Prostitute all'Eur (foto Repubblica)
Finita l'epoca dei magnaccia, delle sculettate ai semafori, e dei falò sul ciglio della strada? E' troppo presto per dirlo, ma di sicuro questo è un primo passo verso la regolarizzazione di un settore totalmente in mano alla microcriminalità e che sfugge ad ogni controllo. Le nostre strade sono in preda al degrado più totale, e le prostitute, ridotte a schiave, arricchiscono solo la peggior malavita parassita.
"Ogni mattina, in ogni angolo dell'Eur, ritroviamo le strade piene di preservativi usati gettati in terra. Mentre di notte le prostitute sostano sotto le abitazioni. Il quartiere verrà liberato da questo fenomeno insopportabile per i cittadini". E' quanto dichiarato da Andrea Santoro, il presidente del IX Municipio. Ad aprile Roma avrà il suo primo quartiere a luci rosse. Entro tre mesi partirà l'annunciata, e più volte rimandata, sperimentazione sulla prima area della città dove la prostituzione sarà tollerata.
Prostituzione all'Eur (foto Repubblica)
Si tratterà di una o più strade del IX municipio, ancora da individuare. L'obiettivo è quello di liberare le strade dell'Eur dal fenomeno della prostituzione selvaggia e allo stesso tempo tenere sotto controllo il fenomeno, controllando anche eventuali casi di sfruttamento. L'idea è quella di portare le prostitute in una strada, o un piccolo gruppo di strade, lontane dagli edifici abitati e dal centro del IX municipio. Le vie saranno controllate anche dalle unità di strada, veri e propri gruppi di operatori sociali con il compito di monitorare lo stato delle ragazze, eventuali sfruttamenti o stati di disagio fisico e psichico.
Il Municipio pensa quindi ad una sorta di tutela sanitaria e sociale delle prostitute. Il costo? Circa cinquemila euro al mese, che andranno in gran parte per le unità di strada, gli operatori sociali che monitorano l'attività delle ragazze ed eventuali casi di sfruttamento. Voi cosa ne pensate? Potrà essere questo un primo passo per l'apertura (decisamente necessaria) di strutture ad hoc come in Germania, dove le prostitute pagano addirittura i contributi e le loro sicurezza è garantita da regolari controlli sanitari? Ai posteri l'ardua sentenza.