A beneficiare dei fondi comunitari ci sarebbe anche Gaetano Riina, fratello di Totò, già sottoposto a sorveglianza speciale.
Sembra che solo da un controllo di Riina si sia giunti a scoprire che la mafia attingeva liberamente ai fondi dell’agricoltura, fondi alle quali vengono allegate anche le certificazioni anti mafia spesso sotto forma di autocertificazione.
Peccato che qualche volta, come nel caso di Riina, tali certificazioni a volte nemmeno vengono inserite. E la Corte dei Conti, nelle sentenze in cui richiede indietro (probabilmente in maniera inutile) i fondi si domanda come mai vengano omesse le più basilari forme di controllo. Ai finanziamenti europei non possono attingere persone sottoposte a misure di prevenzione come la sorveglianza di polizia, come nel caso del fratello di Totò, oppure a chi ha subito una condanna mafiosa senza mai essere stato riabilitato.
I fondi comunitari spesso sono di decine di migliai di euro ma anche di più, talvolta si è arrivato a 2 milioni di euro. In molti casi i fondi non potranno essere restituiti perchè il reato è caduto in prescrizione.. Eclatante il caso di Alberto Campo, condannato nel 1994 per associazione mafiosa, che tre anni fa ha visto decadere la richiesta di rimborso da parte della Corte dei Conti perché ormai il reato era andato in prescrizione: circa 60mila euro finiti in mano alla mafia.