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In vent'anni, daje e daje, è riuscito a raggiungere l'obbiettivo più alto, più sofisticato, quello che riesce di fatto - aldilà delle manovre economiche, delle leggi ad personam e del costante lavaggio del cervello dal pulpito delle sue pseudo-tv - a distruggere una società basata, e si fotta chi non lo crede, sulla umana convivenza e su qualche elemento di solidarietà.
Di cosa parlo?
Parlo della guerra, totale!, che ormai è scoppiata e non finirà facilmente, tra le generazioni 'economiche'.
Questi vent'anni, con la continua introduzione di elementi di precarietà, con la reiterata volontà di squilibrare la società a favore dei più ricchi, con l'obbiettivo manifesto di additare presunti privilegi di alcuni per togliere di fatto diritti a tutti, la destra è riuscita a mettere contro le generazioni, i figli con i padri, i giovani che non trovano lavoro con gli anziani 'privilegiati' perché hanno una pensione, i lavoratori protetti dalla legge sacrosanta contro quelli che invece non hanno tutele.
Oggi ci troviamo ad assistere a una guerra culturale, e non solo culturale, purtroppo..., tra chi non riesce ad avere sicurezza e futuro e chi invece ha nel tempo, magari lottando come una bestia, ottenuto tutele, riconoscimenti e diritti.
Oggi chi ha meno non si scaglia contro chi è il responsabile di un disfacimento politico, finanziario, culturale e morale; non ci pensa nemmeno di fare un'analisi approfondita, storica; non fa neanche un'analisi banale a carattere sociale che gli permetterebbe di tirare somme un po' diverse.
No, come nella guerra tra poveri - ricordate gli scontri tra neri e asiatici nella New York degli anni '70, mentre i bianchi 'oppressori' se la ridevano? - nella guerra tra disperati, oggi il nemico da battere sono chi ha diritti acquisiti, e non chi cerca di negarli.
Purtroppo, anche i giovani confermano la teoria assoluta: questo è un paese senza memoria.
E come diceva mia madre...vi accorgerete.
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