La Valnerina recupera le sue fonti antiche e le propone come tappe di un viaggio tra architettura, acqua e natura.
Pur essendo oggetto di una radicale riforma regionale, la Comunità Montana della Valnerina, in Umbria, continua a operare sul proprio territorio, portando a termine progetti finalizzati alla fruizione turistica e al sostegno delle aziende agricole che vi operano.
Rientrano in quest’ambito i restauri effettuati sulle antiche fontane dei paesi di San Marco e Savelli di Norcia. Un lavoro accurato, eseguito da una squadra di operai specializzati nella muratura e nell’arte di far riemergere dal degrado questi piccoli monumenti della vita rurale.
Maurizio Massari, Paolo Mazzoccanti, Enrica Castelli e Gabriele Santini, diretti dal responsabile tecnico Antonio Duca, tutti dipendenti dell’ente, hanno consolidato le strutture in pietra, rispettato l’architettura, impastato le malte, montato le travature in legno, rilucidato le mostre e i piani di calcare, hanno rimesso in funzione le vasche e i canali di conduzione dell’acqua, ripristinato la pavimentazione in ciottoli.
A San Marco, più di mille metri di altitudine, il presidente della Comunanza agraria Italo Monaldi, insieme a Luigi, Pietro e Vincenzo abitanti del posto, è soddisfatto di fronte alla rinascita del lavatoio e della fonte settecentesca a cui le donne un tempo attingevano l’acqua potabile, qualche decina di metri fuori dal castello. “San Marco è stato uno dei primi paesi ad avere l’acqua direttamente nelle case –dice Monaldi - la conduttura fu costruita a spese della Comunanza nel 1953 quando ancora non c’era nemmeno la strada carrabile. Prima di quella data le donne venivano ad attingere l’acqua con la conca di rame, portando in braccio i figlioletti e tenendo il recipiente in bilico sopra il capo, anche d’inverno”.
Da San Marco a Savelli, un’altra piccola frazione di montagna. Anche qui le fontane restaurate sono due. Inserite in un ampio
slargo che divide le due porzioni pianeggianti del borgo, le fonti sono circondate da fiorenti orti dove i colori della vegetazione offrono un colpo d’occhio molto piacevole. La fonte dedicata
all’attingimento presenta elementi di epoca romana, come la pietra centrale ingentilita da un elemento decorativo.
Qui fino a qualche anno fa gli abbeveratoi, soprattutto, avevano un ruolo determinante per la numerosa presenza di capi ovini e bovini e per la posizione strategica lungo una via della transumanza. Ora la funzione di ristoro è rivolta maggiormente ai numerosi frequentatori del Parco Nazionale dei Monti Sibillini e delle iniziative proposte dalla Pro Loco.
Completano la serie di fonti restaurate alcune strutture molto caratteristiche, costruite con una speciale pietra rosa. Si trovano ad Ancarano, Pielarocca e Frascaro, sempre nel comune di Norcia.
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