Da oltre 10 anni il Master in Sicurezza e Prevenzione nell’Ambiente di Lavoro istituito dall’Università di Bologna contribuisce a formare le figure professionali che operano in tutta Italia nell’ambito della “Safety”. Abbiamo raggiunto la direttrice del Master, la Prof.ssa Patrizia Tullini (professore ordinario di Diritto del Lavoro presso l’ateneo bolognese), per comprendere la genesi del corso di Master e scoprire in quale modo quest’ultimo continui a crescere ogni anno formando i professionisti della sicurezza del presente e del futuro. Ecco cosa è scaturito dal dialogo.
Marco Brezza: Il Master in Sicurezza e Prevenzione nell’Ambiente di Lavoro dell’Università di Bologna è uno dei corsi più interessanti e longevi in materia nel panorama italiano: ci può raccontare in sintesi la genesi del Master? Quando e in quale contesto è nato? E quali esigenze, necessità ed obiettivi hanno contribuito a fungere da terreno fertile per la sua crescita nel tempo?
Patrizia Tullini: Il Master è nato nella primavera del 2005 da un’idea del Professor Luigi Montuschi, Emerito dell’Università di Bologna e già componente della Commissione nominata dal Ministero del lavoro per la riforma della normativa in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro all’inizio degli anni Novanta. L’attivazione di un corso universitario post-lauream dedicato al tema della sicurezza nei luoghi di lavoro è stata proposta con l’obiettivo di offrire un’analisi specialistica ed approfondita degli aspetti giuridico-istituzionali, economici, gestionali ed organizzativi connessi alla programmazione ed alla gestione della sicurezza del lavoro, nonché una visione pratica delle diverse realtà aziendali, pubbliche e private. Con il supporto della Direzione Regionale dell’INAIL- Regione Emilia Romagna, dell’AUSL di Bologna, della Direzione Territoriale del lavoro di Bologna e della Direzione Regionale dei Vigili del Fuoco dell’Emilia Romagna, si è strutturato un corso di studi volto a creare figure professionali con competenze specifiche e specialistiche nel settore, prediligendo un approccio multidisciplinare che tenesse conto dell’evoluzione del contesto giuridico, economico e tecnico-organizzativo.
M.B.: In questi anni di crisi economica è emerso con grande forza il tema dell’occupazione, con particolare riferimento ai giovani. In che modo il Master ha provveduto a formare in maniera puntuale alunni neolaureati e ad inserirli nel mondo del lavoro?
P.T.: Ogni edizione del Master è caratterizzata da contenuti scientifici e metodologie didattiche conformi ai più recenti sviluppi della prevenzione integrata. Per agevolare l’inserimento nel mercato del lavoro aggiorniamo costantemente i programmi del corso, tenendo anzitutto conto dell’evoluzione del contesto e delle mutate esigenze delle aziende. In questa attività di revisione continua è fondamentale il coinvolgimento degli enti pubblici e degli operatori del settore della sicurezza. Senza il loro supporto, anche durante il periodo dello stage curriculare, qualsiasi perfezionamento all’attività didattica sarebbe difficilmente realizzabile. Insistiamo inoltre sulla necessità di integrare la didattica di tipo tradizionale mediante esercitazioni individuali e di gruppo, simulazioni ed analisi di casi di studio, pianificazione di soluzioni operative da adottare ai fini della prevenzione nei luoghi di lavoro e visite guidate. Ciò allo scopo di promuovere il dialogo interdisciplinare tra studenti con formazione differente e di fornire loro gli strumenti necessari per gestire la sicurezza nelle realtà aziendali, sia nel settore pubblico che nell’ambito privato. Per favorire l’inserimento nel mercato del lavoro, incentiviamo infine gli studenti nella stesura di tesi che approfondiscano tematiche emergenti e metodologie nuove. Con soddisfazione apprendiamo che i nostri Diplomati riescono ad affermarsi professionalmente per il livello di competenze specialistiche, caratterizzando il Master tra i Corsi professionalizzanti che registrano le più alte percentuali occupazionali.
M.B.: Il tema della sicurezza del lavoro è ben presente nel dibattito nazionale da tanti anni (in particolare negli ultimi 20): quali sono, a suo modo di vedere, i temi che necessiterebbero di una maggiore attenzione in questo specifico momento storico? In questa direzione di analisi dei temi più delicati e importanti, il Master potrebbe fungere da laboratorio in cui mettere a punto nuove pratiche e nuove metodologie di valutazione del rischio in collaborazione con le aziende del settore?
P.T.: In un momento di profonde trasformazioni della normativa prevenzionistica, i temi da sottoporre a revisione potrebbero essere molteplici. Il Master può costituire un importante incubatore delle novità della materia prevenzionistica, ad esempio in relazione ai crescenti spazi di semplificazione degli oneri in materia di valutazione del rischio. Le procedure standardizzate, i nuovi strumenti di supporto per la valutazione dei rischi (tra cui l’OIRA di recente valorizzato dal d.lgs. 151/2015) possono essere migliorati e sperimentati grazie alle sinergie che si creano tra studenti e aziende che li ospitano, con il supporto dell’INAIL e dell’ASL. Un’attenzione particolare può essere rivolta ai nuovi rischi emergenti (campi elettromagnetici, stampanti 3D…) che richiedono approfondite analisi e sperimentazioni al fine di promuovere innovative modalità di valutazione del rischio e proporre forme di organizzazione della prevenzione in grado di predisporre idonee tutele a fronte delle diverse modifiche intervenute con riguardo ai più evoluti modelli di produzione. Non meno rilevante risulta promuovere il tema, allo stato poco valorizzato a livello nazionale, della sicurezza comportamentale quale nuova frontiera per le aziende interessate al benessere organizzativo dei propri lavoratori.
Qui maggiori informazioni sul corso di Master in Sicurezza e Prevenzione nell’Ambiente di Lavoro.
Email: [email protected]