Era una mattina silenziosa, troppo silenziosa.
Mi presi una tazza di formaggio fuso.
Mentre mi gustavo il mio formaggio squillò il telefono, era il mio nipotino Benjamin:
“Ciao zietto,ti ricordi cosa inizia oggi?”
“Sì, il nostro viaggio in Italia!”
“Ti sei ricordato di tutto l’occorrente?”
“Certo”
“Allora, sii puntuale, ci vediamo alle 8.00 all’ aeroporto di Topoforte”.
Alle 7.50 ero in macchina e sorpassando tutti, arrivai alle 8.00 in punto.
Lì ad aspettarmi c’erano Trappola, Benjamin e Tea.
Come già sapete, il mio peggior incubo è l’aereo, però pensando alla destinazione, la Valle d’Aosta, la paura mi passò.
Il panico si ripresentò quando vidi la funivia, ma il mio nipotino Benjamin mi tranquillizzò.
Arrivati ad Aosta, capoluogo della regione, erano ormai le 14.30 ed io avevo una fame da gatti ed un freddo felino.
Subito ci dirigemmo verso una baita dove io presi da bere una tazza di fontina , una fetta di fontina fusa stagionata e come dolce praline di fontina spalmabile immerse in polvere di parmigiano reggiano.
Andammo sullo slittino e per poco io e Benjamin non venimmo schiacciati da Trappola e Tea.
Eccolo ancora, dopo una settimana il mio incubo di volare mi aspettava.
Pensando alla destinazione, il Lazio mi tranquillizzai.
“Eccoci a Roma!” esclamai.
Erano ormai le 17,27 e io non avevo mai provato così tanta fame.
Ci affrettammo a trovare un ristorante e ne trovammo uno che si chiamava “Bella Roma”.
Io ordinai 2 chili di pecorino romano e da bere dell’ottimo pecorino fuso dei “Sette Colli”.
Visitammo tutta la città per ore e ore senza stancarci.
Quando vidi il Colosseo mi ritornò subito fame perché mi ricordava il formaggio Emmental…per i buchi.
Purtroppo le cose belle finiscono presto.
Era arrivato il giorno della partenza da Roma e il mio incubo – l’aereo – era sempre ad attendermi.
Mi misi a pensare alla prossima meta: la Sicilia, un’ isola splendente ma soprattutto calda.
Arrivammo a Palermo alle 13.00, c’erano 40 gradi, il mare era bellissimo ed io esclamai: “Questa città sembra una fornace!”.
La fame era tanta ma la sete ancor di più.
Subito vidi un ristorante che si chiamava “Tavola sul mare” dove ordinai una tazza di ricotta, una crepes alla ricotta e il tipico cannolo siciliano un dolce a base di ricotta.
Dopo pranzo, andammo in spiaggia e ci tuffammo subito in acqua.
In quei giorni visitammo anche la “Boutique del legno” dove comprai una scultura del formaggio e feci incidere sopra il mio nome, mentre Benjamin comprò quella di un cuore e fece incidere sopra il suo nome e me la regalò.
“E’ stato un viaggio indimenticabile!” esclamai.
Ma la vacanza non era ancora finita del tutto perché mi aspettava il rientro in aereo. “Incredibile!”, la paura mi era quasi passata e guardando le nuvole nel cielo blu ricordai con gioia tutti i bei momenti passati insieme alla mia famiglia.
Ilaria
classe 5C
Scuola Primaria F.S. Cabrini, via Forze Armate, 65 Milano
seconda classificata al concorso letterario “Nei panni di…“