I Folkstone sono una delle novità musicali, per quanto riguarda la mia libreria musicale, riguardanti l'annata 2011/2012. Il loro sound, nato tra un perfetto connubio di strumenti elettrici e medievali, è un qualcosa che non può far altro che farsi ascoltare. Senza parlare del fatto che i testi sono completamente in italiano, cosa per la quale hanno tutta la mia stima (ci vuole coraggio a proporre testi in italiano in un mondo musicale dominato dall'inglese).
Non sono la classica band folk/metal. Certo, alla prima impressione è proprio questa la definizione che potrebbe venirci in mente, ma scorrendo di canzone in canzone emergono alcuni tratti che rendono questa band una delle più interessanti realtà italiane per quanto riguarda la scena metal/rock. Diciamo pure che per questa band non vale il detto che la prima impressione è quella che vale.
La prima volta che li ho visti dal vivo è stata, per la precisione, l'estate scorsa a Zevio (VR) in occasione del Goose Festival. Quest'anno, appena arrivata la notizia di un loro concerto in quel di Villafranca di Verona, non ho avuto il minimo dubbio su quale avrebbe dovuto essere il mio impegno per quella data; che poi l'esibizione fosse prevista in occasione della festa di san Patrizio, be', è stato solo una variabile che mi ha aiutato nella scelta.
Oggi sono qui per farvi sentire il loro ultimo singolo, tratto dal loro ultimo album Il Confine. Dico solo che l'intera discografia dei Folkstone, da un paio di settimane, impazza sul mio iTunes.
Buon ascolto!
Non parlar
Nebbie sovrastano le mie città
E visto che non riesco a non farvene sentire un'altra, ecco a voi Omnia Fert Aetas, grandioso pezzo tratto anch'esso da Il Confine e che non riesco proprio a togliermi dalla testa.
E.