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"Fortuna il buco delle vite" di Jolanda Buccella

Creato il 03 ottobre 2012 da Connie

Questo è il primo romanzo di Jolanda, un  buon esordio direi


AUTORE: Jolanda BuccellaBIOGRAFIA:
Jolanda Buccella nasce a Oliveto Citra (SA) il 28 giugno del 1980 dopo aver frequentato il liceo linguistico di Campagna (SA) scopre la sua passione per la scrittura e la pittura. Attualmente vive a Milano per motivi di lavoro, ha una famiglia numerosa che adora ma lei è single per scelta degli altri, è un’accanita lettrice di romanzi latino americani, dipinge quadri astratti per sfogare tutte le sue emozioni negative e nel tempo libero segue con particolare interesse il calcio essendo una tifosa sfegatata del Milan. Fortuna, il buco delle vite edito da Ciesse edizioni è il suo primo romanzo, con il quale spera di regalare ai lettori una parte delle emozioni che ha ricevuto lei scrivendoloSITO: (l'autrice non ha un sito web)CONTATTI: [email protected]
 TITOLO DELL'OPERA: Fortuna, il buco delle viteTRAMA: Fortuna è una donna molto particolare perché a differenza degli altri, lei ha vissuto tre vite completamente diverse l’una dalle altre. Infatti Fortuna non è il suo vero nome, prima di assumere questa identità ha prestato il suo volto e le sue emozioni prima alla piccola e indifesa J., una ragazzina con i capelli rossi come l’inferno e una brutta malformazione alla colonna vertebrale, e poi a Piccoletta, una  povera barbona sgraziata  che viveva di espedienti per le strade di Roma. Ora che sta per morire in una tetra prigione del Ruanda, mentre fuori c’è l’inferno del genocidio dei tutsi, le sue vite passate tornano a bussare alla porta della sua memoria per riportarla indietro nel tempo e darle l’opportunità di rivedere i volti che più ha amato e odiato e fare un bilancio di ciò che è stato… CASA EDITRICE: Ciesse EdizioniANNO DI PUBBLICAZIONE: 2 luglio 2012GENERE: NarrativaPUBBLICO: Adulti/ragazziPAGINE: 592 pag.PREZZO: 22,00 euro versione cartacea  8,00 ebookREPERIBILE PRESSO: Ciesse Edizioni  la Feltrinelli, Bolt, Universitalia, Amazon e in tutte le migliori librerie d’Italia su ordinazione.RECENSIONE: Un romanzo particolare, “Fortuna il buco delle vite” di Jolanda Buccella. Siamo in Ruanda, Africa. In carcere, una donna sta per morire, e durante gli ultimi istanti in cui vede avvicinarsi sempre più la morte, non può fare a meno che ricordare la sua vita. Nel ’53, un’epoca in cui la popolazione risentiva ancora le ripercussioni della Seconda Guerra Mondiale, nasce la piccola J. , con la sfortuna di soffrire di una malattia rara, una malformazione alla colonna vertebrale. La ragazzina sarà sempre segnata dall’ombra del rifiuto della propria madre, ex ballerina, che non riuscirà mai ad accettare quella anormalità nella propria figlia.J., è appunto un nome troncato, incompleto, il simbolo e la premonizione di quella che sarà la vita della ragazzina: una vita alla quale mancherà sempre qualcosa, come il resto del suo nome. Questa è la simbologia che Jolanda usa, e che ritroviamo nella bambola senza un braccio; un esserino incompiuto, spezzato a metà, incapace di realizzarsi.Solo nonna Umberta, una donna energica e dalla carica positiva, la incoraggia a vivere, come non avrebbe mai fatto nessun  altro. L’infanzia di J. prosegue sotto l’affetto della nonna, quando un brutto giorno la donna muore, e la ragazzina si ritrova da sola. Sprofondando sempre più nella depressione, J. passerà dall’anoressia alla bulimia: l’unico modo per annientare e distruggere il suo corpo, per farsi del male, per “punirsi” di essere al mondo. Vedendo sfumare i suoi sogni di diventare giornalista, si trasferisce a Roma e quando, dopo estenuanti colloqui, si ritrova senza lavoro, finisce per strada. Dopo aver vissuto da barbona, l’aspetterà il trauma dell’abuso, da parte di una persona che lei credeva amica…“Fortuna” è il nome decisivo di questa donna, una chiara sfida alla vita che l’ha sempre più provata, cercando di annientarla. Jolanda rappresenta questo personaggio come varie donne, fino a unirsi in una forma unica, con tre facce: la bambina, l’adolescente, la donna. L’arco di una vita che viene descritto con una tecnica che ho apprezzato: una visione “da bambina” nei primi capitoli del romanzo, che segue la visione “da adulta”. Ci ritroviamo così a crescere assieme a J. , questa bambina dal corpo deforme che vuole solo trovare il suo posto nella vita, impedita dal proprio handicap, come un brutto anatroccolo. Personalmente ho amato in particolare il personaggio di nonna Umberta, l’unico vero sostegno che J. abbia mai avuto.“Fortuna il buco delle vite” è un romanzo acerbo, la prima opera di un’autrice che ha del potenziale ancora da sviluppare ma che già si intravede, e che comunque merita di essere letto per la sua genuinità.

La bambola senza un braccio, immagine-simbolo della protagonista J.
 


INTERVISTA STANDARD A JOLANDA BUCCELLA
1.   Ciao e benvenuto sul mio blog; ci parli un po’ di te, non come autore ma come persona?
Ciao a te e a tutti i tuoi lettori e grazie mille per questa grande opportunità che mi stai offrendo. Mi chiamo Jolanda come la mia nonna paterna, ho sempre detestato questo nome e quando da piccola lo facevo presente alla mia cara nonnina lei per rincuorarmi mi diceva che era il nome di una delle figlie di Vittorio Emanuele III e quindi che dovevo essere orgogliosa di portare il nome di una principessa ma le sue spiegazioni non mi erano di gran consolazione, poi con il tempo mi ci sono abituata e adesso ci convivo abbastanza bene con il mio nome. Sono una giovane donna testarda, ostinata, indomita e a volte persino un pochino odiosa quando mi impunto su qualcosa. Vivo di passioni, uso molto poco la razionalità e credo ancora nel lieto fine di Cenerentola.
2.   Quando e come è nata la tua passione per la scrittura?
Credo che la passione per la scrittura sia nata da quando ho potuto imparare a scrivere e leggere e mi sono accorta che un po’ di frasi messe insieme potevano suscitare emozioni indimenticabili.
3.   Oltre alla scrittura, quali sono i tuoi interessi?
Leggo tantissimo, amo la buona cucina e adoro il cinema, soprattutto i film italiani degli anni 50’ e 60’ quando il nostro modo di fare cinema faceva sognare tutto il mondo. 
4.   I tuoi libri e autori preferiti?
Il mio libro preferito è Un Uomo di Oriana Fallaci, l’ho letto quattro volte per intero e tutte le volte non sono riuscita a non piangere alla fine. Ma leggo con particolare piacere anche i romanzi di Isabel Allende, Gabriel Garcìa Marquèz , Flaubert, Stendhal, le sorelle Bronte, Balzac e qualche autore contemporaneo italiano come la Murgia e Carofiglio.
5.   Come è nata l’idea per il tuo romanzo?
Il mio romanzo è nato da un grande dolore personale, avevo bisogno di qualcosa che mi aiutasse a metabolizzarlo ed è così che ha cominciato a prendere corpo la mia adorata e odiata Fortuna.
6.   A cosa ti sei ispirato per descrivere i tuoi personaggi? C’è qualcuno di loro che ti rispecchia più degli altri, o al quale ti senti più legato? Perché?
I personaggi del mio romanzo me li ha suggeriti con efficacia e precisione maniacale  la mia indomita fantasia, li adoro tutti dal primo all’ultimo ma credo di avere un leggero debole per nonna Umberta Prima Rizzutelli, la nonna paterna della protagonista, perché dopo una vita difficile accanto a un marito violento e scansafatiche è capace di rinascere dalle sue ceneri e diventare una donna di successo,  forte e coraggiosa che sa godersi a pieno la vita senza alcun pregiudizio.
7.   Qual è il messaggio che hai voluto lasciare ai lettori?
Il mio romanzo racchiude un microcosmo di uomini e donne che la società odierna considera “diversi”. C’è una donna disabile dalla nascita, un uomo di colore con tradizioni molto diverse da quelle occidentali e un gruppo di barboni con i quali Fortuna si ritroverà a convivere nella sua seconda vita, il messaggio che ho voluto lanciare è quello di provare a non giudicare in modo avventato, quando per le strade delle nostre città vediamo qualcuno che ci sembra distante anni luce da noi ma provare a rivolgergli un sorriso, un semplice saluto o magari qualche parola per tentare di capire chi è veramente. Forse tutto ciò è pura utopia ma io non posso e non voglio smettere di crederci, non posso non augurarmi un mondo migliore di questo un giorno.
8.   Puoi descrivere brevemente il tuo percorso di autore e le tue esperienze?
(“Fortuna il buco delle vite” è il suo primo romanzo)
9.   Cosa ne pensi del panorama letterario odierno? Cosa vorresti dire agli autori esordienti che non hanno ancora pubblicato?
Penso come tutti che sia stradominato dalle grandi case editrici che hanno i mezzi e il denaro per portare in libreria migliaia di copie dei loro autori ma non sempre sono libri di alta qualità, penso alla trilogia Cinquanta sfumature di…  Ho letto qualche pagina del primo romanzo e l’ho trovato terribile, non riesco proprio a capire come abbia potuto vendere così tanto. Per quanto riguarda gli autori esordienti, l’unico consiglio che mi sento di dare è quello di rivolgersi solo ed esclusivamente alle case editrici che non chiedono alcun contributo per la pubblicazione,  perché quelle non sono case editrici ma semplici tipografie che per guadagnare soldi sono disposte a pubblicare qualsiasi porcheria. Per me non è stato facile arrivare alla Ciesse, ho ricevuto tanti rifiuti, ma ho continuato a credere nel mio lavoro e ho insistito fino a quando ho trovato qualcuno che ha deciso di darmi una possibilità. La strada di un giovane che ama scrivere è sempre in salita, ma se c’è pura passione alla fine i risultati arrivano.
10.  Quali sono i tuoi progetti futuri? Qualche anticipazione sulle tue pubblicazioni?
Naturalmente continuerò a scrivere, voglio provare a fare seriamente il mestiere di scrittrice, perché scrivere mi da un’energia e una positività che non mi da nessun’altra cosa al mondo. Sto cominciando a conoscere i personaggi del mio secondo romanzo, ma loro sono un po’ timidi e perciò mi hanno chiesto di tenere la bocca cucita fino a quando non mi si saranno svelati completamente!
Grazie Jolanda, soprattutto per la tua sincerità, in bocca al lupo!

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