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Forte come un orso è la mia mamma (il mio papà come un gorilla)

Da Atlantidekids @Atlantidekids

Anthony Browne, Il mio papà/La mia mamma – Forte come un orso, Katrin Stangl

Il rapporto tra testo e immagini è il cardine su cui si regge tutto l’impianto dell’albo illustrato, ne è la ragione stessa. Su questo punto mi sono spesso dilungata in precedenza ma mi sembra doveroso e coerente sottolinearlo ancora (e probabilmente altre volte lo ribadirò in futuro…): quando questo rapporto cardine non è equilibrato tutta la struttura, e la ragion d’essere, dell’albo ne risente, quando non, nei casi più disastrosi, ne paga con l’illeggibilità le spese. Essenziale è quindi la ricerca dell’armonia. Molti albi illustrati si nutrono e vivono attingendo a piene mani nel dolcissimo campo della retorica che diviene strumento di comunicazione e crescita intrecciando il potere immaginifico di parole e illustrazioni a una valenza semantica che supera il realismo, introducendo a un mondo che, per converso, è molto più comprensibile all’occhio e all’orecchio bambino.

Forte come un orso, Katrin Stangl - 2013, Topipittori

Forte come un orso, Katrin Stangl – 2013, Topipittori

Alcune delle figure retoriche più sfruttate negli albi illustrati e che meglio si prestano a questo gioco di scambi e integrazioni fra parola e immagine sono quelle della metafora o della similitudine, e, ancora più nello specifico, quelle della metafora, o della similitudine, iperbolica. Il rischio, come con tutto ciò che è semplice, è che si scada nella banalità della resa riducendo le illustrazioni a mera didascalia del testo o, facendo il percorso inverso, che si estremizzi in un risultato criptico che allontana piuttosto che avvicinare al senso, mai unico, che si auspica raggiunga il gioco letterario.

Forte come un orso, Katrin Stangl - 2013, Topipittori

Forte come un orso, Katrin Stangl – 2013, Topipittori

Gli approcci possibili sono dunque molteplici e tutti portatori di un proprio rischio. Per fortuna sono molti gli autori capaci di svicolare e trovare soluzioni narrative originali e composite, per nulla banali, affatto ermetiche. Comincerei col considerare Forte come un orso di Katrin Stangl. L’autrice sfrutta l’antico e sempre efficace parallelo tra uomo e animale che si coniuga sempre al meglio con la necessità, proverbiale, di rendere esplicite le emozioni, le attitudini e le sensazioni, chiamando in causa caratteristiche ancestrali e naturali che tratte dal mondo animale e poste in quello degli umani semplificano, avvicinando e allontanando al contempo il portatore di quella similitudine, la resa di queste ultime. A maggior ragione questi parallelismi, nei bambini, smorzano la timidezza, giustificano certe abitudini, esaltano alcuni pregi e confortano da ciò che alle volte si percepiscono come propri difetti. Leggendo l’albo ho subito pensato, per l’impostazione di ogni pagina, agli animali guida, talvolta inquietanti, de La bussola d’oro, in cui ogni bambino è indissolubilmente legato a un animale che cresce con lui e con lui si manifesta, portatore di capacità e caratteristiche che si riflettono nel bambino. Un animale guida che manifesta, e in un certo senso esplicita, l’intimo sentire del bambino che ne è compagno con cambiamenti repentini che si adattano ad ogni circostanza per poi fossilizzarsi in una sterile immobilità, nell’età adulta.

Forte come un orso, Katrin Stangl - 2013, Topipittori

Forte come un orso, Katrin Stangl – 2013, Topipittori

Anche nelle tavole della Stangl gli animali accompagnano i bambini, sono sempre al loro fianco, fungendo da supporto e specchio: “dispettoso come un tasso”, laddove il bimbo solletica i piedi di un adulto addormentato con la complicità del suo animale guida che pare addirittura voler intervenire nel gioco sfruttando i propri baffi; “furioso come un toro”, quando esplode la rabbia bambina e la torre costruita non è affatto come la si pensava, laddove il toro è supporto e spalla, affatto furioso, piuttosto robusto e comprensivo supporto; “libero come un uccello” quando si varca la soglia delle sbarre del lettino per conquistare un’agognata libertà, spesso foriera di bernoccoli, mentre un merlo soddisfatto e canterino quasi applaude con le ali al gesto di conquista del bambino. Le tavole sono molto colorate e frutto di un lavoro grafico che è insieme autoriale, tecnico e tipografico.

Anthony Browne, Il mio papà/La mia mamma - Donzelli, 2013

Anthony Browne, Il mio papà/La mia mamma – Donzelli, 2013

Forte come un orso è anche la mamma che ci racconta Anthony Browne in un albo che è doppio, giacché capovolgendolo scopriamo che forte come un gorilla e capace di scacciare senza timore il lupo cattivo è anche il papà. Forte come un orso ma anche “tenera come un micio”, “tosta come un rinoceronte” è questa mamma, novella Venere botticelliana, che è la mamma di un bambino in particolare ma è portatrice di sentimenti e capacità universali tipiche di ciascuna mamma, sebbene alcune mamme non indosserebbero mai le pantofole rosa con pon-pon portate con tanta disinvoltura e in qualsiasi contesto da questa mamma nello specifico. Perché questa mamma ha scelto di fare la mamma sebbene potesse fare qualsiasi altra cosa: il capo in abito scuro ed elegante, molto mascolino, la diva così come l’astronauta… questa mancata possibilità sottolineata con una sorta di noncuranza dall’autore, questa rinuncia, tra tutte le meravigliose illustrazioni che giocano col testo metaforico e cantilenante, stride con la ricezione adulta (perché invece i bambini si divertono moltissimo a leggerne e molto naturalmente ne sorridono) di un tono che rischia di essere percepito come maschilista. Ma la sensazione, ripeto, adulta, si supera facilmente quando ci si imbatte in un uso così sapiente di quella fondamentale relazione testo/immagine di cui parlavo all’inizio: la mamma di Anthony Browne fa benissimo la giocoliera con i colori e le parole associandole con una libertà ragionata che dà i suoi frutti in una lettura giocosa e piacevole.

Anthony Browne, Il mio papà/La mia mamma - Donzelli, 2013

Anthony Browne, Il mio papà/La mia mamma – Donzelli, 2013

Lo stesso vale per il papà che, in un trionfo di tweed marrone, in babbucce felpate danza “felice come un ippopotamo”, coniugando l’aria, perlomeno apparentemente, paciosa degli acquatici mastodonti, con un sorriso talmente lieve da incantare e rendere spontanea la naturale conseguenza: “è in gamba il mio papà”. La lettura si conclude con una certezza che rasserena i bambini, sempre alla ricerca di conferme: il bene della mamma, o del papà, non finisce mai.

Forte come un orso è la mia mamma (il mio papà come un gorilla)

Bestie, Fabian Negrin – 2013 Gallucci

Sempre su questo semplice e prolifico rapporto tra testo e immagine ho scritto anche recensendo Bestie di Fabian Negrin; se siete arrivati fin quaggiù e ne aveste ancora voglia potete leggerne qui.

Orso-cop
Titolo: Forte come un orso
Autore: Katrin Stangl
Editore: Topipittori
Dati: 2013, 40 pp., 15,00 €

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Titolo: La mia mamma / Il mio papà
Autore: Anthony Browne
Editore: Donzelli
Dati: 2013, 60 pp., 16,00 €


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