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Fotografare in viaggio: che attrezzatura serve realmente?

Creato il 04 febbraio 2014 da Giovy

Fotografare in viaggio: che attrezzatura serve realmente?

Gian che fotografa a Bath - © 2014 Giovy

Premetto che questo non vuole essere un articolo tecnico sulla fotografia di viaggio o di reportage. Semplicemente, l'ho pensato per viaggiatori che possono avere alcune esigenze fotografiche, senza però essere per forza degli esperti nel settore. Diciamo che mi limiterò ad alcuni consigli di logica e buonsenso, perché per fotografare in viaggio a volte ci vuole più di quello che si pensa, ma spesso basta molto meno. Per maggior chiarezza e per non fare troppi rimandi, i termini tecnici che ho dovuto per forza inserire sono collegati a link per le rispettive spiegazioni: così chi già li conosce può andare oltre, e chi invece vuole saperne di più lo può fare con un click. Infine, data la loro ormai universale diffusione, mi riferirò alle sole fotocamere digitali tralasciando quelle a pellicola, che oramai rappresentano una nicchia per appassionati ed esperti.
Il principio di base che deve essere tenuto presente in questo campo è il rapporto costi/benefici, cioè cosa volete ricavare e per che scopo. In altri termini: non vale la pena portarsi dietro il telescopio Hubble se volete delle foto-ricordo sulla spiaggia, così come non è appropriato usare il telefonino se scattate per il National Geographic. Voglio però precisare che nulla vieta di usare attrezzatura professionale, se siete appassionati del settore, anche per la gita al lago.
Per normali turisti o viaggiatori che vogliono solo dei ricordi, la tecnologia moderna offre di tutto e di più. Ormai anche sulle fotocamere compatte (in inglese point-and-shoot, cioè mira-e-scatta) da qualche decina di euro sono montati sensori con risoluzione oltre i 10 Megapixel, e nel software sono installati vari effetti e funzioni speciali: quindi si ricavano immagini già molto belle ed accattivanti con pochissimo sforzo (anche nel leggere le istruzioni). Stessa cosa per smartphone e tablet, con il vantaggio in questo caso di poter condividere gli scatti in tempo reale sui vostri social network preferiti.
Potete scattare tutto in automatico con molti preset, e conservare le foto direttamente nel formato JPEG, di facile gestione per una minima post-produzione e per creare collage, album e videoclip. L'attrezzatura necessaria è ridotta all'osso e sta comodamente in borsette, zainetti e tasche, pesando molto poco e non incidendo sul bagaglio a mano negli aerei. Quasi indispensabili una custodia (per proteggere la macchina da urti, acqua e sporco) ed una pezza antigraffio (di quelle per le lenti da occhiali) per pulire l'obiettivo.
Per travel blogger e viaggiatori più esigenti il discorso può essere più ampio. La scelta della fotocamera comprende ancora le compatte ma si estende a macchine più evolute come le bridge, le mirrorless e le reflex, e va impostata tenendo conto oltre che della praticità d'uso anche della qualità della macchina stessa e del risultato finale che si vuole ottenere. Dico questo perché le fasce di prezzo spesso si sovrappongono, ed un modello entry-level (cioè di bassa gamma) di una categoria più evoluta ha costi paragonabili ai modelli di alta gamma di una categoria meno evoluta, quando non sono addirittura più bassi. Quindi fate bene le vostre valutazioni.
In generale, anche il travel blogger (o chi comunque vuole condividere le sue esperienze di viaggio sul web) può affidarsi a prodotti relativamente economici e/o semplici. Il pubblico a cui si rivolge è vasto e variegato, e l'utente finale medio non ci farà caso se in una foto sono presenti rumore o linee distorte (anzi, magari ritenendoli pregi invece che difetti). In questo settore è molto più importante il messaggio da veicolare, piuttosto che il mezzo: cioè immagini didascaliche che siano di supporto alle parole e/o viceversa, di impatto semplice ed immediato, con colori vivaci e molto saturati per catturare l'attenzione (magari con effetto vignetta), e spesso condivise in rete in tempo reale. Tutte cose ottenibili senza attrezzature ingombranti e costose, che intralciano durante gli spostamenti con mezzi pubblici, rubano spazio per il bagaglio a mano in aereo, e possono affaticare non poco in eventi potenzialmente molto lunghi come i famigerati blog tour.
Una cosa molto importante per questo tipo di viaggiatore sarebbe conoscere le regole basilari della composizione, ed imparare a gestire le inquadrature dei volti e dei corpi per non mozzare teste, mani e piedi in fotografie che altrimenti sarebbero bellissime. Queste ed altre regole non sono solo manie di perfezionismo, ma coinvolgono processi mentali e visivi del corpo umano che valgono per tutti, esperti o meno. Anche per l'osservatore più inconsapevole, una foto ben inquadrata e composta sarà molto più efficace di una sgangherata, a livello sia conscio che inconscio. Detto questo, la conclusione è ovvia: usare idee originali ed una minima conoscenza teorica con una compatta è meglio che possedere una reflex da migliaia di euro per scattare a caso, e vi fa risparmiare tempo e seccature. Se siete interessati e volete soprattutto vedere qualche esempio pratico sulla questione delle compatte nella fotografia di viaggio, potete dare un'occhiata a quest'altro articolo.
Per ottenere foto professionali (o che vi si avvicinino molto) per la vostra attività, per partecipare a concorsi, o per il vostro piacere personale, usare macchine evolute è necessario, mirrorless o reflex che siano. Buoni sensori, meccanismi precisi ed obiettivi luminosi sono indispensabili al raggiungimento di risultati ottimali. Però tutto questo hardware non vale niente se continuate a scattare direttamente in modalità automatica con formato JPEG. Quindi bisogna scattare anche in manuale ed imparare bene tutto quello che riguarda esposizione, apertura, illuminazione e flash, e soprattutto usare il formato RAW. Questo è il cosiddetto negativo digitale, che in soldoni è un insieme di dati grezzo (appunto raw, in inglese) che deve essere trasformato in fotografia tramite una manipolazione più o meno spinta, cioè con la post-produzione. Il trattamento del RAW si fa con appositi software, il più noto dei quali è Photoshop (anche se ne esistono diversi altri più o meno diffusi), e se volete un risultato raffinato il tempo da impiegare è tanto perché i parametri da definire sono diversi.
Fare fotografia di viaggio in questo spirito presuppone una serie di cose. Intanto l'attrezzatura comincia a diventare più voluminosa e complicata. Ci sono i diversi obiettivi intercambiabili, i filtri e i paraluce, il materiale per la pulizia di lenti e sensori, alcune schede di memoria (una foto in RAW "pesa" anche decine di Megabyte), il flash, le batterie e i caricabatterie, e si può arrivare a prevedere un treppiede per foto particolari (lunghe esposizioni). Se progettate di pubblicare le foto durante il viaggio vi servirà un computer portatile per il download e la post-produzione delle immagini, ed anche un hard disk portatile per il backup dei dati se volete stare al riparo da perdite accidentali. Se invece pensate di portare tutto a casa per lavorarci in seguito, il bagaglio diventerà più semplice ma il tempo da impiegare sarà molto lungo ugualmente (sempre, beninteso, che vogliate un prodotto finale di qualità).
Come si dice nell'ambiente fotografico: buona luce!

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