Carpi, Mattatoio + Padova, Movements.
Quando un genere è di difficile classificazione, il suo posto nella storia fa fatica a scolpirsi, ma è destinato a rimanere impresso. Purtroppo capita di accorgersene troppo tardi per goderselo negli anni cosiddetti d’oro. A dimostrazione di ciò basti vedere quanti diversi tag siano stati usati per localizzare le combinazioni introdotte dal progetto di Matthew Barnes. Cosa centra l’hip hop con lo psychedelic folk? Il dub con l’ambient a tema orientale? Tutti generi che si possono riscontrare nelle descrizioni di Forest Swords, ma anche negare. Il fatto che ancora molte nomenclature per descrivere la musica contemporanea non siano state inventate ci riporta a un momento di stasi, durante il quale godersi a pieno queste novità.
Forest Swords aveva già partecipato al Node Festival a Modena l’anno scorso, con un concerto molto semplificato che lo aveva visto agire solo con un controller, e con un dj set attraverso il quale era riuscito a riprodurre in modo fedele i solchi di Dagger Paths e l’anteprima di Engravings, senza però che nulla fosse stato davvero suonato. Questa soluzione non lasciò del tutto soddisfatto nemmeno Barnes, che infatti confidò: “le canzoni sono molto difficili da rendere dal vivo, sarebbe necessaria una vera band. Purtroppo gli elevati costi non mi hanno permesso di completare il progetto, ma conto di tornare il prossimo anno con più componenti al seguito per poter suonare i pezzi come si deve”. E così è, almeno in parte. Con l’uscita di Engravings la notorietà del compositore inglese è salita, due le date che dedica alla penisola. I piani di Barnes si sono, in parte, realizzati, dato che in questi giorni gira per l’Europa con controller, chitarra e un bassista. Eppure ancora manca qualcosa.
A entrambi i concerti è presente Machweo, giovane produttore di Carpi che scalda la sua città natale in veste di dj, mentre la trasferta in Veneto lo convince a mettersi a nudo con il suo set elettronico intriso di ambient e chillout. Associata a video soprattutto paesaggistici semi-new age, la musica è di difficile contestualizzazione live, in quanto aggiunge poco niente all’originale: le manopole su cui Machweo si destreggia contano ben poco in senso compositivo e alla fine il tutto si rivela crudo. Discorso che si applica anche a Yakamoto Kotzuga a Carpi, in un set molto simile (anche per quanto riguarda i video) che però si salva grazie a semplici inserti di chitarra che, eseguiti al momento, regalano un pizzico di curiosità in più.
Il duo Forest Swords si assesta composto, uno di fronte all’altro, sul palco e, in contemporanea con le prime danze di Barnes, grazie a “Ljoss”si scorgono le intonazioni del disco nuovo. La speranza è quella di una buona mediazione fra i vari lavori passati. L’album introduce un sound più battuto, maturo per la pista da ballo, mentre le release precedenti si aprivano verso ambienti più romantici, eterei, adatti all’ascolto meditato. Per fortuna Barnes non dimentica il successo raggiunto grazie a Dagger Paths e mi riempio di gioia nel venir sorpreso dalle introduttive urla di “Miarches” e dai suoi arpeggi. C’è da dire che controllare elettronica e chitarra in parallelo rende i riff sporchi e imprecisi, una ferita non superficiale a brani di tale delicatezza. Le variazioni nella versione padovana dimostrano una presa di coscienza di alcuni limiti nella proposta: si riduce a un solo giro il ritornello e si esalta più la parte elettronica, col basso che non smette mai di percuotersi. Per quanto riguarda Engravings, chi non lo aveva ancora ascoltato ha avuto la possibilità di farlo in versione integrale. La struttura dei pezzi è quasi sempre sconvolta per dare più spazio al basso, che spesso si incanta in vortici dub, soprattutto durante “Gathering” e “Thor’s Stone”. Il grave limite della data di Carpi, in effetti, è la mancanza di un ampli per il basso, fondamentale viste le condizioni in cui ci viene posto il set. Padova, inoltre, sembra più entusiasta, molti fan riconoscono e si esaltano alle prime note di molte canzoni, ad esempio prima di “Friend, You Will Never Learn”, fattore che convince Barnes a rimanere sul palco per altri due pezzi nuovi alla fine del live. A Carpi la situazione complessiva è gestita meglio, ma bisognerà aspettare un po’ per ascoltare nel bis solo una nuova traccia di Forest Swords.
L’evoluzione rispetto al live dell’anno scorso è stata enorme, a fine serata Barnes ci fa sapere che “col crescere del progetto, potrà instaurarsi una situazione più fedele alla resa live delle canzoni, conto di tornare il prossimo anno con l’aggiunta di due batteristi, e allora questa utopia dovrebbe concretizzarsi del tutto”. Resterò in attesa con ansia, nella speranza di un live sempre migliore.
Grazie a Marco Casarsa per le foto.