Magazine Diario personale
Ci sono unsacco di categorie che non sopporto.
In barba al politicamente corretto, odio i parroci, gli ausiliari del traffico, i medici della mutua, i professori di educazione fisica, gli avvocati civilisti, le persone in divisa (perché la coglionaggine aumenta in modo esponenziale se camuffata), i parcheggiatori abusivi, gli agenti immobiliari, i benzinai, i controllori sull’autobus, naturalmente i farmacisti.
(Ho offeso tutti? Vado avanti)Ma da un po’ di mesi campeggiano imbattuti sulle mie palle, i tizi travestiti da gangster con la cartellina in mano che bussano alla porta ad orari improbabili per rifilarti il folletto. Vengono in media 3 volte alla settimana, offensivi e boriosi.
- Scusi, lei che aspirapolvere usa?- Non ne ho idea, so solo che il gatto la teme molto.- E funziona?- Direi.- Le posso far vedere quant’è sporca la sua casa?- No guardi, so farlo benissimo da sola.- Ma lei ha anche il parquet!- Appunto, la polvere lo rende vintage.In realtà, dentro di me la tentazione di mandarli a farsi un folletto è forte, ma poi mi tornano in mente tutti i motivi per cui voto a sinistra e così desisto.
3.00pmSedate le pupe, io il pomeriggio dormo.Sono geneticamente predisposta al pisolino: come i vecchi, io dopo pranzo riposo gli occhi, mi abbiocco, vado a coricarmi. Dormo.
Campanello.Bestemmia.Ancora campanello, questa volta più insistente.Egle si sveglia, è più incazzata di me.Matilde piange.Guardo dallo spioncino e lo riconosco: quel gessatino impomatato lo hanno solo loro. Spalanco la porta, ho gli occhi iniettati di sangue.
-Ciao sono della folletto.-Sì?- Posso parlare con mamma? - NE COMPRO DUE!