E’ partita anche in Sardegna, seppure con leggero ritardo, la Formazione professionale continua dei giornalisti per il 2014. Dopo il primo incontro tenuto lo scorso 6 febbraio a Cagliari da Padre Francesco Occhetta sul giornalismo politico e i rapporti tra informazione e democrazia, 130 partecipanti tra professionisti e pubblicisti, l’Ordine dei giornalisti sardi ha dato una accelerata per la predisposizione del piano trimestrale dell’offerta formativa che dovrà essere presentato entro il 28 febbraio all’Ordine nazionale che dovrà ratificarlo previo parere del Comitato tecnico scientifico. Nei giorni scorsi si è tenuta una riunione congiunta tra Odg e le altre associazioni di categoria sarde, chiamate a dare un contributo alla pianificazione degli incontri ciascuna per il suo settore di appartenenza. Con il contributo di Ucsi, Unione Cronisti sardi, Ussi, Arga (giornalisti agricoli) e giornalisti pensionati , ha iniziato a prendere corpo la programmazione per il periodo aprile – giugno che fornirà un’ampia gamma di corsi, convegni e seminari, tutti rigorosamente gratuiti.
Formazione professionale continua
In base al Programma di formazione professionale continua, tutti i giornalisti, professionisti e pubblicisti, – per non incorrere in pesanti sanzioni disciplinari o nei casi più gravi nella radiazione dall’albo – sono obbligati alla frequenza di corsi di aggiornamento per conseguire almeno sessanta crediti formativi nell’arco di un triennio (minimo annuale 15 crediti).
Possono essere esentati soltanto i giornalisti con più di 15 anni di iscrizione che non siano più in attività oppure quelli con meno di tre anni di iscrizione, in quanto si presume abbiano frequentato i corsi prima dell’esame di ammissione. Per quanto riguarda i giornalisti pensionati, per essere esentati devono dichiarare formalmente di non svolgere attività giornalistica.
Sono invece assolutamente obbligati a frequentare i corsi di formazione i giornalisti pubblicisti: essendo profondamente mutata la modalità di accesso alla professione, oggi i pubblicisti vivono sempre più spesso il giornalismo in maniera isolata, non più nelle redazioni in cui si potevano imparare il mestiere e la deontologia osservando i colleghi più esperti, ma lavorando per piccolissime testate online in cui spesso anche i direttori non hanno alcuna esperienza in fatto di deontologia.Proprio la deontologia sarà uno degli aspetti principali del piano di formazione predisposto dall’Odg. Sarà proprio l’Ordine a curare gli aspetti deontologici, non solo con il corso a distanza realizzato dal Centro di documentazione giornalistica su indicazione del Consiglio nazionale dell’Ordine che dà diritto all’acquisizione di 10 crediti formativi professionali, ma anche con una serie di corsi frontali che partiranno a Sassari il prossimo 1° aprile e si terranno una volta alla settimana tranne che nel periodo di Pasqua. Sono previsti, vista la differente densità di giornalisti, 3 incontri a Cagliari, 2 a Cagliari e uno rispettivamente a Nuoro, Oristano, Sulcis, Gallura e Ogliastra. Due incontri di formazione si terranno probabilmente nelle redazioni della Nuova Sardegna e dell’Unione Sarda e per contemperare la formazione alle esigenze di lavoro si è pensato di organizzarli a partire dalle 2 del pomeriggio.
L’Odg ha poi intenzione di inserire nel piano di formazione anche una serie di appuntamenti, come ad esempio il seminario incentrato sulla violenza sulle donne che sarà tenuto il prossimo 11 maggio a Cagliari dalla professoressa Nereide Rudas e il corso sui pericoli del web che sarà organizzato sempre ad aprile dall’Ordine degli avvocati di Cagliari. E’ inoltre probabile che venga organizzato anche un convegno su Gramsci giornalista (che come si sa, dal carcere, dettò delle norme sulla deontologia professionale) in modo da provare a mettere dei paletti per coniugare correttamente l’attività giornalistica e la militanza politica. Tra le ipotesi allo studio anche quella di dedicare una apposita giornata formativa nei prossimi Stati generali informazione sarda.
Anche dalle altre associazioni sono giunte parecchie proposte interessanti e tutte ancora da mettere nero su bianco. Dall’Ussi, l’Unione della stampa sportiva, è giunta ad esempio la proposta di una formazione sugli stili di scrittura a cura della professoressa Elisabetta Gola, docente universitaria di Teoria dei linguaggi, con la predisposizione di un vero e proprio manualetto di stile che è auspicabile non venga seguito solo dai giornalisti sportivi, spesso tra l’altro dotati di ottima penna, ma un po’ da tutti. Scendendo nello specifico, l’Ussi ha proposto anche una giornata sulla trattazione dei dati sensibili sulla salute degli atleti a cura del medico del Cagliari Marco Scorcu. Altra possibile giornata di formazione e approfondimento sarà la Giornata delle vittime della Mafia che l’Unione dei cronisti sardi organizzerà a Cagliari il prossimo maggio con numerosi interventi di magistrati e avvocati.
Considerando invece la necessità impellente che molti giornalisti facciano il salto verso i new media, l’Ucsi, l’Unione dei giornalisti cattolici, ha proposto una interessante giornata di formazione sulle problematiche del giornalismo digitale a cura di Federico Badaloni, giornalista e architetto dell’informazione presso il gruppo l’Espresso, che si terrà probabilmente entro il mese di maggio. A novembre, invece, è possibile venga portata in Sardegna la Giornata della Custodia del Creato organizzata dalla Commissione Episcopale per il problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace: sarebbe l’occasione per fare un bilancio di quanto è stato fatto per il territorio sardo ad un anno dall’alluvione.
Anche il Gruppo Sardo Giornalisti Pensionati e l’Arga, l’associazione regionale dei giornalisti agricoli, hanno messo un campo alcune interessanti proposte di formazione. Mentre il Gus, l’associazione dei giornalisti degli uffici stampa, predisporrà degli approfondimenti relativi al settore.
Insomma, se non sarà presa soltanto come un intralcio, la formazione professionale continua, potrà essere una fonte di nuove opportunità di conoscenza e di approfondimento. Se no, sarà soltanto un modo per ottenere i crediti e continuare a fare nell’identico modo quello che si faceva prima. Il programma, d’altrode, è ricco e per tutti i gusti. Senza contare che, essendo gli accrediti inseriti in una piattaforma nazionale, sarà possibile ottenere i crediti formativi anche partecipando a corsi tenuti in altre regioni d’Italia.