La struttura costituisce la grande mostra dell’Acqua Paola, antica Traiana, proveniente dal lago di Bracciano. L’edificio monumentale è formato da tre nicchie centrali, fiancheggiate dalle due minori laterali, da ciascuna delle quali sgorga abbondantissima acqua che si va a versare nella enorme vasca sottostante. Fu costruito con blocchi di travertino provenienti dalle rovine del foro di Nerva; ornato con sei colonne ioniche, quattro di granito rosso (già dell’antica Basilica di San Pietro) e due laterali di granito bigio, erette su basi molto alte, sui cui capitelli poggia l’architrave.
Qui è inserita un’ampia lastra marmorea, incorniciata e incisa con magnifici caratteri, che costituisce l’elemento centrale dell’intera composizione, nella quale si legge: Pailus Quintus Pontifex Maximus aquam in auro braccianensi salvberribus e pontibus collectam veteribus acquae alsietinae ductibus restitutis novisque additis XXXV ab milliario duxit. (Il pontefice Paolo V portò a Roma l’acqua raccolta nell’agro di Bracciano dalle vecchie fonti saluberrime dell’Acqua Alsietina e le addusse dal XXXV miglio dopo aver riparato le condutture ed averne aggiunte altre nuove).
Originariamente il Fontanone non aveva la grande vasca ma soltanto cinque piccole conche per altrettante bocche d’acqua (vedi immagini sottostante), ne c’era dinanzi l’ampio spazio che consente di ammirarla in tutta la sua grandiosità. Si trovava proprio sull’orlo del colle gianicolense che in quel punto era tagliato a picco.
Tali lavori, per i quali furono spesi 5200 scudi d’oro, sono ricordati in una iscrizione, sormontata dallo stemma papale, apposta sotto l’arco della nicchia centrale.