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L'argomento che tiene banco da ormai tanti giorni è il naufragio della nave da crociera Costa Concordia, con annessi e connessi tutti i commenti possibili e con il solito "turismo da orrore" che contraddistingue quest'Italia dalle mille sfaccettature.
L'attenzione rivolta là, ovviamente, distoglie da altre cose.
Ad esempio le dichiarazioni dell'ex-premier Berlusconi che dichiara infruttuosa per il Paese la "cura Monti". In molti non approvano le scelte del Governo attuale, ma nessuno ha proposte fattibili e costruttive.
Quello che sconcerta è che sia proprio lui a dire certe cose. Lui che ha sempre chiesto tempo, qualsiasi cosa facesse. Lui che in realtà ben poco ha fatto per salvarci dal declassamento, puntualmente arrivato. Lui che, mentre gli Italiani già faticavano ad arrivare a fine mese dichiarava con il suo ministro prediletto, che la crisi non esisteva e, se c'era, non era preoccupante anzi ne eravamo fuori.
Chiaro che l'ex-premier aggiunge che "non si stupirebbe" se venisse richiamato a prendersi cura di nuovo del Paese. Non considera che dalle sue dimissioni sono passati poco più di due mesi ed il nuovo Governo non ha nemmeno avuto il tempo materiale per agire e vedere dei risultati.
Nessun altro avrebbe potuto fare scelte più popolari, vista la situazione ereditata dai precedenti Governi e dall'inerzia della sinistra all'opposizione.
Sta preparando, quindi, il nostro, un rientro con tutti i crismi cercando a destra e a manca, nuovi possibili consensi, magari tenendo politicamente il piede in due scarpe, come al solito trattando con la Lega all'opposizione e dando la fiducia a Monti.
A ben guardare non è proprio un esempio di trasparenza politica e nemmeno un esempio da seguire come semplice modus vivendi quotidiano.
Appare ancora una volta la solita vecchia manovra di voler in tutti i modi possibili rimaner attaccati ad una poltrona che permette di mettersi in tasca un sacco di soldi ogni mese, i NOSTRI soldi. Da questo punto di vista potremmo ritenere i politici come nostri dipendenti e per il loro scarso rendimento avremmo, per assurdo, il sacrosanto diritto di licenziarli. Magari rivedendo quell'art. 18 che vituperano tanto e che vorrebbero veder cancellato dallo statuto dei lavoratori.
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