Forbrydelsen contro The Killing: vince l’originale danese
Creato il 25 maggio 2015 da Tiziana Zita
@Cletterarie
Ogni martedì su Sky Atlantic va in onda la seconda stagione di Forbrydelsen: un’azzeccata miscela di crime story e politica. La serie televisiva danese, prodotta e trasmessa dal gennaio 2007, è però conosciuta, sia in inglese sia in italiano, con il titolo di The Killing. Oltre ai premi ricevuti – tra cui un Bafta Award e un International Emmy – nel 2011, la prima stagione di Forbrydelsen ha avuto un grande successo in Germania, Olanda e nel Regno Unito, dov’è stata trasmessa in lingua originale con sottotitoli da BBC Four. Tre sono le stagioni della serie ambientata a Copenaghen, mentre quattro sono quelle del più famoso remake statunitense The Killing. Qual è la chiave di questo prodotto che ha incontrato tanto successo da ispirare finanche un remake turco fallito? Forse il modo in cui ha lavorato lo sceneggiatore di Forbydelsen, Søren Sveistrup, è la chiave per comprendere la sua originalità. Per sviluppare il personaggio principale di Sarah Lund, ha lavorato gomito a gomito con l’attrice che la impersona, Sofie Gråbøl. Non solo. Sveistrup ha lasciato sempre il cast all’oscuro sui colpevoli e la trama, consegnando loro solo l’episodio successivo, che scriveva mano a mano che la serie andava avanti. Un modo di procedere rischioso e difficile perché, come lui stesso dice, è come mettere “i binari per il treno mentre il treno è proprio dietro di te lungo la via”.Sofie Gråbøl è Sarah Lund in ForbrydelsenEntrambe le versioni, l’originale danese e il remake statunitense, coniugano eventi politici e indagine criminale. Tra l’una e l’altra anche i nomi si discostano poco, così come gli eventi. Abbiamo il detective Sarah Lund a Copenhagen e Sarah Linden a Seattle. Per chi le ha seguite entrambe, il confronto tra le due opere viene spontaneo, assieme a una netta propensione per l’una o per l’altra (vedi il trailer della 1a serie danese) e di quella statunitense). Mireille Enos è Sarah Linden in The Killing UsaPersonalmente ritengo che The Killing USA abbia incupito Seattle fino a renderla “scandinava” in modo ridicolo, con un meteo sempre fosco e cieli immancabilmente plumbei. Più grave il fatto di non essere riusciti a riprodurre l’essenza del personaggio di Sarah Lund con la statunitense Sarah Linden, interpretata da Mireille Enos.Sveistrup ha cercato per Forbrydelsen una protagonista molto particolare: “Non comunicativa, sinistra e connessa con qualcosa di oscuro. Distratta. Una nerd.” Tutto questo ci trasmette Sofie Gråbøl con un’interpretazione che gli è valsa diversi riconoscimenti internazionali e un inaspettato successo: non poteva più mettere piede al supermercato senza essere coinvolta in discussioni sulla trama e ipotesi sull’identità dell’assassino.Sarah Linden invece è più umana, forse troppo e, anche se entrambe appaiono ossessionate dalla caccia all’omicida, la Enos non incarna alla perfezione l’ideale nerd che esige una dedizione totale al caso, un fiuto da mistico e l’assenza del sorriso. C’è una profondità, nel personaggio della Lund, che tiene incollati allo schermo. Inoltre alcuni difetti di The Killing USA lo hanno reso, soprattutto sul finire, piuttosto noioso.
Una prima scelta sbagliata è stata il compagno di squadra della Linden, un ex tossico gigione, il detective Stephen Holder, interpretato da Joel Kinnaman, che le ha tolto i riflettori, annacquandone così l’intensità. Ma la pecca maggiore del remake statunitense è il volersi richiamare a una delle prime serie cult, Twin Peaks, con la tagline della prima stagione “Chi ha ucciso Rosie Larsen?” a ricalcare “Chi ha ucciso Laura Palmer?”. Ha così condiviso anche quello che secondo me è il difetto maggiore di Twin Peaks, ovvero il non trovare mai una fine, per crogiolarsi in un’autoreferenzialità che ha portato alla disaffezione del pubblico.Vorrei segnalare, infine, anche la splendida interpretazione di Sofie Gråbøl in un’altra serie televisiva di matrice britannica, Fortitude (vedi il trailer), dove impersona Hildur Odegard, la carismatica e glaciale governatrice di una piccola comunità di settecento abitanti su un’isoletta artica. Un’altra chicca trasmessa nel 2015, sempre da Sky Atlantic, che merita, a pieno titolo, di annoverarsi tra le migliori serie crime dell’anno.
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