Magazine Cinema

Forrest Gump, un’avventura lunga vent’anni

Creato il 29 settembre 2014 da Nicola933
di Michele Giacci Forrest Gump, un’avventura lunga vent’anni - 29 settembre 2014

Di Michele Giacci. Fin dalla sua uscita nelle sale, nell’estate del 1994, Forrest Gump è diventato uno di quei film di cui tutti ne conoscono l’esistenza. Pietra miliare della cultura popolare con frasi come “La vita è una scatola di cioccolatini…” che vediamo ormai ovunque, dalle t-shirt ai biglietti di auguri, il film diretto da Robert Zemeckis non sembra ancora avviarsi nella strada delle pellicole datate conservando brillantemente la sua età.

Forrest-Gump2
Tom Hanks dopo Big, che racconta la storia di un ragazzo costretto a crescere in fretta a causa di un desiderio sconsiderato, veste i panni di Forrest Gump, ma in questo caso il personaggio rimane un bambino nel cuore e nello spirito, anche se il suo corpo cresce.

Forrest Gump, dal nome di un eroe di guerra civile, nasce a Greenbow, Alabama, dove sua madre (Sally Field) gestisce una pensione. Forrest ha un QI di 75,5 e cioè al di sotto di quello che viene definito ”normale”. Il suo deficit mentale non sembra preoccupare lui, la madre e la sua migliore (e unica) amica, Jenny Curran (interpretata in età adulta da Robin Wright). In realtà, l’ingenuità che passa attraverso una comprensione limitata del mondo intorno a lui dà a Forrest una prospettiva positiva della vita. Nell’arco di 30 anni Forrest diventa un giocatore di football, un eroe di guerra, un imprenditore di successo e un’icona pop. Attraverso tutto questo, però, c’è un elemento che definisce la sua vita: il suo amore per Jenny. Lei non è mai lontana dai suoi pensieri, non importa quello che sta facendo o dove si trova.

forrestgump3036

Attraverso il miracolo degli effetti visivi, Forrest incontra una bella fetta di personaggi famosi: George Wallace, i presidenti Kennedy, Johnson e Nixon e John Lennon. La vita incantata di Forrest Gump trascina lo spettatore praticamente ovunque, dalla Casa Bianca al Vietnam fino ad una lezione privata del famoso movimento pelvico ad un giovane Elvis Presley.

Così come in “Chi ha incastrato Roger Rabbit?” e “Ritorno al futuro”, Robert Zemeckis incanta il pubblico con questi semplici trucchi cinematografici. Anche la sequenza dei titoli di apertura, con la piuma che scivola lungo una traiettoria perfetta, coreografata dalle celebri note del tema composto da Alan Silvestri, fino a raggiungere la sua destinazione precisa – una muta incarnazione visiva del percorso di Forrest attraverso la vita – è motivo di stupore.

Forrest-Gump-movies-188175_1014_419

L’amore di Forrest per Jenny è il filo conduttore del film, ma è un filo teso quasi al punto di spezzarsi. In realtà si assiste a questa storia soprattutto per le sue digressioni, in particolare quelle espresse con gesti comicamente involontari di Forrest. Il suo viaggio consegna diversi messaggi, alcuni dei quali vanno cercati nel sottotesto per portarli alla luce. Il tema più ricorrente è un monito a non rinunciare alla vita. Perché arrendersi quando non si sa cosa ci aspetta? Per contrasto, la vita di Forrest così come la vita di chi lo circonda, mostra come il passare del tempo porti conforto anche ai cuori più amareggiati.

Tom Hanks vinse nel 1994 l’Oscar per Philadelphia e con Forrest Gump, sarebbe diventato il secondo a vincerne due di seguito nella categoria miglior attore protagonista, unendosi a Spencer Tracy. Quello di Hanks è un personaggio umano (un po’ troppo forse) privo di astuzia e inganno, e appena in grado di comprendere un concetto importante come il male. Robin Wright offre una delle migliori prestazioni della sua carriera. Gary Sinise, però, è l’unico a reggere il confronto con Hanks, continuando a tracciare la linea iniziata con l’interpretazione di George in Uomini e topi del 1992 (che ha anche diretto). In questo film, il suo ritratto del tenente Dan Taylor è avvincente. Ma la passione e il dolore di Forrest Gump sono tenuti a galla dall’incredibile performance di Sally Field nel ruolo di mamma Gump.

Kids

Seduto su una panchina alla fermata dell’autobus per la maggior parte del film, Forrest racconta con entusiasmo la storia della sua vita ad una serie di sconosciuti, pieno di sincerità e fascino, anche se ad un certo punto può sembrare ripetitivo, stancante e estremamente politically correct. Al di là dell’enfatizzazione di un’America piena di tragiche storie e sempre alla ricerca del suo eroe, il film scorre leggero come una piuma e sembra viaggiare senza mai fermarsi, da una costa all’altra, in attesa di planare alla ricerca di una nuova avventura.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :