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Food Porn: non solo 18+

Creato il 28 febbraio 2014 da Arscreativo

Food Porn: non solo 18+ ARSENALE CREATIVO

Passeggiando per strada notate un poster con la foto di un superbo hamburger: carne cotta a puntino, insalata così verde e pane dall’aspetto delizioso. Sembra ciò che di più sano e gustoso possa esistere. L’acquolina fa capolino.

Sfogliate poi un giornale, un normalissimo magazine, a pagina 15 fa capolino la foto di una coppa di gelato che quasi potrebbe essere un’opera d’arte e quella spumosa panna invoglia ad allungare un dito per provare ad assaggiarla.

Si chiama “food porn”, nulla di vietato ai minori, si tratta di una presentazione visiva del cibo, curata ad hoc principalmente per pubblicità o libri. Un fenomeno che dai media (e grazie ai media) si è esteso entrando nelle nostre case. Il “food porn” è un cibo che si inizia a mangiare con gli occhi.

È chiaro che nell’ “industria del cibo”, rendere le pietanze allettanti è la chiave verso l’incremento delle vendite. E così, rendere spettacolare il cibo non vuol dire banalmente cucinare e fotografare. Vi sono cuochi, ma soprattutto food stylist, designer del cibo che compongono il piatto, lavorando con pinzette e pennello. Intervengono poi fotografi specializzati proprio in quella disciplina chiamata “food photography”. Ideano il set, posizionano le luci, regolano con attenzione inquadrature e colori. Scelto lo scatto migliore, il lavoro passa alla post-produzione. I programmi di foto ritocco eliminano ogni difetto e non solo, perfezionano colori, dimensioni, luci. Un cibo perfetto, che stimola gli istinti e si fa desiderare.

Il termine “food porn” appare per la prima volta nel 1984, nel libro “Female Desire – Women’s Sexuality today” della scrittrice femminista Rosalind Coward. L’estetica del piatto è quella che secondo la scrittrice assume maggiore importanza, più di chi l’abbia cucinato o di quali ingredienti siano stati usati. Il desiderio che tale presentazione del cibo stimola è paragonabile a quello sessuale.

Cooking food and presenting it beautifully is an act of servitude. It is a way of expressing affection through a gift… That we should aspire to produce perfectly finished and presented food is a symbol of a willing and enjoyable participation in servicing others. Food pornography exactly sustains these meanings relating to the preparation of food. The kinds of picture used always repress the process of production of a meal. They are always beautifully lit, often touched up. (p. 103)

Dal 1984 il fenomeno si è esteso.
L’arte (celebre il progetto Pantone Pairings by David Schwen), i social media e le applicazioni non hanno che aiutato questo processo. Cucinare, impiattare il tutto con attenzione e creatività, fotografare, condividere. La prima fabbrica di “food porn” è proprio la nostra cucina. E poco importa che il piatto sia più o meno buono, del resto sui social basta che sia godurioso per gli occhi!

Quattro aspetti contraddistinguono questa pratica:
il fatto che il cibo presentato ad arte, faccia gola.
La proprietà della fotografia di testimoniare l’esistenza del piatto e serbarne il ricordo, instillando il desiderio.
La condivisione sui social, principalmente: Facebook, Pinterest, Foodspotting, Instagram, Foursquare, Evernotefood, Tumblr.
La ri-condivisione, sempre sui social.

instafood

E fra una condivisione e l’altra, la figura dello chef si eleva quasi a divina, un ammagliante seduttore. Impazzano programmi tv, riviste, blog, reality legate alla cucina ed in cui, chiaramente, il “food porn” ha un aspetto essenziale. Immagine e apparenza sempre più vincenti, dal momento che il sapore non si può comunicare tramite gli attuali media.

I clienti arrivano al ristorante aspettandosi un piatto che sia curato e attraente, pronti con i loro smartphone a scattare, editare, condividere.
Torniamo all’aspetto commerciale quindi, un ristorante deve offrire la possibilità di “fare food porn”, deve curare la sua immagine e curare l’aspetto dei suoi piatti: una formula del successo che quasi mette la vera bontà del piatto solo in secondo piano!

Con un’altra metafora sessuale, il “food porn” è definito “voyeurismo del cibo”: gustare con gli occhi e nulla più. Come tutte le mode, anche la fotografia del cibo è destinata a morire. “Pictures of Hipster taking Pictures of Food” è un blog che raccoglie le foto di chi sta fotografando il cibo: un cambio di prospettiva anticipazione della morte del food porn?

Food Porn: non solo 18+ ARSENALE CREATIVO


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