Magazine Diario personale

forza e fragilità

Da Kisciotte @Kisciotte_Dixit

forza e fragilità

Un contadino rassicura un pulcino smarrito con un gesto protettivo
(Casamance, Senegal meridionale)


 la nostra fragilità va difesa e protettacon forzacon ferocia ed egoismo se necessarioe coccolata con dolcezzaè un compito difficile, richiede impegno e tenacia
essere forti serve proprio a questoa salvare e preservare i nostri punti debolianzi delicatirichiede il tempo di una vitaperché è il nostro essere fragiliche ci rende preziosi e unicida maneggiare con cura
abbiamo il dovere di essere fortiper garantirci il diritto di essere fragilici vogliono mani, magari dure e ruvidema sempre forti e amorevoli
per permettere al pulcino di esistere
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Questa foto la vidi anni addietro, tra altre bellissime immagini, nella mostra a cielo aperto Saggezze dell’Umanità. A ogni foto era abbinato un pensiero “di saggezza”.Alla foto di Olivier Föllmi corrispondeva la didascalia che ho riportato sotto la foto, e questa riflessione.
Il potere è paragonabile a un uovo: se lo stringi troppo forte, ti si rompe nella mano; ma se non lo stringi abbastanza, può scivolarti di mano e rompersi ugualmente. Bisogna esercitare il potere né con troppa severità, né con troppa noncuranza. È un'immagine profonda che paragona il potere a qualcosa di molto prezioso come l'uovo che porta un germe: la vita. Ed effettivamente chi è al potere ha in mano la vita delle persone. [Joseph Ki-Zerbo]
Io guardai la foto a lungo, poi lessi il testo di “saggezza sociale” alla base del pannello, ma nel frattempo avevo già attribuito all’immagine la mia personale interpretazione, quel significato di “saggezza intima” della quale avevo bisogno allora.I miei bisogni non sono mutati.
Purtroppo non sono mutati nemmeno i bisogni della società civile, strangolata da mani di potere. Mani arroganti e sporche, nonostante le unghie curate e i gemelli ai polsi.Mani che sanno fingersi pulite e amorevoli solo allo scopo di adescare il pulcino, ghermirlo come artigli, per poi spremerlo e ucciderlo, sorde e indifferenti, fino all’ultima goccia di vita.
K.

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