Per un attimo mi era parso che Fabio Volo fosse in coda davanti a me, pronto per imbarcarsi sul mio stesso aereo diretto a Londra. Barba fitta ma non folta. Vestito casual. Un soprabito dal quale spuntava la copertina di un libro. “Zero”. “Forse cercavi”. Mi perdo nelle conseguenze di quel titolo. L’imbarco si rivelò più lento del previsto. Con disinvoltura il ragazzo uscì dalla coda e si accomodò aprendo il libro. Uscì dagli schemi. Il resto della coda rimase a guardarlo. Non era Fabio Volo. Ma aveva l’aria di essere qualcuno. E se non lo era ancora, c’era la netta sensazione che qualcuno sarebbe diventato. Si sistemò il bavero, si mise a leggere ed arrivò il suo momento. Come previsto.
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