Magazine Cinema
N°30: HITCHCOCK di SACHA GERVASI
Cominciamo questa seconda carrellata con una piccola chicca made in UK interpretata benissimo, girata con grande rispetto di un Maestro del Cinema e decisamente interessante nei risvolti umani che porta sullo schermo: un titolo che gli amanti di Hitchcock e della settima arte non possono farsi scappare, ma anche una possibilità per chi non mastica troppa autorialità di confrontarsi con un vero mostro sacro.
N°29: FACCIAMOLA FINITA di EVAN GOLDBERG e SETH ROGEN
Uno dei due grandi cult della commedia passati sul grande schermo nel duemilatredici è un sopra le righe, sguaiatissimo e sboccato calderone di metacinema ed autoironia divertentissimo dall'inizio alla fine, talmente trash da rasentare la genialità - un pò come l'apparizione fugace di Channing Tatum -.Hollywood prende per il culo Hollywood. E alla grande.
N°28: LO HOBBIT - LA DESOLAZIONE DI SMAUG di PETER JACKSON
Secondo capitolo della trilogia tratta da Lo Hobbit che Peter Jackson sta via via trasformando in un complesso prequel de Il signore degli anelli: essendo, di fatto, una sequenza di raccordo, non raggiunge per me i livelli del primo film, eppure scorre via che è un piacere, regala un cliffhanger da serie tv ed anche un personaggio che resterà a lungo nella memoria, facendo concorrenza all'indimenticato Gollum, un'altra creatura prodigio della tecnica, lo Smaug del titolo.
N°27: COME UN TUONO di DEREK CIANFRANCE
Dopo avermi favorevolmente colpito con Blue Valentine, Cianfrance confeziona un'altra opera intensa e traboccante passione, imperfetta quanto la precedente eppure senza dubbio emozionante dal primo all'ultimo minuto. Qualche lungaggine di troppo - specie nella parte centrale - ma davvero un grande cuore.Avercene, di film di formazione come questo.
N°26: PAIN&GAIN - MUSCOLI E DENARO di MICHAEL BAY
Per quanto possa suonare decisamente strano trovare a questo punto della classifica - ed in questa classifica - un film di Michael Bay occorre ammettere che Pain&Gain non solo rappresenta il suo lavoro migliore, ma anche la vera e propria sorpresa dell'estate duemilatredici. Una vicenda nerissima ed assolutamente reale raccontata come una commedia slapstick grondante sangue, con un The Rock mai così bravo.Già cult fordiano.
N°25: IL PASSATO di ASGHAR FARHADI
Farhadi, autore dello splendido Una separazione, torna sul grande schermo con un'altra opera struggente pronta a raccontare la fine di una storia attraverso una serie di drammatici confronti che rischiano di spezzare due famiglie proprio nel pieno del loro tentativo di diventare una soltanto. Seppur non ai livelli del lavoro precedente ed un pò troppo europeo nello stile, siamo pur sempre dalle parti del grande Cinema.
N°24: PROMISED LAND di GUS VAN SANT
Van Sant, abbandonate le atmosfere algide dell'ottimo Restless, torna al dramma sociale raccontando una vicenda che avrebbe potuto narrare anche un Clint Eastwood, una storia semplice e toccante di quelle che riescono a tenere lontana la retorica di grana grossa per concentrarsi su una grande umanità.Non sarà il Gus delle grandi occasioni, eppure è proprio quello che piace a me: sincero, diretto, di pancia.
N°23: CLOUD ATLAS di ANDY e LANA WACHOWSKI e TOM TYKWER
La fantascienza, genere ostico e difficile per ogni autore che abbia una qualche ambizione di trasformarlo in un'esperienza memorabile per lo spettatore, ha regalato ottime sorprese nel corso di questa stagione cinematografica: una di queste è senza dubbio Cloud Atlas, ridondante e strabordante affresco targato Wachowski in grado di strabiliare con effetti meravigliosi ed emozionare neanche si fosse tornati nel pieno degli anni ottanta. Una controversa meraviglia capace di risvegliare le emozioni di un'epoca che fu passando dal futuro.
N°22: STAR TREK - INTO DARKNESS di J.J. ABRAMS
Altro giro, altro regalo per la sci-fi, che grazie a quel geniaccio di J. J. Abrams spolvera la sua componente action con un secondo capitolo del reboot di Star Trek ancora più coinvolgente e tirato del primo, in grado di legarsi a doppio filo alla serie di film originali senza snaturarne spirito e vicende.
Effetti e regia splendidi, ed un cattivo da brividi: il Khan di Benedict Cumberbatch, senza dubbio uno dei villains più interessanti degli ultimi dodici mesi.
N°21: SOLO DIO PERDONA di NICOLAS WINDING REFN
Non poteva mancare, nella classifica del meglio del duemilatredici del Saloon, uno dei registi più fordiani in assoluto, il Refn vincitore del Ford Award per il miglior film due anni or sono con Drive.Solo dio perdona, accolto tiepidamente da pubblico e critica, è pura poesia per gli occhi, e seppur compiaciuto e decisamente troppo autoriale rispetto al suo illustre precedente, rappresenta una vera manna per chiunque ami il Cinema in una delle sue forme più pure, l'estetica, curata con una perfezione tale da farmi provare ancora una volta il brivido dei miei anni di sole proposte d'essai.
TO BE CONTINUED...
MrFord
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