Gli esseri umani sono animali e non hanno mai perso gli istinti primordiali. In caso di pericolo, è l’istinto di sopravvivenza a fare da padrone e in caso di legge della giungla, sopravvivrà solo il più forte.
Siamo cresciuti sentendo milioni di volte queste affermazioni, le gesta eroiche esistono solo nelle favole e, nel nostro piccolo, nel quotidiano, in effetti, ci capita di continuo di vedere persone dare il peggio di sé, noi inclusi. Abbiamo tutti piccole o grandi reazioni di cui non andiamo particolarmente fieri; chi prima e chi dopo, si è trovato in balia dei propri non nobili istinti; e Ruben Östlund lo sa bene.
Ruben Ostlund
Photo: courtesy of Teodora Film
Se vi state chiedendo chi sia Ruben Östlund, è un regista e sceneggiatore, classe 1974, nato in Svezia. Qui a lato una sua foto. Gli sono bastati un paio di corti e quattro lungometraggi per conquistare la stima di pubblico e critica internazionale. A un anno dalla presentazione (e vittoria del Premio della Giuria) del suo TURIST (SNOW THERAPY) nella sezione Un Certain Regard di Cannes 67, in concomitanza con l’inizio della 68° edizione della kermesse, il film è arrivato nelle nostre sale. E, trascorso un mese dalla sua uscita, è ancora presente nei palinsesti cinematografici di molte città italiane, capoluogo lombardo compreso.
Arrivata da noi coi il titolo FORZA MAGGIORE, la pellicola di Östlund ci porta sulle Alpi francesi, in settimana bianca, con Tomas, Ebba e i loro due bambini. I quattro sono l’emblema della famiglia felice e unita che trascorre le giornate sulle piste, pensando solo a godersi quei preziosi momenti di vacanza. Ma un giorno, durante un pranzo in un rifugio, una valanga li travolge. Nonostante l’evento non abbia conseguenze tragiche per gli ospiti del ristorante, per Ebba e Tomas le cose cambieranno radicalmente. L’uomo asseconderà i suoi istinti mentre la donna i propri. Ahinoi, le reazioni saranno opposte e le conseguenze difficili da vedere, accettare e perdonare.
Photo: courtesy of Teodora Film
Inizia così un percorso di metabolizzazione prima del trauma – valanga poi delle proprie personali azioni e reazioni, infine delle conseguenze dei propri errori. La vita va avanti e non ci concede di tornare al passato, quindi è la mente, l’unica che può filtrare e soprattutto alterare, secondo le necessità, i ricordi. Questo è il terreno che l’autore esplora con il supporto di una manciata di attori in grado di trasformarsi davanti ai nostri occhi.
I volti di Tomas (Johannes Bah Kuhnke) ed Ebba (Lisa Loven Kongsli) pian piano si modificano, passano dallo spensierato, al rigido sino a struggersi e distruggersi. Alla fine i due getteranno la maschera che credevano di poter indossare e Tomas, dopo essersi guardato allo specchio, dovrà fare di tutto per riconquistare la stima propria e dei suoi cari, che si sentono traditi nel profondo.
Photo: courtesy of Teodora Film
Il punto più alto di FORZA MAGGIORE è proprio la seconda parte con i suoi dialoghi essenziali, semplici e realistici; con la mimica misurata dei due attori principali; con l’attenzione del regista (e della sua crew) al linguaggio del corpo, ai colori e alle location che contribuiscono a farci provare un crescente disagio nel parteggiare per uno o per l’altro, nel giustificare o condannare e, perché no, nell’indurci ad un esame di coscienza.
Forse è proprio la curiosità di vedere il piccolo film nordico che ha conquistato nel 2014 la giuria e la critica di importanti festival internazionali a spingere al cinema il pubblico del 2015 per vedere su grande schermo le conseguenze delle umane debolezze, per sentirsi normale, per trovare giustificazioni.
FORZA MAGGIORE probabilmente ha qualche difetto, ma è così incalzante da imporre la corsa alle ultime sale che lo proiettano.
Vissia Menza
Chiudiamo con una curiosità: il primo piano qui sotto è dedicato a uno degli attori presenti nel cast. Sapete dirci in quali altri film e serie TV l’avete già visito?
Photo: courtesy of Teodora Film