
Questo è un Ford Award a cui tengo molto, e che negli anni ha riservato davvero grandi perle: onestamente, considerate le numerose delusioni degli ultimi dodici mesi, pensavo avrei fatto molta più fatica a scegliere questi "magnifici" dieci, ma evidentemente avevo messo in conto anche schifezze cronologicamente precedenti allo scorso gennaio.
Poco male, comunque. Avremo materia in abbondanza per rischiare la sboccata prepotente neanche avessimo esagerato parecchio con le bevute delle feste.
N°10: REVERSAL - LA FUGA E' SOLO L'INIZIO di JOSE' MANUEL CRAVIOTO

Una cosa che proprio non ho mai digerito di horror, thriller ed affini è la mancanza di logica. Reversal è praticamente un inno a questo non proprio da poco dettaglio in grado di cambiare completamente la prospettiva del sottoscritto rispetto ad una visione.Peccato, perchè se gestito in un altro modo, poteva venirne fuori perfino qualcosa di interessante.
N°9: SINISTER 2 di CIARAN FOY

A proposito di horror privi di logica - ed anche di qualsiasi attrattiva - ecco il secondo capitolo dedicato alla saga del Bughuul, partita decisamente bene qualche anno fa e naufragata con un sequel che non solo non avvince o inquieta, ma appare anche sostanzialmente inutile.
N°8: THE GUNMAN di PIERRE MOREL

Considerato che dietro la macchina da presa si trovava "l'autore" del primo, pessimo, Taken, dovevo aspettarmelo: e infatti The Gunman, brutta copia di roba già non particolarmente esaltante come Blood Diamond, si è rivelato per quello che avevo previsto alla vigilia, ovvero un action di quelli che, da amante dell'action, non vorrei mai vedere.
N°7: OUIJA di STILES WHITE

Uno dei miei incubi peggiori fatto film.Horror di bassissima lega e cornice teen neanche l'avesse diretto quello scellerato di Peppa Kid.Anzi, non mi stupirei se Stiles White fosse, in realtà, un alias del buon Marco Goi trapiantato negli States e pronto ad invadere le sale con schifezze in grado di farmi solo incazzare.
N°6: SURVIVOR di JAMES MCTEIGUE

Pensare che, una decina d'anni fa, rimasi a bocca aperta di fronte all'esordio dell'ex pupillo dei Wachowski James McTeigue, che mi sorprese con l'ottimo adattamento di una delle mie Graphic novel preferite di tutti i tempi, V per vendetta, Survivor mi pare quasi fantascienza.
E non in senso buono. Dell'apparente talento di quel regista pare essere rimasto solo il fantasma, e a noi spettatori, purtroppo, solo un titolo penoso come questo.
N°5: ACCIDENTAL LOVE di STEPHEN GREENE (DAVID O. RUSSELL)

Soltanto a guardare il regista ed il cast di questa scellerata commedia, ci si dovrebbe quantomeno aspettare di trovarla nella lista dedicata al meglio della stagione, invece che addirittura nella top five del peggio.Invece, eccoci qui: tutto quello che potreste immaginarvi a non funzionare in una produzione dalle potenzialità enormi è qui presente, e nessuno, cast o uomo dietro la macchina da presa, è riuscito a cambiare le cose.
N°4: IL RAGAZZO DELLA PORTA ACCANTO di ROB COHEN

E così come Sean Penn, in piena crisi di mezza età, deve sfoggiare un fisico da palestra estrema per combattere il tempo che passa nel di poco sopra The Gunman, Jennifer Lopez ha bisogno di una parte in cui interpreta una milf che prima la da e poi si pente ad un aitante giovanotto pronto a rivelarsi, ovviamente, uno psicopatico.Tipico thriller da sabato sera su Italia Uno, qualità compresa.Se non peggiore.
N°3: PITCH PERFECT 2 di ELIZABETH BANKS

Come Sinister, peggio di Sinister.Se il primo Pitch Perfect, nell'estate del duemilatredici, si era rivelato un ottimo guilty pleasure leggero e divertente, questo secondo pare la sagra del forzato e della banalità, nonchè la tipica commedia in rosa senza alcuno spessore che di norma evito come la peste.Perfino Julez, che aveva adorato il primo capitolo, è rimasta letteralmente sconvolta.Al confronto, il tracollo di Glee dalla prima alle successive stagioni pare quasi una cosa da poco.
N°2: 50 SFUMATURE DI GRIGIO di SAM TAYLOR-JOHNSON

Uno dei titoli più chiacchierati dell'anno, figlio del fenomeno letterario che ne ha inevitabilmente generato la trasposizione cinematografica.Un romanzetto rosa su pellicola neanche alla lontana scandaloso come è stato pubblicizzato che è una fiera di banalità, ridicolaggini e logica partita per una qualche località dei Caraibi per un periodo di tempo indefinito, come una specie di dorata pensione.L'unico punto a suo favore - responsabile del secondo posto e non del primo - è stato dato dal fatto che, quantomeno, invece di farmi incazzare, ha finito per strappare più di una risata.
N°1: MORTDECAI di DAVID KOEPP

Che Johnny Depp avesse intrapreso anzitempo la parabola discendente di Robert DeNiro era cosa nota da tempo, ma che ce la mettesse tutta in modo da replicare il "successo" di The tourist, una delle merde più galattiche degli ultimi dieci anni, pareva troppo perfino per il più accanito dei suoi detrattori.E invece il buon "pirata" ci dimostra che, al peggio, non c'è mai fine.Mortdecai è uno dei titoli più vuoti, inutili, scarsi e pacchianamente realizzati che abbia mai visto in vita mia.
E, come per ogni grande appassionato di Cinema, di merda ne è passata tanta, sotto i ponti.
I PREMI
Peggior regista: Sam Taylor-Johnson per 50 sfumature di grigio
Peggior attore: Johnny Depp per Mortdecai
Peggior attrice: Rebel Wilson per Pitch Perfect 2
Premio "parrucchino di Nicholas Cage" per il personaggio trash: Mortdecai per Mortdecai
Effetti "discount": Survivor
Premio "dolcetto o scherzetto" per il costume più agghiacciante: il guardaroba ed i baffi di Mortdecai
Stile de paura: Pierce Brosnan per Survivor
Premio "veline": fuori tempo massimo, Jennifer Lopez per Il ragazzo della porta accanto
Peggior scena d'amore: una qualsiasi di 50 sfumature di grigio
Premio "pizza, spaghetti e mandolino": Jasmine Trinca per The Gunman
MrFord