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Ford Awards 2011: i film che non vedrete nelle sale italiane
Creato il 26 dicembre 2011 da MisterjamesfordN° 10 - Red, white and bluedi Simon Rumley
Una pellicola pessimista e brutale, che danza sul filo del rasoio della Frontiera senza lasciare a noi poveri peccatori un briciolo di speranza, spingendo sull'acceleratore fino quasi a sfiorare l'eccesso per poi riportarci alla realtà dei fatti: queste stelle e strisce non parlano soltanto di Usa, bensì di una cultura occidentale che nasconde le briciole sotto il tappeto del "fin qui tutto bene" e produce vere e proprie tragedie di periferia che finiscono dimenticate e sparse al vento come la cenere di un fuoco lasciato a spegnersi nel deserto.
N° 9 - Attack the block
di Joe Cornish
Tanto Red, white and blue risulta perduto e sconfitto, quanto Attack the block è in grado di portare una ventata di freschezza dai vaghi richiami misfitsiani sui nostri schermi: serrato, intelligente, dagli effetti stupefacenti, è senza ombra di dubbio il miglior prodotto figlio delle periferie degli ultimi anni, in barba ai seriosi pistolotti pseudosociali che a volte capita che qualche regista radical chic ci propini.
Non avrà spostato in avanti il confine tracciato da Edgar Wright, ma di sicuro ci si è avvicinato di molto: in un panorama scarno come quello italiota, roba come questo è una manna dal cielo.
Che siano alieni!?!?
N° 8 - Rubber
di Quentin Dupieux
Neppure il tempo di riprendersi dalle roboanti avventure dei giovani inglesi alle prese con gli invasori dello spazio che ci ritroviamo catapultati nel bel mezzo della storia di uno dei più insoliti protagonisti della storia cinematografica recente: uno pneumatico ribelle e violento intento a mettere in atto una vera e propria vendetta contro gli umani che l'hanno costretto ad una vita da "ruota di scorta".
Metacinema e follia da anarchia artistica per un prodotto che potrebbe irritare, ma senza dubbio è portatore di inequivocabile, indiscusso talento.
Senza contare che si finisce per affezionarsi, a questo vecchio pezzo di gomma.
N° 7 - Red state
di Kevin Smith
In casa Ford Kevin Smith non ha certo bisogno di presentazioni.
L'ex bambinone fumettaro amante dei buddy movies e del cazzarismo più spinto deve essersi proprio incazzato, perchè ha confezionato il suo film più profondamente malvagio e pessimista, figlio dell'horror dello stesso confine di Red, white and blue e dell'agghiacciante realtà dei giovani ingoiati da un sistema senza pietà dell'Elephant di Van Sant, sporcando il tutto con quantità ingenti di sangue e proiettili.
Un colpo di pistola dritto dritto al cuore, e senza che ci venga neppure detto perchè.
N° 6 - The woman
di Lucky McKee
Il film più femminile e femminista dell'anno, un ritratto violentissimo e potente del confronto tra la cecità subdola di una società maschile e la natura più intima e selvaggia della Donna.
I due protagonisti si sfidano sullo schermo e oltre a chi è più bravo, i temi sono molteplici, attualissimi e raccontati con una forza strabiliante, ed il crescendo finale è uno dei più esaltanti che abbia visto negli ultimi tempi.
Una cosa di questo genere, da noi, non verrebbe neppure prodotta.
Fortunatamente non sono tutti così vigliacchi. O piccoli Uomini intimoriti da una gigantesca Donna.
N° 5 - Troll hunter
di Andrè Ovredal
Dopo essere stata indiscussa protagonista della classifica dedicata ai libri, la Norvegia torna a farsi sentire anche in ambito cinematografico, con questa sorta di mockumentary unico nel suo genere, curioso quanto ostico, in grado di prendere per mano lo spettatore soltanto se quest'ultimo è deciso a lasciarsi guidare, partendo da quella che pare una ricerca alla Blair witch project per finire nella satira politica e nelle immagini strabilianti della sequenza del troll nella pianura di ghiaccio che pare uscita da un altro pianeta.
Con il pepe al culo, non sapete quanto darei per stare lì, di fronte all'incredibile, nel pieno di una fuga che è una scoperta.
N° 4 - Kynodontas
di Giorgos Lantimos
Come dissi ai tempi della visione e del post legato ad essa, ho detestato profondamente Kynodontas.
Eppure, senza se e senza ma, ci troviamo di fronte ad una delle opere più rivoluzionarie della Storia recente della settima arte, un esempio di rottura e sperimentazione dal coraggio spropositato e dalle implicazioni in grado di far dibattere da qui all'eternità.
Può fare impazzire e gridare al miracolo così come essere profondamente, radicalmente, visceralmente odiato.
Credo di essere rientrato nella seconda categoria di spettatori, eppure sarebbe assurdo non riconoscerlo: Kynodontas è l'Inception del Cinema e sul Cinema.
N° 3 - Valhalla rising
di Nicolas Winding Refn
Un altro grande protagonista del 2011 fordiano è senza dubbio Nicolas Winding Refn, che non contento di aver piazzato una zampata come questo profetico, visionario, ipnotico Valhalla rising tornerà a farci visita anche nel momento della classifica dei film usciti in sala nel corso degli ultimi dodici mesi.
Come Kynodontas, anche questo lavoro del regista danese è in grado di suscitare nel pubblico ammirazione quasi cieca - un pò come il protagonista One Eye - e lo schifo più inesorabile: ma, tanto per citare il mio rivale Cannibale, soltanto le grandi opere hanno questo potere.
E Valhalla rising è, inesorabilmente, parte del novero.
N° 2 - Eden lake
di James Watkins
Eden Lake è stato un fulmine a ciel sereno.
Haneke mescolato al survival horror.
Analisi sociale legata alla violenza della cultura del branco.
Vendetta e crudeltà.
Sopravvivenza e protezione del proprio territorio, della propria famiglia, dei propri cari.
Dovesse capitarvi di vederlo in coppia, sono certo proverete una sensazione di profondo disagio: sono i vostri istinti più nascosti che si fanno sentire.
Un film clamorosamente "animale" dalla potenza incredibile.
N° 1 - Mother
di Joon Ho Bong
L'ambito primo posto non poteva non andare ad uno degli autori attualmente più importanti del panorama asiatico, autore di prove sempre più convincenti ed ormai giunto alla definitiva maturità.
Un film disturbante e poetico, in grado di giocare con le nostre emozioni quanto il regista con la macchina da presa, prendere il nostro mondo e rigirarlo come un calzino sporco, senza che si possa fare nulla per impedirlo.
Scene da brividi ed un crescendo così emotivamente potente da far scomodare paragoni che a Oriente non si muovevano ormai da tempo.
Tanti saluti, Park Chan Wook: Joon Ho Bong è il nuovo, vero volto di un Cinema sempre più importante per l'economia artistica della settima arte.
I PREMI
Miglior regia: Joon Ho Bong per Mother
Miglior attore: Sean Bridgers per The Woman
Miglior attrice: Pollyanna McIntosh per The Woman
Scena cult: la vendetta di Jenny da Eden Lake
Fotografia: Valhalla rising
Miglior protagonista: lo pneumatico da Rubber
Premio "lo famo strano": The woman
Premio "ammazza la vecchia (e non solo)": One Eye da Valhalla rising
Migliori effetti: Troll hunter e Attack the block
Premio "profezia del futuro": Kynodontas
MrFord
"Don't ya love her madly
don't ya need her badly
don't ya love her ways
tell me what you say."The Doors - "Love her madly" -
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