L’abuso delle strette
di mano mortifica l’atletica
affettiva in saggi
di reiterata formalità
e depotenzia lo sviluppo tattile
nella tensione verso l’universale.
Il sigillo dei vuoti patti
stretti in convenienza
vanifica l’estensione
empatica del contatto
e alla miserevole tirannia
della materia lo condanna.
La fratellanza che si consuma
in superficie, sotto gelatinosa
coltre di candore conserva
il ribollente brodo dell’odio.
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