Magazine Cinema
Ma è inutile continuare a girarci attorno con dei convenevoli: bicchieri in alto per i primi dieci film "premiati" dal vecchio Ford!
N° 40: Bed time di Jaume Balaguerò
Inauguriamo la classifica dei top 40 fordiani del 2012 con una pellicola che ha raccolto consensi ovunque nella blogosfera, e che ha in qualche modo ricordato la grande stagione del Cinema spagnolo di qualche anno fa. Più che un horror un thriller, ma di certo un titolo in grado di regalare almeno un paio di sequenze memorabili. Da paura il protagonista Luis Tosar.
N° 39: Chronicle di Josh TrankIl mockumentary applicato ad un film basato sul concetto di "superpotere" che ricorda più Kick ass che non i personaggi Marvel duri e puri: una proposta fresca, intelligente e dagli effetti prodigiosi, a metà strada tra District 9 ed i tormenti dei supereroi della “Silver age”.Omaggi più o meno dichiarati ad Akira e tutte le problematiche che dall’adolescenza piena si riversano nella possibilità di fare ciò che si desidera, quando si desidera, come lo si desidera.
N° 38: Cosa piove dal cielo? di Sebastian Borensztein
Vincitore al Festival di Roma, questo film piccolo piccolo made in Argentina mi ha ricordato molto il piacevolissimo Bonbon el perro, che qualche anno fa fu una vera rivelazione in casa Ford: temi molto proletari, amicizia virile, elogio della semplicità.
Un titolo piacevole, volto di un Cinema lontano dalle dinamiche dei grandi Studios e dai tronfi alfieri del radicalchicchismo.
N° 37: Viaggio in paradiso di Adrian Grunberg
Dopo anni perduti dietro castori parlanti e deliri religiosi, Mel Gibson torna a fare il Mel Gibson nel pieno di un action movie Rodriguez-style che rispolvera i fasti della saga di Arma letale.
Fracassone, tamarro, (auto)ironico, divertentissimo: un cocktail esplosivo capace di infiammare l’estate con la leggerezza che la stagione impone, impreziosito da una sequenza in cui quel vecchio pazzo di Mel imita alla perfezione la leggenda Clint. Imperdibile.
N° 36: Magic Mike di Steven Soderbergh
Il riscatto di Soderbergh dopo aver portato nelle sale quella schifezza inguardabile di Knockout – Resa dei conti: un film mascherato da robetta per visione da pigiama party alla Festa della Donna che invece nasconde tematiche importanti, soprattutto rispetto all’attuale crisi del mondo del lavoro e alle difficoltà dei giovani di poter davvero realizzare i loro sogni.
N° 35: Monsieur Lazhar di Philippe Falardeau
Nell’anno dell’inguardabile Detachment, ecco un film profondo ed educativo, di quelli che si dovrebbero mostrare nelle scuole: l’elaborazione del lutto a seguito del suicidio di un’insegnante passato attraverso un uomo che deve lui stesso ricominciare da capo.
Leggero anche quando tocca temi decisamente scomodi e mai spocchioso, è la risposta pane e salame a tutti i presunti santoni radical chic.
N° 34: The help di Tate Taylor
Realizzato nella piena tradizione dell’Academy, con grande perizia ed una buona dose di ruffianeria, questa sorta di Forrest Gump al femminile è una piccola gemma che si lascia guardare – e diverte, e commuove – con un piacere che raramente si prova quando si approccia una pellicola di fatto per tutti che tocca temi importanti come il razzismo nel profondo Sud degli States e l’emancipazione della donna.
Straordinarie le interpreti, emozionante il crescendo: e la scena della merda è già un supercult del Saloon.
N° 33: Paradiso amaro di Alexander Payne
Alexander Payne, autore di chicche simil-indipendenti come Sideways, torna alla ribalta sfruttando un ottimo George Clooney raccontando la parte “oscura” del paradiso hawaiano attraverso il dramma di una famiglia che deve superare una perdita improvvisa e devastante.
Umorismo amaro e malinconia per un film che non sarà perfetto, ma che fa sempre bene vedere.
N° 32: Piccole bugie tra amici di Guillame Canet
In uno degli anni migliori della storia recente del Cinema francese, questa pellicola uscita sull’onda del successo di Quasi amici e The artist si è rivelata un ottimo film corale impreziosito da un’apertura da urlo e da un finale strizzacuore di quelli da brividi.
Perfetti l'alchimia tra i protagonisti ed un ritmo che regge alla grande nonostante la durata notevole per una proposta di questo genere: noi, qui nella Terra dei cachi, dovremmo davvero rimboccarci le maniche e recuperare il tempo perduto.
N° 31: Il cavaliere oscuro – Il ritorno di Christopher Nolan
La chiusura della meravigliosa trilogia di Nolan dedicata all’Uomo pipistrello avrebbe meritato una posizione più alta nella classifica, e senza dubbio era una delle uscite più attese dell’anno qui al Saloon: paga la grande aspettativa ed una riuscita non completa, complici la troppa carne al fuoco ed il paragone con l’inarrivabile secondo capitolo.
Sempre e comunque ottima la messa in scena, pazzesco il finale, di grande impatto la resa.
Peccato per il clamorosamente terrificante doppiaggio italiano, con Filippo Timi a rovinare completamente il Bane di Tom Hardy.
MrFord
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