Acqua su Marte. Non ghiacciata, non intrappolata tra le sue rocce, ma corrente. E non in epoche remote, come letti di mari, laghi e fiumi prosciugati farebbero intuire. La molecola indispensabile per la vita si troverebbe, ancora oggi, sul Pianeta Rosso, allo stato liquido.
L'IMMAGINE SCATTATA NEL 2011 MA DIFFUSA SOLO IL 10 FEBBRAIO DI QUEST'ANNO
C’è molta cautela tra gli scienziati, comprensibilmente. L’ipotesi nasce dall’analisi di una immagine, diffusa il 10 febbraio, che combina la foto di rivoli scuri su un pendio marziano con una griglia di colori basati sui dati raccolti da uno spettrometro per mappare i minerali puntato sulla medesima area. Le linee appaiono sulla superficie del pianeta nella stagione più calda, durante la quale le temperature solitamente rigidissime ( fino a -140 C°) possono alzarsi fino a +20.
Nulla, finora, ha dimostrato che siano davvero formate da acqua. Ma recenti scoperte sembrano collegare quei segni scuri, chiamati in inglese “recurring slope lineae ” o RSL, che si snodano dai bordi di alcuni crateri e da altri pendii, ai minerali di ferro, suggerendo una funzione “antigelo” che in determinati periodi dell’anno marziano permette a quel liquido di scorrere- qualunque sia la sua natura.
“Non abbiamo ancora una prova definitiva della presenza di acqua in queste strisce, ma non capiamo come questo processo potrebbe verificarsi senza di essa”, ha dichiarato Lujendra Ojha, candidato al dottorato di ricerca presso il Georgia Tech di Atlanta, uno degli autori dello studio. L’immagine che ha eccitato i ricercatori è stata scattata dalla fotocamera ad alta risoluzione montata su Mars Reconnaissance Orbiter al cratere Palikir.
Ojha e il Professor James Wray hanno esaminato gli scatti di altri 13 siti fotografati da un’altra strumentazione a bordo della sonda della Nasa (detta CRISM, dalle lettere iniziali di Compact Reconnaissance Imaging Spectrometer for Mars) grazie alla quale hanno rilevato, in quelle zone, una alta concentrazione di minerali di ferro. “Proprio come accade con le RSL, anche l’intensità dei valori emersi dallo spettrometro varia secondo le stagioni: sono più forti quando fa più caldo e meno significativi con il freddo”, ha spiegato il giovane ricercatore.
ECCO LE LINEE CHE APPAIONO CON L'AUMENTO DELLE TEMPERATURE