Qualche settimana fa navigando su internet alla ricerca di qualcosa di nuovo da leggere sono capitata per caso sul sito della Ciesse edizioni, una casa editrice di Padova che è nata da appena qualche anno ma che può già vantare una serie di titoli di ottima qualità nel suo catalogo che hanno ottenuto un buon esito tra i lettori. La mia attenzione è stata immediatamente catturata da una delle tante copertine che scorrono sulla home del sito della Ciesse.
La copertina raffigurava una bellissima donna dalla figura esile e delicata che sembrava danzare in mezzo a una natura selvaggia e malinconica, così non ho potuto far a meno di acquistare il libro. Dopo qualche giorno è arrivato a casa mia, la sua dimensione mi ha leggermente spaventata, ho pensato il solito esordiente megalomane che pensa di aver regalato ai posteri un romanzo indimenticabile come I Promessi Sposi di Manzoni, ma ho iniziato subito a leggerlo ed è stato così che mi sono innamorata di Fortuna, il buco delle vite.
La storia è scritta bene nonostante la sua autrice sia alla prima esperienza in campo letterario, è scorrevole, intrigante mai banale e tanto meno noiosa. Fortuna è una donna condannata a morte e nel breve tratto che la separa dall’appuntamento fatale, cerca di rievocare i momenti più significativi delle sue esistenze. Sì è vero lei ha vissuto tre vite, perché non è mai stata una persona come tutte le altre.
Da quel lontanissimo giugno del 1953 quando nacque con un buco sulla schiena e si chiamava J. Rizzuelli e tutta la gente del paese la teneva distante perché aveva paura della sua diversità. Se non fosse stato per l’amore di nonna Umberta Prima, la sua infanzia sarebbe stata un inferno, quanto amava la sua adorata nonna la piccola J. per lei era tutto. Era il suo mondo, il suo esempio, l’orma da ripercorrere per non smarrirsi mai nella vita e la sua morte improvvisa e veloce le lasciò un dolore senza scampo. Se Umberta non se ne fosse andata in quel modo, forse il destino di J. sarebbe stato molto diverso, perché la vecchia Rizzutelli era l’unica persona che la spingeva a superare tutti i suoi limiti fisici e a lottare per guadagnarsi un pezzetto di felicità proprio come facevano tutti gli altri. Se Umberta non l’avesse lasciata con una madre, una bellissima ex ballerina dal corpo sinuoso, che la detestava per la sua malformazione e la riteneva l’unica responsabile di tutti i suoi sogni infranti, forse Piccoletta la barbona che percorreva in lungo e in largo le strade di Roma alla ricerca di un po’ di cibo abbandonato in un cassonetto non sarebbe mai esistita e di conseguenza non sarebbe esistita nemmeno Fortuna, la donna che dopo aver trascorso quasi dieci anni a vagabondare per strada recupera la sua dignità personale e il suo posto nella società, accanto a un affascinante medico ruandese di nome Nadir che le farà scoprire anche il significato più profondo e autentico della parola amore. Ma J., Piccoletta, Fortuna la donna dalle mille identità diverse ha un’anima travagliata, un’anima che non è destinata trovare la pace e che sa che tutta la felicità che è riuscita a conquistare è a tempo determinato…
In poche settimane il suo piccolo mondo felice va in frantumi e da Roma è costretta a trasferirsi in Ruanda a pochi giorni dall’inizio del genocidio dei tutsi del 1994. Riuscirà Fortuna a salvare il suo amore? Perché viene imprigionata e condannata a morte? Questi interrogativi troveranno una risposta solo se anche voi leggerete tutto il romanzo. Fortuna, il buco delle vite tiene incollato il lettore fino all’ultima pagina, è un romanzo appassionante, intrigante mai noioso e tanto meno banale, perché rappresenta un continuo evolversi con le sue diverse ambientazioni e i suoi mille personaggi che fanno da cornice alla protagonista principale, una donna che nonostante l’accanirsi del destino, riesce a reinventarsi e a trasformarsi attraverso le diverse identità che assume durante il corso del racconto.
- Autore: Jolanda Buccella
- Editore: Ciesse Edizioni
- Anno: Giugno 2012
- Pagine: 592
- Formato: 14.12
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