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Fotogrammi dell’anima non è, come a una lettura superficiale potrebbe sembrare, un insieme di racconti fiabeschi con una morale per finale. È qualche cosa di più. È una ricerca in noi stessi di quello che siamo, al di là di ogni possibile sovrastruttura materiale e morale (o pregiudizievole). L’anima non ha bisogno di nascondersi a se stessa, per quanto talune volte il vivere quotidiano con gli altri ci imponga di creare maschere per farci sopravvivere. Talune volte le forme che la nostra vita assume sono, in verità, progetti difensivi. E se qualcuno ci chiede da cosa ci difendiamo, la domanda ci colpisce, perché in fondo in fondo sappiamo di non averne davvero cognizione.
Il mondo non è sempre bello, le dinamiche interpersonali ci danno un chiaro segnale di quello che potrebbe albergare nelle relazioni tra gli esseri umani.
In questo bel libro di Massimo Bisotti, la conoscenza di noi non avviene secondo giudizi, secondo moralità preconfezionate e precostituite. Per lo scrittore, la conoscenza di noi non può che avere lo stesso inizio e lo stesso ritrovo: sempre noi stessi. La libertà di amare, di lasciarsi andare, di scoprire i nostri reali bisogni e come soddisfarli per completarci in questa vita, sono fattori che emergono in ognuno di questi racconti.
Bisotti stesso lo dichiara nella sua premessa: “In questi miei semplici racconti vi è il mio concetto d’amore, d’amicizia, di bellezza, di giustizia, di libertà, di scoperta, di devozione, di compassione, di giudizio, di umanità e di solidarietà, e la maturità e la voglia di non fermarsi al primo capitombolo, di vincere le paure, di mettersi in gioco”.
Questi ampi e importanti concetti non vengono rappresentati in chiave “moralistica”, perché l’Autore non intende insegnare la vita a nessuno, perché ognuno la impara da sé vivendola. Massimo Bisotti interpreta le voci di tutti quegli esseri viventi che incontrano il mondo, la sua dimensione non necessariamente materialistica, non necessariamente di un colore e non necessariamente di un solo aspetto. L’Autore scopre la vita, come ciascuno di noi lo fa ogni giorno.
Il motivo per il quale ho scelto, in qualità di responsabile delle Edizioni Smasher, di pubblicare questo libro è proprio questo: non c’è aspetto moralizzante, non c’è giudizio insindacabile, non vi è alcun approdo di certezza che non sia l’anima di ciascuno di noi. Finalmente troviamo qualcuno che non ci dica, come accade tutti i giorni, quello che dobbiamo fare, quello che non dobbiamo fare e qual è il vero comportamento corretto. Nella vita di tutti i giorni siamo bombardati da messaggi mediatici, e soprattutto siamo pieni di categorie nelle quali inglobare le persone, le situazioni di vita e le cose. Massimo Bisotti, invece, ci parla dell’essenzialità che basta a noi stessi per vivere.
Nel racconto “Il giardino dell’anima”, infatti, è evidente come non sia impossibile scoprire il piacere di vivere, che è rappresentato esclusivamente dalle comodità che ci servono in chiave strumentale per vivere la piena materialità. L’ape, protagonista del racconto citato, scopre la bellezza dell’amore, di dare e ricevere, che l’appaga più di tutto quello che fino al momento prima di conoscere il fuco le sembrava più che sufficiente, anzi… in verità non le bastava mai!
Diviene poi emblematico, a mio avviso, in un successivo racconto (L’istrice solitario), l’incontro tra il piccolo istrice e il bambino, quasi un raccordo tra le differenze che esistono tra gli esseri viventi. Non è solo il rispetto della natura, ma è il rispetto della condizione dell’altro che emerge. Chi è diverso da noi, non è per forza brutto, violento o colpevole. Può aiutarci a vivere, perché permette – talune volte – la completezza del nostro percorso.
Ognuno sceglie di essere Luna o Mare, come nel racconto Il mare e la luna. Ed è questa possibilità di scelta che permette a ciascuno di costruire le proprie azioni, divenendo consapevoli attori della nostra vita e consapevoli “inquilini” di quella degli altri. Non siamo nati per distruggere, per inghiottire, per tradire, uccidere o combattere. Siamo nati per dare libero vantaggio (e non svantaggio) alle nostre imperfezioni che divengono di colpo atti di una potenza primordiale. Così da trasformarsi in perfezioni.
Talvolta abbiamo voglia di evadere, scappare, conoscere, esplorare e scoprire mondi diversi da quelli che popoliamo ogni giorno. Ma se dimentichiamo le nostre radici, se ci perdiamo, dimenticando quali sono le nostre origini e chi abbiamo amato e ci ha amato, il rischio è sentirci spauriti, perduti, vinti e soli, come capita ai protagonisti del racconto Croma e chiave di basso.
Ciascuno ha il diritto di ascoltare e di essere ascoltato, di ricevere una risposta anche al niente o a una supplica di aiuto. Lo scopriamo attraverso la storia semplice, ma profondamente significativa, che emerge dal racconto Cuore di pietra.
La bellezza ha mille volti e mille ascolti. Così vale per la cattiveria, per l’utilizzo degli strumenti, per la direzione delle voci che abbiamo dentro (Il demone e la fanciulla). Non resta che ascoltarci, dare spazio alle nostre voci, alle forme mentali e non solo che appartengono alla nostra anima, così da capire perché, nel racconto Morgan e il drago, diviene quasi vitale guardarsi allo specchio e, con coscienza e verità, parlarci di noi e della nostra vita, del nostro passato e del nostro futuro di uomini e donne. Il dialogo con noi ci può permettere di scegliere, di capire quale strada vogliamo sotto ai nostri piedi, quale futuro vogliamo costruirci (L’ombrellaio del tempo), sapendo però che ogni esperienza ha la sua fondamentale importanza. La costruzione di noi, quella vera e autentica, prevede ogni aspetto, ogni colore (La vanità dei colori), ogni esperienza. Ma che nessuno di questi sia inibente o ostacolante il nostro percorso.
Ogni cosa ha un suo perché, così nella vita, così nelle scelte, così nelle determinanti dei nostri comportanti con gli altri. Nessuno è obbligato a scegliere una cosa o l’altra. Questo libro è un invito a scegliere noi stessi e possiamo coglierlo quando vogliamo, perché lui è lì, che ci aspetta, come un fedele compagno di viaggio.
Foto / grammi dell'anima - libere [im]perfezioni
Massimo Bisotti
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