Fontana dell’Acqua Paola o Fontanone del Gianicolo

Creato il 15 marzo 2015 da Alexplini

La fontana dell’Acqua Paola, più nota con la denominazione di “Fontanone del Gianicolo“. La fontana si affaccia sul più bel panorama di Roma e venne realizzata per volontà di Paolo V, Borghese (1605-1621), tra il 1608 e il 1612 da Giovanni Fontana con la collaborazione di Flaminio Ponzio.

La struttura costituisce la grande mostra dell’Acqua Paola, antica Traiana, proveniente dal lago di Bracciano. L’edificio monumentale è formato da tre nicchie centrali, fiancheggiate dalle due minori laterali, da ciascuna delle quali sgorga abbondantissima acqua che si va a versare nella enorme vasca sottostante. Fu costruito con blocchi di travertino provenienti dalle rovine del foro di Nerva; ornato con sei colonne ioniche, quattro di granito rosso (già dell’antica Basilica di San Pietro) e due laterali di granito bigio, erette su basi molto alte, sui cui capitelli poggia l’architrave.

Sopra l’architrave si eleva l’attico , a sua volta sormontato da una nicchia ad arco con lo stemma del papa (drago e acquila) sorretto da due geni alati, opera di Ippolito Buzio eseguita nel 1610.

Qui è inserita un’ampia lastra marmorea, incorniciata e incisa con magnifici caratteri, che costituisce l’elemento centrale dell’intera composizione, nella quale si legge: Pailus Quintus Pontifex Maximus aquam in auro braccianensi salvberribus e pontibus collectam veteribus acquae alsietinae ductibus restitutis novisque additis XXXV ab milliario duxit. (Il pontefice Paolo V portò a Roma l’acqua raccolta nell’agro di Bracciano dalle vecchie fonti saluberrime dell’Acqua Alsietina e le addusse dal XXXV miglio dopo aver riparato le condutture ed averne aggiunte altre nuove).

Questa epigrafe, contiene però un’inesattezza. Vi si afferma, infatti, che per addurre l’acqua vennero restaurati gli antichi condotti dell’Acqua Alsietina (proveniente dal “lacus Alsiatinus”, oggi lago di Martgnano) mentre si tratta invece di quelli dell’antica Acqua Traiana.

Originariamente il Fontanone non aveva la grande vasca ma soltanto cinque piccole conche per altrettante bocche d’acqua (vedi immagini sottostante), ne c’era dinanzi l’ampio  spazio che consente di ammirarla in tutta la sua grandiosità. Si trovava proprio sull’orlo del colle gianicolense che in quel punto era tagliato a picco.

Nel 1690 il pontefice Alessandro VIII, Ottoboni (1689-1691), provvide all’espurgo delle condutture e alla immissione di nuove acque e fece creare davanti alla fontana l’attuale largo piazzale che rafforzò con solide opere in muratura.

Fece inoltre aggiungere alla fontana l’ampia e magnifica vasca di amrmo bianco, realizzata da Carlo Fontana, che rappresenta uno degli esempi più spettacolari dell’opera e conferisce maggiore grandiosità alla mostra.

Tali lavori, per i quali furono spesi 5200 scudi d’oro, sono ricordati in una iscrizione, sormontata dallo stemma papale, apposta sotto l’arco della nicchia centrale.


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