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Benvenuti alla rubrica “Chi si fa i cavoli suoi campa cent’anni ma vive senza amici”….per parlare di “Le prove del mio abito da sposa”.
Ieri sera approdano nel piccolo paesino della terra di nessuno, sbatacchiato tra il mar Jonio e l’Adriatico, Bussola e la sorella di Bussola. Arrivano a notte fonda e sono tutti così troppo addormentati da far il minimo sforzo per dimostrare un benché minimo segno di gradimento per l’arrivo delle viandanti. Il cane, povera stella, trova la forza di alzar minimamente la coda, farla vibrare in aria per qualche secondo, dopodiché gira il suo sederino e torna anche lui a dormire.
La mattina, la sveglia suona presto perché madre, padre, sorella e Bussola devono andare nell’elegante Lecce per un appuntamento inderogabile: la prima prova dell’abito da sposa di Bussola. Ci manca solo il cane e la famiglia è al completo.
A Lecce esistono due atelier da sposa uno in pieno centro dietro all’ex Upim e l’altro in via Duca degli Abruzzi. Noi abbiamo appuntamento con quello in via Duca degli Abruzzi, ma per qualche bizzarro motivo mia madre passa l’informazione a mio padre “via Duca degli Abruzzi dietro all’ex Upim” facendo un mischiafrancesco dei due indirizzi.
Mio padre, che come tutti gli uomini piuttosto che chiedere informazioni su dove si trova la via si farebbe scuoiare in piazza pubblica, decide di seguire il suo istinto e dirigersi dove si ricordava essere l’ex Upim. Solo arrivati a destinazione ci rendiamo conto di aver confuso i due indirizzi e di esser davanti all’entrata dell’Atelier di cui non avevamo preso appuntamento.
Dopo qualche minuto di riflessione sincrona e demotivata, all’unisono alziamo le spalle ed entriamo come la famiglia Brambilla nell’atelier sbagliato. “Giacchè ci siamo…..” pensiamo in coro.
Ci accoglie una giovane donna e ci indica di accomodarci in una sala non molto distante dall’entrata.
“Vorremmo un vestito per me” dice mio padre per fare una battuta. Una battuta che fa ridere solo a lui.
“Avete già in mente qualche modello, o qualche idea?” ci chiede la donna
“Si, vorrei un vestito che sia semplice…. Senza troppi fronzoli…” le rispondo soddisfatta pienamente calata nella parte da novella sposina”
“Questo è un catalogo…. Scegli alcuni modelli e poi dimmi quale ti piacciono di più così te li faccio indossare”
Inizio a sfogliare un catalogo… e identificare alcuni modelli che mi sembravano più interessanti. Non ho ancora finito che la donna mi interrompe
“Ma è la tua prima prova? Non hai mai misurato nessun abito da sposa?!”
“No, perché?”
“Perché hai scelto modelli completamente diversi l’uno dall’altro…. Mi sa che a te sto catalogo non serve vieni di là che facciamo direttamente le prove!”
Andiamo nell’altra sala e mi ritrovo in mutande e reggiseno chiusa in un camerino con una sconosciuta.
“Alza le mani in cielo così ti infilo il vestito”.
Indosso il primo vestito ed esco fuori. Salgo sulla pedana davanti agli occhi della mia famiglia Brambilla spettatrice.
Mi guardo allo specchio e mi sento la Mucca Carolina vestita a festa.
Mi ritiro nel camerino per indossare il secondo.
Il secondo vestito mi sembra peggio del primo. La famiglia mi guarda in silenzio in mostra come alla fiera del paese. Nessuno esprime un minimo pensiero. Solo mia sorella alza un sopracciglio destro: un segnale in codice per invitarmi a ritirarmi in camerino a deliberare.
Provo svariati vestiti. Ormai sono una maestra del “alza le braccia che infili l’altro vestito”, campionessa in salto carpiato nel tunnel dell’abito da sposa.
In alcuni vestiti mi sento come un insaccato, in altri come un uovo di Pasqua senza sorpresa, altri come Barbie fior di pesca.
I vestiti sono tutti belli, solo che su di me hanno un effetto strano…. Mi sento goffa....
Poi finalmente ne provo uno diverso. Uno che me lo sento addosso. Uno che sembra esser stato disegnato su di me. Ne sono convinti tutti e il sopracciglio di mia sorella questa volta non si alza.
Chiedo di poter indossare i guanti…. il velo….. mi mancava solo il marito ed ero pronta!
Non l’ho ancora fermato….. ma forse forse ci siamo….
Alcuni vestiti che ho indossato… senza ovviamente il prediletto
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