L’occasione è propizia: l’inizio del Mondiale di Formula 1 che scatterà domani a Melbourne ci fornisce l’assist per parlare di uno dei capolavori di sempre.
In questa recensione, infatti, descriveremo un grande classico: Formula One Grand Prix.
Si tratta di un simulatore (molti, soprattutto i più esperti diranno IL simulatore, gli antimilanisti la leggere questa parola diranno Inzaghi, ndr) di Formula 1, realizzato per Amiga, Pc Ms-Dos ed Atari St da Geoff Crammond e dal publisher Microprose nel 1992.
Il titolo ha letteralmente riscritto la storia delle simulazioni di guida dando il via ad una vera e propria evoluzione grazie alla sua grafica 3d poligonale, al suo alto livello di difficoltà comunque ben calibrato ed al realismo. Tutte qualità che tratteremo nel corso della recensione relativa alla versione Amiga.
LA DIFFERENZA TRA GIOCO E SIMULAZIONE
Possiamo dire con sufficiente sicurezza che Formula One Grand Prix riuscì ha dare un taglio netto col passato. Fino al 1992, infatti, non vi era un grande senso di realismo nei giochi automobilistici, più votati all’arcade se si eccettuano eccezioni come Indianapolis 500 (piuttosto credibile e davvero ben realizzato), ed il controverso Ferrari Formula One.
Quest’ultimo, tuttavia, era parecchio minuzioso nelle sue opzioni benché avesse un sistema di controllo piuttosto inadeguato che rovinava molto il game-play.
Torniamo, però, a Formula One Grand Prix. Il suo ideatore, Geoff Crammond riuscì a coniugare una grafica stellare implementando una giocabilità da urlo ed adatta a tutti perché regolabile ad ogni esigenza. Si trattò realmente di simulazione visto che, a seconda del livello di difficoltà scelto e dagli aiuti attivati (o disattivati), il giocatore si trovava di fronte a gare divertenti al limite dell’arcade con auto indistruttibili o a massacranti corse per difendere la posizione preservando la fragile meccanica delle monoposto.
Uno sforzo (anche mentale) non da poco visto che ad ogni curva, ad ogni piccolo errore di traiettoria o ad ogni piccolo urto si rischiava di compromettere o di non terminare il Gran Premio. Tutto in favore del realismo. Ricordiamo, ne vale la pena, l’incredibile manuale, tutto in inglese, dove veniva spiegato lo stile di guida dei piloti. Un vero cimelio.
IL MONDIALE (SULLA CARTA NON UFFICIALE) DEL 1991
Prima di ogni Gran Premio, il gioco ci offriva la visuale di una mappa in 3d piuttosto dettagliata con tanto di informazioni. Uno spettacolo nello spettacolo
Benché non avesse licenze ufficiali, il gioco uscito nel 1992 presentava scuderie, livree ed auto riconoscibili. Bastava, grazie all’editor, cambiare il nome, anche ai piloti fasulli per tuffarsi completamente nella stagione 1991 con le sue 16 prove iridate.
A partire da Phoenix, GP degli Usa per poi proseguire con le gare in Brasile; San Marino; Monaco; Canada; Messico; Francia; Gran Bretagna; Germania; Ungheria; Belgio; Italia; Portogallo; Spagna; Giappone ed Australia.
Questo garantiva una longevità non indifferente. Veniva usato il sistema di punteggio ufficiale dell’epoca: 9 punti al primo; 6 al secondo; 4 al terzo; 3 al quarto; 2 al quinto ed 1 al sesto. Con sessioni di prove e qualifiche per la griglia di partenza. Per la cronaca, quel Mondiale fu vinto dal compianto Ayrton Senna su Mclaren.
3D POLIGONALE DA URLO, SONORO DI LIVELLO
Andiamo al lato prettamente tecnico di Formula One Grand Prix. E qui piovono gli elogi. Il 3d usato per la realizzazione di monoposto e dei circuiti era di altissimo livello per l’epoca. Nonostante le pochezze dell’hardware dell’epoca, Crammond e Microprose riuscirono a ricreare molti dettagli in modo quasi maniacale.
I circuiti erano riconoscibili mentre le monoposto in gara sfrecciavano ad una velocità sufficiente. Le diverse visuali rendevano giustizia ad un gran lavoro che era una gioia per gli occhi. Tanti amighisti sono rimasti impressionati ed increduli a quel che vedevano, così come la stampa di settore in generale.
Si vedeva, infatti, finalmente un gioco di Formula 1 completo in tutto e per tutto. Bene le animazioni, visto che il tutto girava piuttosto velocemente mentre le numerose animazioni erano gestite piuttosto bene. Il tutto era alternato anche da numerosi menu che rendevano piacevole la navigazione tra le numerose opzioni
Il sonoro dava atmosfera con effetti di buon livello, ma è la colonna sonora iniziale ad essere ricordata dai fan. Il motivo, infatti, ricorda quello della celebre The Cain, da anni usata dalla BBC per introdurre i suoi collegamenti alle competizioni di Formula 1. Una colonna sonora da brividi.
CONCLUSIONI
Formula One Grand Prix è senza dubbio un classico di tutti i tempi. Non scopriamo certo l’acqua calda. Ci piace però ricordarlo perché è uno dei quei titoli che sono rimasti nel cuore dei vecchi giocatori.
Chi vi scrive lo ha giocato e rigiocato tantissime volte e ne ha apprezzato le sue diverse caratteristiche. Da questo sono nati i seguiti e la concorrenza ha preso ampio spunto dal lavoro incredibile di Microprose. Tutto fila alla umana perfezione dal superbo filmato introduttivo che vede un progetto di una monoposto prendere letteralmente forma e vita, ai menu di gioco, alla grafica durante i gran premi, al realismo di questi.
Un vero e proprio capolavoro che bisognerebbe far provare ai più giovani. Uniche pecche? Si, un paio ma piccole. Anzi, a dire il vero una scomoda: il fatto di dover cambiare dischetto anche se per la mole di dati presenti, era un miracolo che il gioco fosse contenuto in 4 dischetti.
L’altro, ma è un nostro personale appunto, anzi, una riflessione che non implica nulla nel voto finale: se ci fosse stato l’editor di percorsi, Formula One Grand Prix sarebbe stato il primo gioco a prendere 11/10. Vi lasciamo alla intro (già proposta nella decima puntata del Diario) e ad un altro video con game-play.
PREGI: Comparto tecnico d’avanguardia per l’epoca. Intro fantastica. Game-play adatto a tutti. Simulazione credibile. Tutto stava in 4 dischetti.
DIFETTI: Il cambio di dischetti.
VOTO: 9,5/10