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Prima scena: uno sfondo damascato che si alza lentamente lasciando spazio ad un palco più lungo che largo con un tendaggio barocco sullo sfondo. Tre uomini pronti per un lungo viaggio incontrano la "fortuna" - o almeno credo...- e con lei il viaggio ha inizio, con movimenti prima lenti poi veloci e intensi.Seconda scena: il tendaggio barocco si alza e scopre uno spazio quadrato, circondato da pareti bianche, 3 quadri alle pareti che ricordano gli antichi tessuti, una panca bianca centrale. Gli attori si dispongono nella scena, spogliati dalle loro prime tenute e ora solo rivestiti da una tunica nera che li incappuccia.Terza Scena: un enorme quadro scende dall'alto sovrastando la scena, per scendere a pieno titolo in verticale sulla destra.
Quando penso agli Anagoor mi vengono in mente: gusto estetico,
cura del dettaglio, ricerca della scena e...uomini incappucciati.Con FORTUNY al B-MOTION dell'OPERA FESTIVAL VENETO di Bassano del Grappa, Anagoor ci ha fatto assistere ad una grande opera d'arte.Non c'è un'immagine che non sembri una foto,un quadro, tutto è curato nei più piccoli dettagli.E non posso far a meno di pensare all'enigma, alle domande, che mi affollano la testa, nel tentativo di dare un significato a quello che i miei occhi vedono, che le mie orecchie sentono e le mie emozioni percepiscono. Uno spettacolo non spettacolo, si perché sarebbe riduttivo dare una semplice definizione di questo tipo al lavoro degli Anagoor, che da sempre fanno una ricerca minuziosa iconografica, storica, unendo diversi aspetti della ricerca non solo teatrale ma prima di tutto umana.Ecco, quando penso a Fortuny penso ad un grande quadro in movimento, in cui l'equilibrio scenico, ogni minuzioso gesto degli attori e le musiche ne fanno da protagoniste cercando di segnare una drammaturgia per immagini, dove lo spettatore può, a questo punto, farsi trascinare da quello che vede o da quello che vuole o pensa di vedere.
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