Marino è un pessimo comunicatore.
Un pessimo venditore di se stesso.
E, a giudicare dallo stato delle cose di Roma, certamente non un fenomeno dell'amministrazione.
O almeno, non di quella di uno dei comuni più enormi, complessi, impossibili di questo paese.
Marino è un tipo piuttosto vanitoso, si capisce dalle interviste e dai toni che utilizza (pessimo comunicatore mica per niente)
Eppure, nell'immane mare di merda che caratterizza la classe politica italiana, Marino, l'extraterrestre senz'altro imbranato ma decisamente pulito, è l'unico a venire crocifisso.
Un uomo privo di cerchi magici e agganci, estraneo al suo stesso partito, alla stessa città che va (andava) governando.
A me, che Marino non è che stia molto simpatico, il largo consenso puzza sempre un po'.
Sopratutto quando quest'ultimo è focalizzato allo sputtanamento collettivo di un unico bersaglio.
Sopratutto in un mondo di De Luca, Verdini, Calderoli, Formigoni, eccetera, eccetera, eccetera.
Gli scontrini di Marino sono più scottanti delle cene di Poletti (tuttora Ministro del Lavoro)
Ed è qui che, in un certo senso, Marino mi ricorda la nuova Miss Italia.
Già, "quella del '42".
Proprio lei.
Una che indubbiamente ha sparato una cazzata, certo.
Una cazzata che ha generato più risonanza, condanne e sfottò dei gesti dei senatori verdiniani Barani e D'Anna.
Eh sì.
Ha fatto più scalpore la gaffe di una ragazza di 19 anni in lizza per un concorso di bellezza che il comportamento da bulli da stadio di due senatori della Repubblica.
Forse è che ci vuole un certo talento, per essere delle valide capre. Più o meno espiatorie.
E del resto l'Italia, o meglio, l'Italia del web, è diventata quella che oggi contesterebbe qualsivoglia legge ingiusta.
Sicuro.
Per gli errori d'ortografia.