Football Americano: tra girone e playoff, i Giaguari Torino di capitan Ligotti

Creato il 15 novembre 2013 da Sportduepuntozero

Sarà un sabato sera milanese per l’under 19 dei Giaguari, impegnata sul campo dei Rhinos nell’ultima giornata del girone del campionato di categoria. “Dobbiamo vincere per forza” afferma Rodolfo Ligotti, capitano e quarterback dei gialloneri, “anche perché un successo ci permetterebbe di giocare la prima partita dei playoff in casa”. Nella storica formazione torinese di football americano si respira già l’aria dei match ad eliminazione diretta: “il nostro obiettivo è vincere il campionato” continua Ligotti, “non è solo un sogno, siamo convinti di poter arrivare fino in fondo”.

Fin qui il torneo dei ragazzi guidati dall’head coach Riccardo Merola è stato buono: tre vittorie in cinque partite e due sconfitte maturate contro i Seamen di Milano. “L’incontro perso la settimana scorsa brucia ancora, ma ci ha trasmesso fiducia perché abbiamo giocato alla pari con i detentori del titolo”. Forse è mancato qualcosa in attacco: “rispetto alla scorsa stagione abbiamo cambiato modo di giocare e possiamo ancora migliorare su alcune situazioni in fase offensiva” spiega il capitano, “ma nel complesso stiamo giocando bene”.

Rodolfo Ligotti è un appassionato del suo sport, prima ancora che un ottimo giocatore. Non ha modelli di riferimento tra i professionisti, né una squadra per cui tifare; guarda gli incontri per lo spettacolo del gioco, per osservare i movimenti dei campioni e carpirne i segreti. Classe 1995, iniziò la sua avventura nel football tre anni fa, vestendo da subito la divisa dei Giaguari. “Si può dire che ho cominciato per una coincidenza” racconta, “perché mi sono avvicinato a questo gioco guardando le partite su Sky, cui ero abbonato da poco. Con un mio amico decidemmo di provare ed eccomi qui; il primo anno giocai come defensive back, poi passai a quarterback e diventai capitano dell’under 19”.

Altri tre ragazzi coprono questo ruolo: “essere in quattro è sicuramente d’aiuto; il capitano è l’unico che può parlare con l’arbitro durante i match ed è un punto di riferimento per tutti i giocatori del team”. È proprio la componente di squadra l’aspetto più affascinante della disciplina: “ho sciato dai 2 ai 14 anni, anche perché mio papà è maestro, e per sei anni ho praticato scherma; sono discipline individuali che non mi hanno mai permesso di condividere le vittorie e le sconfitte con un gruppo”.

A giugno l’esame di maturità, il prossimo anno l’università. Ma sul futuro sportivo non ci sono dubbi: “mi alleno già con la prima squadra, di cui sono attualmente il secondo quarterback. Sono curioso di vedere come cambierà il gioco l’anno prossimo, perché per l’under 19 passeremo da 9 a 11 giocatori in campo. Anche il campionato senior che partirà tra due mesi si prospetta interessante; con l’ingresso degli americani sarà più affascinante e più difficile, ma potremo imparare e crescere più rapidamente”.

Luca Bianco

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