinamente illuminata da lucenti spazi liquidi di laghi e bacini, cretosa e arida in certe zone o arsa dal vulcano e dalle zolfatare e però fertile di messi, rigogliosa d'orti e di giardini, di boschi e pinete...".

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