Pare impossibile, eppure osservando i post su Twitter, ci si rende conto che la maggior parte sono richieste di followers. Richieste immediate o post automatici che fanno richiesta esplicita di nuovi “seguaci”.
Una gara per raggiungere nuove soglie. Si festeggiano i primi 1000 followers. Ma non bastano mai. Si vuole arrivare in alto.
Se da un certo punto di vista è un bene avere molte persone fra i propri contatti, specialmente per chi propone qualcosa in vendita o vuole pubblicizzare il proprio blog, è anche vero che la maggior parte dei followers acquisiti in questo modo, difficilmente leggeranno i nostri post.
Allora perché così tanto accanimento! Oltre che di cattivo gusto, trovare la bacheca inondata di richieste d’amicizia da persone che non hanno nessun interesse in comune con noi, (che tipo di interesse può avere un ragazzino di 13 anni con me?), fa si, che la maggior parte vengano scartati a priori.
Il bello di Twitter consiste nel poter scegliere chi seguire e chi no. Senza nessun obbligo di sorta, senza offese per nessuno. Al contrario di Facebook, dove è richiesto esplicitamente il consenso di entrambi, su Twitter posso seguire chi voglio senza consenso, senza imposizioni.
Sullo stesso piano vanno in RT obbligatori, richiesti da molti!
Il RT non è altro che il ri-postare una frase, un link che ha attirato la nostra attenzione, che ci piace, che ci interessa.
Perché retweettare qualcosa che non ha nessuna attinenza con me? Con i nostri post, noi mostriamo ai nostri followers ciò che noi amiamo, ciò che ci interessa. In un certo senso stiamo parlando di noi. Attraverso le nostre parole, le immagini che pubblichiamo, le condivisioni che facciamo.
Ogni post che mettiamo mostra ciò che siamo o non siamo.
Ecco perché non sarebbe giusto RT a caso qualsiasi cosa solo per compiacere l’uno e l’altro.
La galanteria di Twitter vuole il rispetto e la libera scelta: scegliere chi seguire, scegliere i tweet e rewteet che più ci piacciono