Fonti per la storia del brigantaggio postunitario. Tribunali militari straordinari
Creato il 06 marzo 2013 da Roccobiondi
@rocco_biondi
I tribunali militari
straordinari furono istituiti con la legge del 15 agosto 1863 n.
1409, detta legge Pica dal nome del proponente. Essi erano funzionali
alla repressione del brigantaggio. La competenza a giudicare su
briganti e complici veniva sottratta alla giurisdizione ordinaria,
per garantire l'allineamento ai piani dell'esecutivo ed eliminare nei
fatti il diritto di difesa. Detta legge avrebbe dovuto restare in
vigore fino al 31 dicembre 1863, ma venne prorogata fino al 31
dicembre 1865. Già con legge dell'8 agosto '63 era stata devoluta
agli stessi tribunali militari la competenza per i reati di renitenza
alla leva.
Nel volume sono
inventariati gli atti dei dodici tribunali militari straordinari sul
brigantaggio operanti ad Aquila per i circondari di Aquila e
Cittaducale, Avellino per la provincia di Avellino e per il
circondario di Nola, Bari per la terra di Bari, Campobasso per il
Molise, Caserta per il circondario di Caserta Piedimonte e per la
provincia di Benevento, Catanzaro per la provincia di Catanzaro,
Chieti per il circondario Lanciano Vasto Sulmona, Cosenza per la
provincia di Cosenza, Foggia per la Capitanata, Gaeta per i
circondari di Formia Sora ed Avezzano, Potenza per la Basilicata,
Salerno per la provincia di Salerno.
La documentazione prodotta
dai Tribunali militari, comprendenti gli anni dal 1862 al 1866, venne
prima inviata a Torino e poi nel 1920 all'Archivio di Stato di Roma.
Dallo studio ed analisi
della documentazione, oltre alle notizie sui briganti, sui movimenti
delle bande e la loro composizione, scaturiscono anche notizie ed
informazioni attinenti la vita sociale dell'epoca. Accanto ai nomi di
bande e briganti, si affiancano quelli delle persone che con il loro
sostegno permisero al brigantaggio di vivere ed espandersi. Si
evidenziano storie di uomini e donne che speravano di poter
migliorare il loro stato favorendo ed aiutando il brigantaggio.
Il fondo comprende 193
buste e 2.324 fascicoli. Per ogni tribunale una prima parte del
materiale documentario è costituita dai fascicoli delle istruttorie;
una seconda parte comprende un corredo di atti, d'indole più
generale, attinente ai procedimenti; una terza parte riguarda la
documentazione relativa alla organizzazione, al funzionamento ed
all'attività del tribunale.
L'ordine cronologico dei
documenti parte dal documento con data più antica fino a quello con
data più recente. Buste e fascicoli portano numeri progressivi.
Alcuni fascicoli mancano.
La documentazione è ricca
di informazioni sui briganti: loro aspetto e modo di vestire, armi di
cui erano forniti, cosa mangiavano, atti commessi nelle loro
scorrerie, loro rifugi, come scrivevano, come manifestavano la
critica al nuovo governo piemontese.
Sono presenti diverse
figure femminili: madri, sorelle, mogli, amanti. Per lo più il loro
ruolo consisteva nel fornire vettovaglie e nascondigli, ma alcune
condividevano la vita dei briganti: erano brigantesse a pari titolo
degli uomini.
Grande interesse
presentano lettere e biglietti dei briganti o di sequestrati dai
briganti con le richieste per il riscatto: denaro, generi alimentari,
vestiti. Talvolta queste lettere (o biglietti) sono d'indole
personale indirizzate a parenti o amici. Altre sono relative ad una
eventuale costituzione alle autorità. Non mancano ovviamente quelle
con minacce.
Molte informazioni
presenti nei documenti riguardano il cosiddetto manutengolismo,
l'appoggio fornito dai cittadini di ogni ceto ai briganti.
Viene anche fuori che per
combattere il brigantaggio qualsiasi mezzo diveniva lecito: in modo
particolare mezzi coercitivi sui familiari dei briganti.
In casi piuttosto rari
risultano inseriti agli atti le difese degli avvocati, quasi sempre
d'ufficio, che per lo più mettono in luce l'ignoranza e le misere
condizioni sociali ed economiche degli imputati.
Ma talvolta, quasi
inavvertitamente, viene fuori che il nuovo governo aveva parecchio da
rimproverarsi.
Molto ricco l'apparato
degli indici, sia quello onomastico che quello toponomastico. Cognomi
e nomi sono riportati in ordine alfabetico. Dopo il nominativo è
segnato il numero del fascicolo che contiene l'istruttoria o la
citazione.
Per dare un'idea del
contenuto del libro elenco alcuni nomi di capibanda le cui gesta si
rilevano dagli atti: Vincenzo Acri, Luigi Alonzi "Chiavone",
Antonio Andreottola, Giovanni Bellusci degli "Albanesi",
Pietro Bianchi degli "Albesi", Giuseppe Capasso, Luigi
Cerino, Angelo Cerullo, Francesco Cianci, Riccardo Colasuonno
"Ciucciariello", Giuseppe Critelli "lo russo",
Carmine Crocco Donatelli, Angelo Maria Cucci "lo spezzanese",
Domenico Di Pace, Antonio Di Somma, Angelantonio e Pasquale Di Tore,
Antonio Franco, Domenico Fuoco, Cosimo Giordano, Carlo Giuliano
"Toscio", Crescenzo Gravina, Francesco Guerra, Giuseppe
Iovino "Curcio", Cipriano La Gala, Marciano Lapio
"Sacchetta", Francesco Lavalle, Antonio e Domenico Lisbona
Esposito, Antonio Manfra "Caporale", Gaetano Manzo, Antonio
Maratea "Ciardullo", Primiano Marcucci, Luciano Martino,
Pasquale Martone, Angelantonio Masini, Carmine Melito, Pietro Monaco,
Alessandro Pace, Carmine Palumbo, Raffaele Paonessa "Sciameo",
Pasquale Perrelli, Bruno Pinnola, Policarpo Romagnoli, Agostino
Sacchitiello, Domenico Sapia "Brutto", Salvatore Scenna
"Contini", Giuseppe Schiavone, Antonio Secola, Pietro
Simonetta "Corea", Vincenzo Spinelli "Campa",
Domenico Straface "Palma", Giuseppe Nicola Summa
"Ninco-nanco", Felice Taddeo, Nunzio Tamburini, Francesco
Tommasini "Zoccolone", Gaetano Tranchella, Domenico Valerio
"Cannone".
L'inventario pubblicato
nella collana Strumenti, di 612 pagine, è stato curato da Loretta De
Felice ed è datato 1998.
Negli anni successivi
nella stessa collana è stata pubblicata la "Guida alle fonti
per la storia del brigantaggio postunitario conservate negli Archivi
di Stato", in tre volumi per un totale di 2330
(duemilatrecentotrenta) pagine.
Ministero per i beni
culturali e ambientali - Ufficio centrale per i beni archivistici,
Fonti per la storia del brigantaggio postunitario conservate
nell'Archivio centrale dello Stato, Inventario a cura di Loretta
De Felice, Roma 1998, pp. 612
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