…ma non ha nulla di scientifico
di Andrea Signori
Ci risiamo: sembra che la fusione fredda sia di nuovo “realtà”. Dopo la bolla mediatica del 1989 ad opera di Fleischmann e Pons, è la volta dell’ingegner Andrea Rossi e dei suoi colleghi. Vantando la costruzione di un misterioso macchinario, chiamato E-Cat, che sfrutterebbe una non ben precisata reazione di fusione tra nichel e idrogeno, costoro sostengono di poter produrre energia pulita a costi irrisori. Già, pulita: perché i processi di fusione nucleare non comportano produzione di scorie radioattive, come i processi di fissione. Sono il metodo di produzione energetica “naturale” per eccellenza: le stelle, infatti, sono delle enormi centrali a fusione termonucleare.
E-Cat: che c'è dentro? Boh!
La fusione consiste nel fondere insieme due nuclei di elementi leggeri per ottenere un nucleo di un elemento più pesante (ad esempio due nuclei di deuterio in un nucleo di elio) più un surplus energetico. Piccolo e insignificante dettaglio: per avvicinare due nuclei è necessario disporre di elevatissime temperature e pressioni, dato che c’è da vincere la grande repulsione elettrostatica tra i nuclei. Il che è particolarmente dispendioso e difficile da ottenere: sono condizioni proprie delle stelle, dei tokamak e degli apparati per fusione a confinamento inerziale. Del fatto che due nuclei possano fondere spontaneamente a temperatura ambiente non c’è finora alcuna dimostrazione scientifica. Finora. Perché ora Rossi e i suoi colleghi presentano un presunto apparato che (dicono) farebbe proprio questo.
L'impianto originale di Ferrara. Come funziona? Boh! Ma poi funziona davvero? Ri-boh!
E’ chiaro che una scoperta simile rivoluzionerebbe il corso della Storia: addio conflitti sociali, economici e politici legati al problema dell’energia. Niente più petrolio, carbone e fissione nucleare. Uno scenario allettante. Insomma, quella di Rossi e colleghi è un’affermazione straordinaria e nel mondo scientifico tutti aspettano la conseguente prova straordinaria.
Nel pomeriggio del 3 maggio presso l’Università di Pavia è andata in scena (il gergo teatrale è voluto) una conferenza tenuta da Sergio Focardi, professore emerito di fisica presso l’Università di Bologna: come referente scientifico del gruppo di Rossi, Focardi aveva il compito di illustrare il presunto fenomeno straordinario alla comunità di studiosi pavesi riunita al gran completo. Obiettivo fallito, perché di scientifico nella conferenza c’è stato ben poco.
La comunità scientifica non esclude la possibilità di effettuare scoperte rivoluzionarie senza disporre di modelli e spiegazioni teoriche preliminari: la storia della scienza è costellata di questi episodi. Tuttavia la scoperta va dimostrata in modo dettagliato, completo, rigoroso attraverso dati chiari e inequivocabili. Solo allora ha senso scatenare i cervelli alla caccia della spiegazione teorica. Invece abbiamo preso atto dell’assenza di dati, grafici, misure, equazioni che dimostrassero in modo chiaro la produzione di energia dalle ipotetiche Low Energy Nuclear Reactions (reazioni nucleari a bassa energia) tra nichel e idrogeno. Di storielle e informazioni qualitative la comunità scientifica se ne fa ben poco. E anche del segreto industriale che protegge il dispositivo: come si può pretendere di spiegarne il funzionamento se non si può dire come è fatto? E che dire se il relatore si trincera dietro frasi vergognose come “Non so quale sia il funzionamento, perché c’è il segreto” o, ancora peggio, “Il fenomeno avviene grazie a un ingrediente segreto della cui identità nemmeno io sono al corrente”? Ma stiamo scherzando? Si parla forse di Coca Cola? Questo non è un atteggiamento scientifico. Un relatore che fa affermazioni simili di sicuro non convince della sua scoperta, anzi.
Sono state messe pesantemente in discussione le basi, i fondamenti del metodo scientifico stesso: così si creano miti, credenze. Non sapere scientifico, né tanto meno ricadute tecnologiche. Dalla conferenza si evince che nemmeno Focardi si spiega che cosa avvenga di preciso nella cella con nichel-idrogeno-ingrediente segreto, a parte il fatto che sarebbero reazioni nucleari a bassa energia (il che, tra l’altro, sarebbe da dimostrare). L’unico fatto “concreto” citato da Focardi è stato il riscaldamento autonomo e indipendente dell’ufficio di Rossi per un certo tempo usando questo sistema. Inoltre, a detta di Rossi e Focardi, è già partita la realizzazione di questi dispositivi su larga scala, con conseguenti proposte di vendita a Stati e governi. Se il loro livello culturale è pari a quello italiano, probabilmente i dispositivi andranno a ruba.
La comunità scientifica avrebbe bisogno non tanto di una spiegazione teorica, ma di fatti certi. Invece no: niente ripetibilità né tanto meno riproducibilità dell’esperimento. Insomma dovremmo fidarci. Sì, ma il problema è di chi. Per quanto possa essere stupito e meravigliato nel leggere sul libro di teoria quantistica dei campi che, sotto opportune condizioni, i fotoni materializzano coppie costituite da particelle e antiparticelle, io mi fido. Non tanto perché conosca la teoria di Dirac, ma perché numerosi esperimenti avallano quell’affermazione. Invece, se non dispongo né di una teoria né di evidente sperimentali ripetibili, non posso concedere la mia fiducia.
Sinceramente avevo sperato di tornare a casa dalla conferenza disponendo di qualche motivazione seria, di grafici o di dati (anche controversi e discutibili), dei pareri di un esperto per scrivere un articolo che, magari critico, fosse almeno oggettivo. E invece niente. Me ne sono andato con la netta sensazione che il metodo scientifico se lo siano scordato o, volendo pensar male, che l’abbiano volutamente lasciato fuori dal capannone. Degni discepoli dei loro predecessori, insomma.
Il parere della redazione:
Uno dei principi alla base della ricerca scientifica è la trasparenza: tutto dev’essere chiaro e comunicato affinché gli esperimenti possano essere ripetuti e le teorie sviluppate. Se io affermo che in cantina ho la macchina del moto perpetuo ma non la posso/voglio/devo mostrare a nessuno, non sto facendo scienza. Valore conoscitivo: zero. Riguardo a questa vicenda… di che cazzo stiamo parlando?
Inviato il 06 maggio a 14:17
Ad ottobre vedremo chi ha ragione; prima di allora, infatti, non sarà possibile sapere niente altro. Sarà solo possibile "dare aria alla bocca", cioè vomitare (in un tripudio di BOH) il proprio pre-giudizio
Inviato il 06 maggio a 14:11
Bravo Lorenzo!
Inviato il 06 maggio a 13:05
Il volgare commento finale denota una tua posizione già polarizzata verso un verdetto senza la giusta imparzialità necessaria ad ogni buon giornalista e in generale ad ogno osservatore per acquisire informazioni, valutare e decidere. A parte questo, Focardi non aveva intenzione di dare una spiegazione scientifica sul basso livello del fenomeno, ma una valutazione olistica sul processo, ovvero: rispettando i criteri necessari per un esperimento riproducibile (sistema isolato, energia in entrata e in uscita misurabili, fattori di dispersione calcolabili con scarto apprezzabile) con l'apparato mostrato si ottiene una overunity di energia, ovvero la produzione di energia in uscita in quantità superiore a quella fornita in ingresso. I materiali con cui è costruito l'apparato e anche parte della struttura si conosce, dal momento che da venti anni i vari laboratori che hanno lavorato all'esperimento si sono allineati sulla metodologia con informazioni più o meno note, divulgate ufficialmente o trapelate.
In ogni caso, la massima ignoranza del tuo articolo la esprime il fatto di non sapere nulla del rapporto 41. Io l'ho letto integralmente, ma basta leggere il paragrafo sui risultati. Quando avrai scoperto anche tu cosa è e avrai letto e capito quanto Rubbia scrisse nel 2002, allora magari ne possiamo riparlare. Fino al quel momento, solo chi si è documentato può dire a te: "Ma di che cazzo stai parlando?"
Inviato il 06 maggio a 11:09
La gente è pazza vanno a investire qualche centinaio di milioni di euro senza leggere la tua opinione! Ed anche qualche scienziato ci mette la prpria faccia senza averti chiesto una opionione! Che modo pazzo! Tieniti pure le tue idee, il mondo va avanti ugualemnet.
buone cose mauro